venerdì 6 maggio 2011

pc 6 maggio: palermo - lavoratori, precari, disoccupate, studenti contestano la CGIL





Con due grandi striscioni con su scritto “per un vero sciopero generale” e “per la caduta del governo, contro i padroni, i sindacati venduti, rivolta popolare”, un pannello riportante “contro la guerra imperialista per i profitti dei padroni – LAVORO!!!” e tante bandiere, lavoratrici e lavoratori, precarie e precari, disoccupate dello Slai Cobas per il sindacato di classe insieme ai compagni di proletari comunisti, ai giovani di Red Block e agli studenti del Collettivo autorganizzato dell’Accademia di Belle Arti, sono scesi oggi in piazza a Palermo portando agli operai, lavoratori, precari, studenti presenti allo sciopero generale contenuti e lotta diversi in forte critica nei confronti della Cgil, a cominciare dalla segretaria nazionale Camusso.
Sin dall’inizio del corteo armati di megafono abbiamo spikerato per spiegare a tutti i presenti le ragioni della nostra critica alla Cgil rivolgendoci al corteo di alcune migliaia di partecipanti che ha iniziato a sfilare in un modo che poi è continuato per quasi tutto il tempo, a parte poche eccezioni, quasi in silenzio senza slogan e solo con la musica assordante del sound sistem alla testa.

Per la caduta del governo Berlusconi e di tutti i governi dei padroni
Per un vero sciopero generale per il lavoro, il salario garantito, la salute e sicurezza nei posti di lavoro
Per un vero sciopero prolungato, fatto di mille azioni di lotta di assedio al parlamento e alle sedi di padroni e sindacati collaborazionisti
Contro licenziamenti, precarietà, disoccupazione, miseria, carovita solo la rivolta popolare e solo essa può aprire la strada a una situazione nuova favorevole ai proletari e alle masse popolari

questi messaggi lanciati con forza e determinazione, spiegati e argomentati con piccoli comizi alternando soste in più punti davanti al corteo che sfilava a momenti in cui ci si muoveva in un vero e proprio corteo alternativo ai fianchi della strada, hanno trovato la condivisione da parte di diversi lavoratori, precari Cgil della scuola, del pubblico impiego, di operai Fiom della Fiat di Termini Imerese e della Fincantieri, pochissimi al corteo, di studenti che si sono avvicinati, con i quali si è potuto interagire, che hanno detto di essere d’accordo sulle critiche fatte alla Camusso e alla dirigenza sindacale Cgil viste le azioni messe in campo non ultimo per esempio il parere positivo sul decreto sull’apprendistato = sancire il precariato a vita o le dichiarazioni pubblicate proprio sui quotidiani di oggi sullo “sforzo necessario” per cercare l’unità con Cisl e Uil, ma sono state condivise in generale anche le critiche fatte alla Fiom alla luce per esempio dell’ultimo caso della Bertone dove le rsu di fatto hanno spinto gli operai a piegarsi al diktat padronale.

Forte è stata invece la contestazione al passaggio dei diversi dirigenti sindacali, in particolare contro i dirigenti Fiom della Fiat di Termini Imerese e Fincantieri che non hanno avuto nemmeno il coraggio di guardare in faccia i lavoratori, i precari, i disoccupati, gli studenti che a gran voce gli gridavano contro “venduti”, “al servizio del fascismo padronale” mentre agli operai si diceva “per tutti gli operai cassa integrati, licenziati, 10, 100, 1000 occupazioni” “siamo precari, disoccupati in lotta, vi esortiamo a lottare, a non piegarvi, a ribellarvi, voi siete il cuore della classe, dobbiamo lottare insieme contro governo, padroni, sindacati collaborazionisti”, alcuni operai Fiat ci hanno invitato ad entrare nel loro spezzone.

La contestazione e la protesta è continuata fino alla fine del corteo a Piazza Verdi dove il comizio finale ha visto la segretaria regionale della CGIL parlare incentrando quasi tutto l’intervento solo ed elusivamente sulla questione fiscalità.

Le lavoratrici e i lavoratori, le precarie e i precari, le disoccupate dello Slai Cobas per il sindacato di classe si sono quindi spostati in un corteo improvvisato alla prefettura portando tutte le ragioni delle loro lotte in corso in questi mesi contro rischio di licenziamenti, precarietà, disoccupazione.

La contestazione alla Cgil ha trovato spazio in diversi servizi mandati in onda nelle edizioni serali dei tg siciliani.

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