lunedì 11 luglio 2011

pc 11 luglio - editoriale ..un governo, uno stato, un sistema da abbattere e Genova 2011.

Berlusconi condannato per truffa e corruzione, la P4 e il caso Milanese, mostrano i livelli senza precedenti, nettamente superiore a tangentopoli, di una piovra politico-affaristica che coinvolge ministri, partiti, Guardia di Finanza, imprese, Banche, cioè l'insieme del sistema politico e istituzionale.
Questo si aggiunge al degrado morale rappresentato dal "bordello Berlusconi” e dal legame con la grande criminalità, la camorra a Napoli, la 'ndrangheta a Milano e Calabria, la mafia in Sicilia -
“le apertura di Romano a mafiosi si sono tradotte in azione e contributi rilevanti per l'associazione”, così il Gip di Palermo Castiglia chiede l'imputazione coatta e il processo per il ministro Romano referente premiato del “gruppo dei responsabili” che tiene in piedi la maggioranza parlamentare.
Il Min. della Difesa La Russa, sempre più puro centro di un sistema di corruzione affaristico che tocca l'industria bellica e probabilmente le alte gerarchie militari che rende quindi tutta la struttura statale militare infetta e corrotta; un ceto politico economico dedito a ricchezze, lusso, sprechi, super privilegi, impunità che proseguono nella crisi che impoverisce proletari e masse.
Crisi che può accentuarsi perchè tutto questo produce anche una crisi di credibilità e di affidamento nell'economia internazionale in preda alla tormenta
Lo Stato borghese, le sue istituzioni,i suoi governi perdono sempre più legittimità a governare e a rappresentare una parvenza di interesse generale e si mostrano come lenin insegna in 'Stato e Rivoluzione': un “comitato d'affari” o meglio un insieme di comitati di affari.
Le violenze in Val Susa e quelle sempre più sistematiche, quotidiane dello Stato borghese e dei suoi apparati repressivi contro le lotte sociali, i movimenti e perfino i singoli cittadini, accompagnate al razzismo di stato nei confronti degli immigrati e da un sistema carcerario omicida, mostrano insieme l'altra verità leninista di uno Stato che non è altro un apparato militare di repressione.
L'emergere di tutto questo in forme così ostentate richiama e dovrebbe richiamare gli operai, le masse popolari e tutti i settori politici,sociali,culturali che non si riconoscono in questo stato di cose esistente a prendere coscienza della priorità delle priorità: abbattere questo governo e ogni governo espressione di questa classe dominante, sopprimere i 'comitati d'affari', spezzare la macchina statale borghese.

Le elezioni, i referendum, la grande indignazione che traspare in ogni poro della società e che è riflessa anche dalla stampa, l'opposizione, sia pure ancora insufficiente, che viene da operai, proletari,masse mostrano quanto grande sia la necessità di questo cambiamento radicale.
Ma a questa necessità non corrisponde un'azione conseguente che veda nel rovesciamento con la forza di questo stato di cose, nella forma della rivolta proletaria e popolare che apra la prospettiva della rivoluzione.
E' questa una necessità qui e ora che danno legittimità storica alla formazione di un partito autenticamente rivoluzionario, fuori e contro i partiti parlamentari espressione d'avanguardia della classe operaia e nucleo generale di tutte le masse
popolari

Genova 2011 giunge a 10 anni da quel luglio, per chiamare tutti a fare un bilancio di quello che Genova è stata in materia di governo della reazione, unità nazionale nella repressione, Stato di polizia, di moderno fascismo come regime in formazione e dove essi hanno portato in questi dieci anni; il nesso inscindibile che c'è tra questo stato in azione e quello che è diventato complessivamente il sistema economico, politico, le istituzioni, il costume, la morale
uno Stato per difendere tutto questo von la forza la violenza il dominio massmediatico ecc..
Per questo proletari comunisti sostiene che anche da Genova 2011 deve venire un appello conseguente alla ribellione a tutto questo, per una rivoluzione come unica soluzione, che renda onore alla morte del 'ribelle per caso' Carlo Giuliani e dia fondamento programmatico-storico-sociale agente al di là dei numeri alla parola d'ordine “pagherete caro pagherete tutto” che i massacri della Diaz, le torture di Bolzaneto, i pestaggi in piazza e che hanno trovato mille nuove manifestazioni negli anni successivi fino ad oggi, fino ai boschi e monti della Val susa... parola d'ordine che deve suonare forte e chiara a Genova.

proletari comunisti -PCm Italia
11 luglio 2011

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