mercoledì 4 maggio 2011

pc 4 maggio - DALL'ASSEMBLEA DI PALERMO, UN IMPORTANTE DOCUMENTO: DA DOVE VIENE E QUALE SCIOPERO GENERALE E' NECESSARIO

Più di cento tra lavoratori e lavoratrici della scuola, del policlinico, precari e precarie della cooperative sociali, disoccupate insieme ad un gruppo di studenti hanno animato l’assemblea che si è svolta ieri pomeriggio a Palermo presso la sede dello Slai Cobas per il sindacato di classe in vista
dell’imminente sciopero generale del 6 Maggio indetto dalla CGIL.

La richiesta di uno sciopero generale arriva da mesi dal basso, alcuni momenti importanti in cui essa è emersa con forza sono stati la grande manifestazione nazionale Fiom del 16 ottobre a Roma con la contestazione al comizio finale di Epifani levatasi da lavoratori, precari, disoccupati, studenti di proletari comunisti, red block e slai cobas per il sindacato di classe che hanno incoraggiato altre realtà in piazza ad unirsi al grido “sciopero, sciopero generale!”, lo sciopero nazionale della Fiom del 28 gennaio dove in diverse piazze le dirigenze sindacali CGIL sono state fischiate e contestate come è successo per esempio alla manifestazione di Termini Imerese in Sicilia ma non solo, per non parlare della importantissima lotta che gli studenti hanno portato avanti nei mesi scorsi contro la riforma Gelmini e tutto il governo culminata nella grande e forte giornata del 14 Dicembre a Roma dove gli studenti hanno realmente concretizzato e messo in campo primi embrioni di lotta volta ad una volontà di cambiare realmente lo stato attuale delle cose contro il governo al servizio dei padroni affiancati dai sindacati confederali negli attacchi antioperai e antiproletari quotidiani.

In tutte queste occasioni la Cgil, in primis nella persona della nuova segretaria Camusso, ha fatto orecchio da mercante, ha preso tempo dicendo che non c’erano le condizioni per lo sciopero generale fino a prendere decisamente e vergognosamente le distanze dalle forme di lotta degli studenti condannandole come violenza gratuita che non porta a nulla (ma su questa posizione anche la Fiom di Landini si è accodata).

Ma vuoi o non vuoi a fronte di una pressione dal basso arrivata da più fronti la CGIL doveva cercare di salvarsi la faccia come si suole dire ed ecco allora la proclamazione dello sciopero generale del 6 maggio, in realtà uno “scioperetto” con una piattaforma generale e generica che non mira affatto a far cadere il governo Berlusconi e non rivolto affatto all’attacco dei padroni sempre più pesante che in questi mesi si è concretizzato sempre più chiaramente alla Fiat con i cosiddetti piani Marchionne.

Viviamo in una realtà nel nostro paese in cui la disoccupazione continua ad aumentare dalle fabbriche fino all’ultimo angolo lavorativo esistente, massiccio è il ricorso dei padroni agli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione o la mobilità, qui a Palermo per esempio gli operai Fiat sono in cassa fino al 09 maggio e continueranno così come gli operai della Fincantieri
sono praticamente tutti a casa in questo periodo, da un lato diminuiscono i salari e dall’altro si aumenta l’età pensionabile, aumentano i morti sul lavoro ma padroni e governo si scagliano vergognosamente contro la sentenza di condanna dei padroni Thyssen, non ultimo il ministro Sacconi che riguardo alle tragiche morti degli operai di quella fabbrica parla di “ sentenza esagerata” mostrando tutto il disprezzo verso la vita degli operai sfruttati ogni giorno sempre di
più dentro le fabbriche, vera e propria carne da macello al servizio del profitto dei padroni.

E ancora Sacconi e company si scagliano contro lo Statuto dei lavoratori “incoraggiati” da economisti anche “dell’altra” sponda come il solerte Ichino, si attacca il diritto di sciopero, la rappresentanza sindacale, i piani fascisti alla Fiat di Marchionne a Pomigliano, a Mirafiori insegnano per non parlare dell’ultimo caso della Bertone dove accade i caso delle RSU Fiom che in nome di una "genialità operaia", come ha detto Airaudo e di un atto "coraggioso, di legittima difesa", come ha detto Landini hanno di fatto spinto gli operai a piegarsi al diktat padronale.

La scuola pubblica viene massacrata giornalmente con licenziamenti di massa dei precari, oltre i 12.000 tagli già fatti solo quest’anno da questo governo se ne aggiungeranno altre migliaia anche quest’anno e la Sicilia è tra le regioni che saranno più falcidiate ma pesanti tagli vengono fatti anche alle risorse destinate ai servizi sociale e sanitari.

