sabato 25 maggio 2024

pc 25 maggio - UN G7 DI GUERRA - guerre imperialiste in corso, ma soprattutto estensione delle guerre per le contese inter imperialiste: Usa/Europa e Cina e Russia


Di che cosa si occuperà questo G7 e a cosa punta, non saranno i tre giorni del 13-15 giugno a deciderlo, ma solo confermare quello a cui stanno già lavorando i veri G7: guerra per i profitti delle potenze imperialiste, guerre per difendere e/o accaparrarsi nuovi mercati, delle materie prime, guerre inter imperialiste per una spartizione del mondo, che porterà a potenziare gli armamenti, all'economia di guerra in tutti i paesi imperialisti occidentali, e soprattutto a guerre contro i popoli, i proletari che si oppongono, resistono e lottano.

E tutto al G7 verrà finalizzato a questo. Non c'è contraddizione tra le problematiche all'OdG del G7, cambiano i temi, ma il titolo è sempre lo stesso: attrezzarsi, unirsi o dividersi verso una guerra imperialista a livello mondiale. Agli illusi che temi come l'Intelligenza Artificiale servano per il progresso della scienza, dell'umanità, diciamo che è bene che si ricredano subito, nel sistema imperialista, in questa fase di crisi/guerra tutto è in funzione e usato dai "potenti del mondo", contro i popoli e l'umanità.

Esemplare in questo senso è stato il G7 dei ministri delle Finanze e delle Banche centrali. I messaggi, i toni perentori, in particolare dell'imperialismo Usa, non possono lasciare dubbi.

A G7 dei ministri delle finanze e dei governatori delle Banche centrali tenutosi a Stresa, i temi centrali sono stati: priorità Usa sviluppo, conflitti e Cina

La segretaria al Tesoro Usa, Yellen ha fatto un'appello allarmato: la sovraccapacità della Cina

minaccia tutti, G7 sia unito

«il G7 discuterà della stabilità finanziaria, degli politiche macroeconomiche e su come evitare che le questioni geopolitiche facciano deragliare la crescita economica. Al centro delle loro preoccupazioni è l’eccessiva capacità industriale della Cina, i suoi squilibri macroeconomici che possono influenzare le nostre economie e, quindi, le potenziali risposte da opporre a Pechino". La Yellen ha spiegato che "Non si tratta di una questione bilaterale tra Stati Uniti e Cina. L'eccesso di capacità minaccia la redditività delle imprese di tutto il mondo, compresi i mercati emergenti".

Gli Usa cercheranno di raggiungere progressi su tre aree prioritarie: sviluppo sostenibile, conflitti in corso (qui la Yellen ha dichiarato che «è importante che la Russia si renda conto che i governi occidentali non saranno dissuasi dal fornire un continuo sostegno all’Ucraina», dichiarando che questi aiuti dovranno continuare a fluire non solo nel 2024 e 2025 ma anche negli anni a seguire. Aggiungendo che «passeremo le prossime settimane, fino al vertice dei leader in Puglia, a discutere dei dettagli». Riguardo alla cifra, si parla di 50 miliardi di dollari, e ricordando che uno dei temi del vertice sarà anche l’uso dei profitti degli asset russi sequestrati dai Paesi occidentali dopo l’invasione dell’Ucraina.), e, appunto, la sovraccapacità industriale della Cina.

Sulla Cina i toni sono di guerra, per ora da "guerra fredda", poi...

E su questo gli Usa chiamano, "impongono" all'Europa di darsi da fare per rispondere uniti all’eccessivo investimento della Cina in veicoli elettrici, prodotti solari, semiconduttori, acciaio e altri settori chiave in modo «strategico e unito» per mantenere i produttori competitivi su entrambi i lati dell’Atlantico, avvertendo che un’ondata di esportazioni cinesi a basso costo rischia di invadere i mercati creando una minaccia inedita per l’economia globale. “La politica industriale della Cina può sembrare remota mentre siamo seduti qui in questa stanza, ma se non rispondiamo in modo strategico e unito, la redditività delle imprese sia nei nostri paesi che in tutto il mondo potrebbe essere a rischio”.

Quindi gli Usa fanno un forte richiamo a creare un fronte unito con l’Europa, per innalzare barriere commerciali isolando la Cina rispetto ai due principali mercati globali, quello americano e quello europeo, che è il secondo mercato più grande del mondo per le auto elettriche, dopo la stessa Cina e le importazioni sono salite alle stelle l’anno scorso a 10,5 miliardi di euro, da 1,5 miliardi di euro nel 2020. L’istruttoria della Commissione Ue potrebbe comportare l’imposizione di dazi nei confronti delle auto elettriche cinesi.

Ma c'è un problema "di ritorno", visto che "l’Europa – e la Germania in particolare – esporta grandi quantità di veicoli in Cina e Berlino teme che le sue case automobilistiche – BMW, Mercedes, Volkswagen – possano subire il contraccolpo di controsanzioni". E allora?

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