I dirigenti della
SIGIFER l’azienda esclusa dagli appalti di RFI (Rete ferroviaria
italiana) dello Stato, sotto inchiesta dopo il disastro ferroviario che
il 31 agosto scorso ha travolto e ucciso 5 operai sui binari a Brandizzo
– questi dirigenti dicevamo – ancora indagati dalla procura di Ivrea,
si sono “autoassolti” dalle proprie responsabilità in quella strage, e
riciclati costituendo una nuova azienda, la STARFER, di cui, anche in
questa ne sono i dirigenti.
Con 20mila euro (ventimila euro) versati
come capitale sociale, i dirigenti della nuova azienda, raggirano il
fermo avuto con quella vecchia, e tornano “slavati e ripuliti” nei sub
appalti di RFI.
Per la precisione – dicono – non prendono
direttamente il sub appalto, ma “distaccano” la loro forza lavoro per
inviarla alla CIF SpA (Costruzioni linee ferroviarie) che a sua volta
prende l’appalto da RFI,
Così mentre la procura di Ivrea continua le indagini, gli operai rischiano ancora di lavorare in tempi stretti, tra un treno e l’altro che passa, con la media di un morto sui binari ogni 4 mesi,
10mila euro, il 50% delle quote del capitale sociale versato, è in mano a F. Sirianni; 5mila euro (25%) è in mano a C. Geraci, entrambi già nel cda aziendale della SIGIFER, uno come direttore generale, l’altro come direttore tecnico. Le quote restanti (25%) sono in mano metà all’amministratore unico F. Artizu e metà al socio A. Vescio.
“Oltre il danno la beffa” si dice. Un vero affronto con disprezzo incorporato nei confronti degli operai che per mancanza di misure di prevenzione e sicurezza, vengono uccisi tutti i giorni sul lavoro per il profitto. Ma anche nei confronti di tutti gli operai a cui spettano le dovute misure antinfortunistiche, che permettano loro di rientrare sani e salvi dopo il turno di lavoro.
Un fatto che denota anche, quanto siano di circostanza le frasi dei vari esponenti del governo, ogni volta che uno o più operai perdono la vita per il lavoro.
“E’ una vergogna di Stato. Non dovevano permettere tutto questo”.
A farsi sentire è l’incontenibile rabbia dei parenti dei 5 operai che sui binari hanno lasciato la vita.
“Dov’è ora Matteo Salvini che voleva chiarezza nei giorni successivi la disgrazia?” è lo sgomento del fratello di Giuseppe Aversa 49 anni, uno dei 5 operai morti sui binari.
“Non si può dare lavoro a chi ha ucciso 5 vite. Mi domando come possa un indagato prendere appalti pubblici”, incalza Massimo Laganà, padre di Kevin che a 22 anni ha lasciato la vita sui binari di Brandizzo. E ancora Laganà: “Siamo delusi dallo Stato. Alle istituzioni non frega davvero nulla”. Rosalba Faraci mamma di Michael Zanera morto a 34 anni sui binari di Brandizzo, si domanda incredula: “Vorrei proprio capire come facciano a lavorare, e sotto un altro nome” (essendo indagati come dirigenti nello stesso lavoro ndr). Dello stesso tono le considerazioni di altri parenti.
estratto da operai contro
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