venerdì 6 maggio 2011

pc 6 maggio - la fiom e la bertone -- la critica dello slai cobas pomigliano

Comunicato stampa


PIANO MARCHIONNE / REFERENDUM EX BERTONE

Con la “new strategy” messa in campo alla ex Bertone “per togliersi dall’isolamento” la Fiom ha scelto di far approvare il SI a “furor di popolo” per “garantire” a Marchionne l’opportunità di “togliersi dallo stallo e mettersi in sella all’agognato presidenzialismo” ad oggi negatogli a muso duro dagli operai di Pomigliano e Mirafiori che, coi precedenti referendum, avevano fortemente “offuscato” l’immagine pubblica e politica dell’a.d. della Fiat.


Per un sindacato che si vanta di rappresentare la stragrande maggioranza dei lavoratori di Grugliasco sarebbe stato facile consentire un risicato “SI” alla Fiat continuando (come hanno insegnato i lavoratori di Pomigliano e Mirafiori) a contrapporre alla risicata “vittoria di Pirro” della Fiat la sostanziale delegittimazione di consenso sulle catene di montaggio, posizionando la minacciosa “spada di Damocle” degli operai sulla testa delle autoritarie pretese aziendali. Ma ciò non avrebbe prodotto alcuna possibilità nello scambio con la Fiat. E’ questa in sintesi la “vittoria” cercata da Landini ed “offerta” alla Fiat: “io col tuo aiuto posso controllare gli operai e te l’ho dimostrato, tu mi riconosci ed aiuti il mio sindacato perché a differenza di Pomigliano e Mirafiori - dove ci sono anche i sindacati di base - se vuoi il plebiscito come a Grugliasco, hai bisogno della Fiom” ! Avrà anche il coraggio di dirlo ai lavoratori dai palchi delle “manifestazioni” del prossimo 6 maggio…?!


Alla luce dei fatti si può senz’altro ribadire e confermare, oggi come allora, che il risultato del NO di Pomigliano e Mirafiori non solo non è ascrivibile alla Fiom (che non prese mai parte con chiarezza alla campagna per il NO promossa invece dai sindacati di base) né da questa può essere rappresentato, ma ha addirittura impedito il ricercato rientro, di questo sindacato, nelle grazie aziendali.






Dichiarare che “la lotta al piano-Marchionne equivale al suicidio operaio” e che per questo bisognava votare “SI” significa non solo dare credibilità ai fantomatici piani di deindustrializzazione speculativa della Fiat (Pomigliano e Mirafiori sono ancora in cassa come lo sarà Grugliasco, con Modena come Termini Imerese senza dimenticare la chiusura e la speculazione edilizia nei suoli ex Alfa Romeo ecc.) ma innanzitutto abdicare definitivamente alla -sia pure solo millantata - difesa delle ragioni dei lavoratori ed accettare l’ineluttabilità delle conseguenze di lacrime e sangue ed ogni intollerabile uso politico-ricattatorio e neoschiavistico della crisi economica e finanziaria contro i lavoratori stessi.





Così facendo la Fiom ha scelto di “perdere la guerra per la sopravvivenza datorialmente assistita dell’organizzazione”, ciò a discapito della condizione dei lavoratori e - cosa se possibile ancora più grave - all’interno di una vertenza “epocale” che vede la Fiat fare da bandiera all’intero padronato che punta alla destrutturazione eversiva di ogni norma democratica e contrattuale in ogni luogo di lavoro sia privato che pubblico.


Ma FIOM-FIM-UILM come sindacati-unici stanno a Grugliasco, in molte fabbriche ci sono ancora i sindacati di base che “resistono” nonostante i feroci attacchi della Fiat: su di loro potranno sempre contare i lavoratori.


Slai cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzate – Pomigliano d’arco, 4/5/2011

Nessun commento:

Posta un commento