martedì 30 dicembre 2025

pc 30 dicembre - Coordinamento dei Giuristi e Avvocati per la Palestina (GAP) - comunicato

COMUNICATO STAMPA

Coordinamento dei Giuristi e Avvocati per la Palestina (GAP)
sull’arresto del presidente dell’Associazione dei Palestinesi in Italia
Mohammed Hannoun
Solidarietà non è reato: fiducia nella Magistratura,
ma allarme per la criminalizzazione del dissenso e della tutela dei diritti
Il Coordinamento dei Giuristi e Avvocati per la Palestina esprime
stupore e sconcerto per la grancassa mediatica alimentata, in queste
ore, da alcune testate dell’area della destra politica e culturale in
merito alla notizia di cronaca dell’indagine che ha portato all’arresto
del presidente dell’Associazione dei Palestinesi in Italia, Mohammed
Hannoun, accusato di aver gestito una rete di finanziamenti diretti ad
Hamas. I toni allusivi, strumentalmente e farisaicamente scandalistici e
spesso deformanti, utilizzati dagli articolisti sembrano perseguire
l’obiettivo di trasformare ogni forma di denuncia del Genocidio e delle
gravissime violazioni del diritto internazionale perpetrate da Israele
in Palestina, nonché ogni manifestazione di solidarietà attiva verso il
popolo palestinese, in un sospetto “fiancheggiamento” di presunte
attività terroristiche.
Riaffermiamo con chiarezza la massima fiducia nell’operato della
Magistratura italiana e il pieno rispetto delle sue prerogative
costituzionali. Proprio per questo auspichiamo che ogni accertamento
venga condotto con rigore, serenità e garanzie piene, senza cedere a
pressioni esterne, né lasciarsi condizionare da campagne mediatiche che,
al di là dei singoli casi, mirano a disegnare un quadro “politico” utile
a intimidire e delegittimare il dissenso.
Non è affatto chiaro, allo stato, il motivo per cui i fondi di cui
disponevano gli arrestati siano stati ritenuti destinati a finalità
diverse da quelle umanitarie. Il ricorso a fonti israeliane per
dichiarare l'appartenenza ad Hamas di determinate organizzazioni
umanitarie non può essere ritenuto decisivo per la scarsa attendibilità
di tali fonti, in quanto provenienti da Stato uso alla manipolazione
politica della giustizia oltre che sotto accusa per genocidio e altri
gravi crimini internazionali. Peraltro va considerata anche la natura
complessa delle organizzazioni politiche palestinesi, sorrette da un
certo consenso sociale e legittimate dalle norme di diritto
internazionale alla resistenza contro l'occupante.
È doveroso ricordare che la solidarietà, la libertà di manifestazione
del pensiero, la libertà di associazione e l’impegno civile a tutela dei
diritti fondamentali sono pilastri dell’ordinamento costituzionale. Allo
stesso modo, l’azione di informazione, denuncia e tutela legale relativa
a gravi violazioni del diritto internazionale umanitario – incluse le
condotte genocidarie che la Corte Internazionale di Giustizia e la Corte
Penale Internazionale stanno valutando e investigando – non può essere
compressa o delegittimata con insinuazioni, etichette infamanti o
generalizzazioni che finiscono per colpire indiscriminatamente
attivisti, volontari, operatori umanitari, giuristi e cittadini.
In un contesto segnato da una tragedia umanitaria di proporzioni immani,
quella dell’Olocausto del popolo palestinese, la pretesa di presentare
la solidarietà come “sospetta” e la difesa dei diritti come “pericolosa”
costituisce un rovesciamento grave dei principi democratici: si tenta di
spostare l’attenzione dalla protezione delle vittime e dall’accertamento
delle responsabilità verso un terreno di delegittimazione del movimento
di solidarietà e delle sue forme pubbliche e trasparenti di impegno.
Come Giuristi e Avvocati per la Palestina continueremo, con ancora
maggiore determinazione, nell’opera di tutela e assistenza legale
volontaria a favore di chiunque subisca provvedimenti repressivi
ingiusti o sproporzionati, lesivi dei principi del diritto
costituzionale e del diritto internazionale. Continueremo a farlo
apertamente, in modo trasparente e nel pieno rispetto della legalità,
nella convinzione che i principi di solidarietà, eguaglianza e giustizia
non siano negoziabili e debbano prevalere su ogni tentativo di
intimidazione o criminalizzazione del dissenso, così come continueremo a
denunciare e chiedere l’avvio di indagini penali per l’accertamento
delle responsabilità e la punizione di autori e complici del genocidio
tuttora in atto.
Invitiamo, pertanto, tutte le istituzioni, l’avvocatura, il mondo
accademico, la società civile e gli organi di informazione a respingere
la logica delle insinuazioni e a difendere lo spazio democratico di chi
chiede verità, responsabilità e protezione dei diritti umani per il
popolo palestinese, senza ambiguità e senza doppi standard.
Coordinamento dei Giuristi e Avvocati per la Palestina (GAP)

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