mercoledì 31 dicembre 2025

pc 31 dicembre - Dal blog tarantocontro - L’Ex Ilva a un Fondo USA in cambio di 1 euro - cronaca di un bidone annunciato - 1

Urso/Meloni hanno dato il "regalo" per il nuovo anno...

In questi giorni pubblichiamo tutto dalla stampa 

L'8 gennaio cominciamo a parlarne noi, alla fabbrica innanzitutto

Slai cobas per il sindacato di classe Taranto 

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1 - la reputazione dell’amministratore delegato – miliardario e autodefinitosi filantropo – non è delle migliori: secondo un approfondimento del quotidiano tedesco di economia e finanza Handelsblatt, infatti, l’imprenditore sarebbe «il terrore di tutte le aziende di medie dimensioni». In Germania, infatti, avrebbe portato al definitivo fallimento diverse imprese....


Mitarbeiter nannten ihn „Draculinchen“. Firmen-Vampir Flacks soll 
Mittelständler ausgesogen und dann in die Insolvenz geschickt haben

I dipendenti lo chiamavano "Piccolo Dracula". 
Si dice che il vampiro aziendale Flacks abbia prosciugato 
le medie imprese, per poi spingerle alla bancarotta.

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L’Ex Ilva a un Fondo USA in cambio di un euro: avviata la trattativa

La società statunitense Flacks Group ha reso noto, attraverso un post pubblicato su LinkedIn, di aver avviato una trattativa esclusiva con il governo italiano per l’acquisizione dell’acciaieria ex Ilva, il più grande impianto siderurgico integrato d’Europa. Per l’acquisto il gruppo americano ha offerto un solo euro, sebbene dichiari di essere pronto a investire fino a cinque miliardi di euro per la modernizzazione degli impianti «inclusa l’elettrificazione e l’ammodernamento dei forni». Sul fronte dell’occupazione, il fondo USA prevede l’assunzione di soli 8500 lavoratori rispetto ai 9.741 attuali, con un esubero, dunque, di 1241 operai. Il che ha suscitato la preoccupazione dei sindacati: «È inaccettabile che le trattative avvengano con fondi speculativi alle spalle dei lavoratori», ha detto Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil. Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, invece, ha posto l’accento sul ruolo dello Stato nel rilancio dell’impianto: «Non lasceremo il destino di 20mila lavoratori (compreso l’indotto, N.d.R) nelle mani di un fondo di investimento. È fondamentale un ruolo centrale dello Stato nella futura società, con poteri effettivi e vincolanti per garantire la decarbonizzazione, il risanamento ambientale e la piena tutela occupazionale».

L’annuncio della trattativa esclusiva con i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia da parte del gruppo americano arriva proprio nel giorno in cui la procura di Taranto, come riferito dalla Gazzetta del Mezzogiorno, ha nuovamente respinto la richiesta di dissequestro dell’altoforno 1 avanzata da Acciaierie d’Italia. L’altoforno era stato messo sotto sequestro lo scorso maggio in seguito a un incendio che aveva danneggiato l’impianto. La coincidenza temporale tra l’annuncio del fondo statunitense e la decisione della procura di Taranto ha suscitato il disappunto del governo: «Il no della Procura al dissequestro dell’altoforno 1 dell’ex Ilva è l’ennesima prova di una giustizia che ha scelto di distruggere gli impianti e impedire ogni rilancio produttivo. Una giustizia ad orologeria che fa filtrare la notizia proprio in una giornata cruciale per sabotare il processo di aggiudicazione», ha dichiarato in aula il senatore di Fratelli d’Italia Matteo Gelmetti. Per quanto riguarda il controllo dell’acciaieria, nell’eventuale nuova società lo Stato italiano manterrebbe una partecipazione del 40%, ma Flacks Group avrebbe un’opzione per acquisire in futuro un ulteriore 40%.

A causa del devastante impatto ambientale dell’impianto, degli alti costi per la bonifica del territorio e per la ristrutturazione degli impianti e dell’inefficienza nella gestione della struttura, il governo ha trovato pochissimi acquirenti e, soprattutto, non vi sono state offerte da parte di soggetti siderurgici. Oltre a quella di Flacks Group, secondo il ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’offerta d’acquisto migliore finora era quella presentata da un altro fondo di investimento statunitense, Bedrock, che però prevedeva maggiori licenziamenti. Tradotto, il governo è costretto a liquidare quello che è un impianto ormai sulla via del fallimento, facile preda di compagnie specializzate a investire e speculare nei cosiddetti distressed assets (asset in difficoltà), comprandoli a basso costo o quasi a costo zero, per poi ristrutturarli e rivenderli lucrando sulla differenza di prezzo.

Flacks Group è una società dedita proprio a questo tipo di investimenti: l’amministratore delegato, Michael Flacks, infatti, «è specializzato nell’acquisizione e nel risanamento operativo di aziende di medie e grandi dimensioni in situazioni complesse in cui una soluzione rapida è di fondamentale importanza», come si legge sul sito. Tuttavia, la reputazione dell’amministratore delegato – miliardario e autodefinitosi filantropo – non è delle migliori: secondo un approfondimento del quotidiano tedesco di economia e finanza Handelsblatt, infatti, l’imprenditore sarebbe «il terrore di tutte le aziende di medie dimensioni». In Germania, infatti, avrebbe portato al definitivo fallimento di diverse imprese, tra cui un’azienda bavarese di tecnologie per la pulizia industriale e OGRO Beschlagtechnik, un’azienda che produce maniglie e altre parti in ferramenta per le porte.

Intanto i sindacati sono preoccupati per gli aspetti occupazionali e hanno chiesto «ai commissari e al governo un incontro urgente a Palazzo Chigi, alla presenza della presidente Meloni, per conoscere tutti gli aspetti occupazionali, ambientali e industriali dell’offerta e le ragioni che hanno portato a questa decisione». Qualora l’accordo venisse ratificato, è probabile che il governo completi l’assegnazione nei primi mesi del 2026.


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