Si attacca la Costituzione, l’art. 1 è un ostacolo da cambiare per avere via libera nella strada di governo, padroni e falsa opposizione verso la costruzione di un moderno regime, il Sole 24 ore (il giornale dei padroni?!) ha calcolato 100 e oltre tentativi ad oggi da parte del governo ma non solo di modificare/attaccare la Costituzione.

Lavoro non guerra! è stata la parola d’ordine che in alcuni striscioni hanno portato realtà di lavoratori, precari in lotta dai disoccupati di Taranto ai precari delle Coop Sociali di Palermo: lo capiamo che siamo in guerra??? governo, “opposizione”, Napolitano, cercano di convincerci che non è così, parlano di “missione umanitaria”, di “obiettivi e bombardamenti mirati ma solo per difendere i civili” con una ipocrisia e falsità indecente mentre si spendono 260.000.000 di euro per le spese militari, ma si sa per i bottini di guerra ( petrolio, sfruttamento delle risorse, controllo geostrategico nei paesi come la Libia) valgono questo e altro, e si agita lo spettro “dell’invasione migranti” per scatenare e fomentare tra le masse il razzismo deviandone l’attenzione dai problemi quotidiani che subiscono.

Il grado di emancipazione di una società lo si vede dalla condizione in cui versano nella stessa le donne, l’Italia in questo caso dimostra pienamente la marcia in senso reazionario della società attraverso un attacco doppio che ogni giorno sempre di più subiscono le donne, le lavoratrici, le operaie, le precarie, le disoccupate non ultimo il vergognoso accordo governo/Sindacati compreso la CGIL della Camusso siglato proprio l’8 marzo sulle politiche di conciliazione lavoro/famiglia che mirano a rendere le donne sempre più ammortizzatori sociali su cui scaricare il lavoro di cura e a ricacciale a casa in un moderno medioevo.

Sciopero generale??? dinanzi a tutto questo è urgente e necessario ma in che forme???
Solo in una città come Palermo tra gli operai in cassa da mesi o già licenziati, i precari Gesip che in questi giorni stanno mettendo a ferro a fuco la città contro la minaccia della perdita di lavoro contrastando la repressione della polizia, i precari della formazione professionale che da giorni sono sopra i tetti dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione, i lavoratori dell’Amia SM senza stipendi da mesi, per non parlare delle lotte che anche noi portiamo avanti contro precarietà, licenziamenti,
ipersfruttamento, disoccupazione, lo sciopero generale dovrebbe fare davvero scintille, figuriamoci se guardiamo a livello generale.

I governi non sono mai neutrali, fanno le leggi che servono ai padroni e a mantenere il potere della classe borghese dominante.

Lo sciopero generale proclamato dalla CGIL non è per la caduta del governo, contro i padroni, contro i sindacati venduti come la Cisl e la Uil, la Camusso più volte ha parlato di guardare alla possibilità reale di ricreare un’unità con i due sindacati confederali, il I° maggio a Marsala la Camusso ha speso le sue parole solo in questo senso, provare a riunirsi con Bonanni della Cisl
che ha parlato solo di fisco come il vero problema da risolvere e Angeletti della UIL che ha apertamente dichiarato di essere contrario non solo allo scontro tra sindacati ma anche a quello con le controparti, cioè con i padroni.

Noi lavoratori, precari, disoccupati presenti qui oggi il 6 maggio scenderemo in piazza con parole d’ordine diverse e contenuti e pratiche diverse, in forte critica e contestazione verso la CGIL ( e in alcune forme verso la stessa Fiom) la cui linea di conciliazione filo padronale e filo istituzionale al servizio della reazione va contrastata ogni giorno nei posti di lavoro dove gli operai, i lavoratori la sperimentano sulla propria pelle con l’obiettivo di dare un segnale forte, determinato, combattivo, altro: per la cacciata del governo Berlusconi qui e ora rivolta popolare, lavoro e non guerra imperialista, per un vero sciopero generale, operai, lavoratori, precari, disoccupati e studenti
uniti nella lotta.

“Siamo una goccia nel mare” ha detto una lavoratrice della scuola di Palermo al corteo delle lavoratrici, precarie, disoccupate dell’8 marzo scorso, “ma il mare è fatto di tante gocce”, questo è lo spirito ribadito dall’assemblea che si vuole portare di nuovo in piazza il 6 maggio nella nostra città.


L'assemblea dei lavoratori, precari, disoccupate, studenti

Slai cobas per il Sindacato di classe Palermo

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