BAGNOLIBlitz a Napoli del numero 1 della Nato
"Il nostro impegno per la Libia"Visita di poche ore ma altamente significativa del segretario generale Anders Fogh Rasmussen. L'incontro con gli ufficiali che stanno gestendo la missione Unified Protector. I complimenti agli uomini della base di viale della Liberazione è un'ammissione sulle difficoltà dell'operazione di GIOVANNI MARINO
"This is a complex campaign". Cinque parole che racchiudono le difficoltà, le sofferenze, la reale complessità dell'intervento della Nato nella Libia squassata dalla guerra. Pur nei limiti della diplomazia che un'uscita ufficiale impone, Anders Fogh Rasmussen le pronuncia a Napoli, nel cuore del centro operativo della missione chiamata Unified Protector: la base di Bagnoli. "Questa è una campagna complessa".
Un vero e proprio blitz quello del segretario generale, poche ore negli uffici di viale della Liberazione proprio per testimoniare, una volta di più, quanto sia importante il ruolo dell'acquartieramento della Nato nella gravissima crisi libica.
Il video: il numero uno della Nato a Napoli
Il numero uno della Nato atterra in città in mattinata con un aereo della Difesa belga (con un curioso stemma sulla fiancata: il volto di un pellerossa) e trova ad attenderlo il capo del Comando napoletano, James Locklear III. Quindi l'ingresso a Bagnoli (con tanto di inno nazionale italiano), poi il briefing con il generale Charles Bouchard su Unified Protector, i colloqui riservati con gli ufficiali impegnati nella missione (tra questi l'ammiraglio italiano Rinaldo Veri e il tenente generale Ralph Jodice III, che guida la componente aerea) e le dichiarazioni pubbliche, riprese e rilanciate in due video del Joint Force Command.
Rasmussen rende omaggio agli uomini e alle donne in servizio e ne elogia dedizione e professionalità ma nel suo discorso c'è anche l'ammissione delle difficoltà dell'operazione: "Questa è una campagna complessa, noi stiamo continuando a svolgere il nostro mandato e lo facciamo con la massima cura e straordinaria precisione". Un po' d'enfasi a infondere coraggio e energia e, forse, ad allontanare le ferite degli errori commessi.
Prosegue facendo il punto: "L'embargo sulle armi è efficace, la no-fly zone è efficace, stiamo continuando a proteggere i civili dagli attacchi, in questo modo la Nato e i nostri partner stanno facendo il lavoro militare che è stato assegnato".
Conclude sottolineando i risultati raggiunti e quelli da raggiungere: "Abbiamo salvato un elevatissimo - abbiamo salvato un elevatissimo numero di vite umane ma le forze di Gheddafi continuano però a costituire una minaccia per i civili e senza la nostra azione molte altre vite sarebbero in pericolo. Continueremo l'operazione missione fino al raggiungimento dei tre obiettivi militari: cessazione degli attacchi contro i civili, rientro delle forze militari nelle caserme e piena libertà di movimento per gli aiuti umanitari. Il Gruppo di Contatto svolge un ruolo centrale per la soluzione politica della crisi e si riunirà la prossima settimana per tracciare la via che porti ad una Libia che sia "un paese unito nel quale vengono soddisfatte le legittime aspirazioni dei cittadini".
Rasmussen va via come era venuto, in aeroplano. A Bagnoli Unified Protector continua nelle segrete stanze dei bottoni di viale della Liberazione
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