da ORE12 Controinformazione rossoperaia del 22/05
La repressione, i piani genocidi dei paesi imperialisti e dei loro regimi non hanno limiti. La Palestina è la madre di tutti i genocidi e in questa fase storica rappresenta tutti i popoli sottoposti a genocidi, massacri, con l'intenzione dei governi e dei regimi di servire gli interessi dell'imperialismo, dei ricchi, delle multinazionali. Per questo raccogliamo e va raccolto l'appello dei compagni indiani.
In India, il paese attualmente più grande nel mondo, è governato da un regime fascista indù capeggiato da Modi che sarà anche lui al G7 in Puglia (tanto per capire che noi in Puglia non ci faremo mancare niente). Il regime di Modi sta conducendo ripetute operazioni per cancellare la lotta di liberazione dei proletari e delle masse indiane che ha una lunga storia, molto più lunga di questo fanatico fascista indù come Modi, la storia della ribellione di Naxaliti in India, la prima ribellione che raccolse nel mondo la voce forte e chiara della Cina rivoluzionaria e infiammò le campagne innanzitutto, ma non solo le campagne, in India. Quest'eroica battaglia storica del movimento di liberazione indiano è guidato dal proletariato e dal suo partito, il Partito comunista dell'India maoista, che attualmente per numeri e composizioni è il partito comunista più grande del mondo, un Partito comunista di quelli veri, perché tutto il resto è feccia revisionista e riformista, traditori del proletariato.
Modi ha un compito specifico per servire le classi dominanti del suo paese tra i quali vi è Mittal, tanto per capire, l'infame padrone indiano dell’ex Acciaierie Ilva fino a poche settimane fa. Lo Stato fascista
indù continua la sua campagna - che anche qui si può definire genocida - contro le popolazioni indigene dell'India, in particolare contro le popolazioni tribali dell'India centrale per conto delle classi dominanti indiane tra cui ci sono grandi multinazionali come Mittal, Tata e Jindal, di cui nel nostro paese, in Europa, conosciamo le opere.Queste classi dominanti indiane devono fermare il movimento rivoluzionario popolare e quindi mettono in campo tutto l'arsenale armato per eliminare questo movimento, per liberare l'India dai maoisti.
Ma è impossibile perché, come ha detto la grande scrittrice indiana, Arundhati Roy: chi sono i maoisti? i maoisti sono le masse, il movimento che rappresenta l'organizzazione delle masse, la loro aspirazione a una rivoluzione di nuova democrazia e una democrazia popolare che si trasformi in socialismo.
Il regime fascista indù dice: “dobbiamo liberare l'India dai maoisti entro la fine del 2024”. L'ha detto ogni anno, ogni anno pensa di liberare il paese dai maoisti e i maoisti sono sempre lì e infliggono colpi al suo regime, alle classi dominanti.
Però non bisogna sottovalutare questa operazione repressiva perché il 24 è un anno cruciale è l'anno in cui l'India, consacrata anche al G7 di Puglia, ritrova il suo posto nel mondo per partecipare alla guerra imperialista a fianco degli Stati Uniti contro la Cina, innanzitutto, ma per gli interessi che riguardano il nuovo ruolo che l'India vuole assolvere nel sistema mondo, nel Sud Asia, nel Pacifico.
Quindi è seria la minaccia che voglia "bonificare" il fronte interno.
Siamo in piena campagna elettorale in India, Modi cerca un plebiscito con elezioni fasulle e truccate in mano alla corruzione, come in tutte le parti del mondo, ma in India più di ogni altro, vista la tradizione delle classi dominanti indiane.
L'attuale campagna genocida si chiama “Operazione Kagaar” e sta producendo morti: ad Aapatola 29 compagni disarmati sono stati massacrati brutalmente e le forze armate hanno perpetrato altre tre stragi, in aprile nelle foreste di Takametta e Karkur, abitanti della tribù Mariah, sono stati barbaramente uccisi mentre esercitavano i loro rituali tradizionali. E tra di essi sono stati uccisi rivoluzionari, combattenti, rivoluzionari proletari e comunisti, compagni come noi, della stessa nostra ideologia.
Siamo tutti indiani! siamo tutti maoisti indiani! e chi vi parla ne è ampio sostenitore pubblico, con un Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra popolare in India, presente anche nel nostro paese e anche a Taranto, una delle città-chiave del G7 in cui si consumerà la farsa o la tragedia del G7 di guerra.
Questi massacri sono descritti nell'appello dei compagni che può essere letto nei siti di proletari comunisti e sul prossimo numero di ORE12 Controinformazione rossoperaia che denuncia che le masse indigene tribali sono in preda al panico, terrorizzati nella foresta, perché la polizia usa ogni tipo di bombardamenti, con i droni per colpire la povera gente - questo sì come in Palestina! -, le forze armate mostrano i cadaveri degli indigeni con accanto l'arma tradizionale che avevano e li usano come trofei. Come in Palestina! Le forze armate uccidono più spietatamente delle belve feroci. Come in Palestina!
Per questo l'Operazione Kaagar è la forma in India - certo, in scala - del genocidio in atto ai danni del popolo palestinese.
Concludono i compagni indiani: “compagni e amici della rivoluzione indiana all'estero - cioè si rivolgono a noi che siamo, oserei dire, più che amici della rivoluzione indiana - tutte queste atrocità perpetrate dallo Stato indiano contro il suo stesso popolo mostrano che i genocidi aumenteranno nei prossimi giorni.
I media in India e nel mondo e i grandi giornali in Italia tacciono su tutto questo. I popoli indigeni in India sono impegnati a proteggere le risorse naturali del paese dai saccheggi delle grandi compagnie imperialiste e nazionali. Fanno lotte simili ai No Tav, ai No Tap, che ci sono nel nostro paese, alle lotte contro le devastazioni territoriali e ambientali.
In un momento così catastrofico i compagni indiani ci dicono di opporci con il massimo della lotta e della solidarietà internazionale. Quindi il Partito comunista dell'India maoista fa appello affinché si intraprendono iniziative e azioni contro questa operazione.
Sconfiggiamo questo attacco fascista al popolo indiano!
Sosteniamo la rivoluzione indiana fino in fondo!
Questo appello viene da noi raccolto e diffuso in tutta Italia. E chiaramente faremo sentire la voce di quest'appello nelle prossime manifestazioni che si svolgono per la Palestina innanzitutto, nelle università, nelle piazze. Faremo arrivare questa voce con il nostro giornale, ORE12 Controinformazione rossoperaia, alle fabbriche. Porteremo questa battaglia nel cuore della contestazione del G7 di Puglia dal 13 al 15 giugno.
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