Una eloquente intervista
Il presidente lettone Rinkevics: «Dalle imprese italiane armi e tecnici per difenderci dalla Russia»
Accolto al Quirinale dal presidente Mattarella, sottolinea l'importanza della sfida con Mosca: «Preparano una guerra lunga, noi europei dobbiamo esseri pronti a tutto»
«Noi europei dobbiamo rafforzare le industrie militari e incrementare le risorse economiche per fare fronte comune al pericolo russo», sostiene allarmato il presidente lettone Edgars Rinkevics. Lo abbiamo incontrato nel corso della visita ufficiale a Roma poco prima del colloquio col presidente Mattarella.
Ha appena incontrato alcuni dirigenti
delle industrie di armi italiane, specie di Leonardo e Augusta: stanno
contribuendo alla difesa dei Paesi baltici?
«Sì, in particolare,
stiamo acquistando elicotteri da guerra per le nostre guardie di
frontiera in espansione. Abbiamo la necessità di difendere il nostro
confine orientale, specie dalla Bielorussia
L’ammontare dei contratti militari italiani?
«Sono temi riservati, posso ribadire che gli investimenti sono in crescita».
Come funziona il recente accordo di cooperazione militare tra le tre repubbliche baltiche?
«Molto
bene, anche se abbiamo priorità diverse. L’Estonia confina solo con la
Russia, la Lettonia anche con la Bielorussia, la Lituania deve anche
fronteggiare l’enclave di Kaliningrad. Sappiamo che in tutti questi
scenari sono coinvolte le vostre fabbriche di armi, sebbene con noi ci
sia un legame più forte, visto che ospitiamo i contingenti italiani
inquadrati nella Nato».
I russi stanno avanzando, minacciano Kharkiv. L’Estonia valuta di mandare truppe in Ucraina: la Lettonia contribuirà?
«In Ucraina vediamo una situazione difficile, molto seria.
Le prossime due settimane potrebbero essere cruciali. Sapevamo da tempo
che ci sarebbe stata un’offensiva russa di primavera, la critica che
possiamo farci noi europei e americani è che dovevamo aiutare prima. E
oggi crescono le voci di chi vorrebbe l’avvio di contatti diplomatici
per il cessate il fuoco. Ma non vediamo alcuna apertura da parte russa,
anzi, stanno rilanciando l’attacco. Dobbiamo imparare dal campo. L’anno
scorso la controffensiva ucraina è fallita a causa della nostra
incapacità di fornire tempestivamente gli aiuti militari necessari.
Occorre essere molto più veloci nell’invio delle armi. Quanto alle
truppe, ne ha parlato per primo Macron due mesi fa. A Riga non abbiamo
ancora deciso, pensiamo che non dobbiamo autolimitarci: vogliamo tenere
tutte le opzioni aperte, occorre parlarne in sede Nato».
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