lunedì 20 maggio 2024

pc 20 maggio - Strage di Brandizzo - una vergogna di Stato. "Non dovevano permettere tutto questo” - denunciano i parenti dei 5 operai morti

 Sono i parenti dei 5 operai uccisi a Brandizzo a gridare dalla rabbia: i responsabili della ditta che li aveva mandati allo sbaraglio sui binari si sono riciclati costituendo una nuova azienda che lavora ancora per le ferrovie italiane

I dirigenti della SIGIFER l’azienda esclusa dagli appalti di RFI (Rete ferroviaria italiana) dello Stato, sotto inchiesta dopo il disastro ferroviario che il 31 agosto scorso ha travolto e ucciso 5 operai sui binari a Brandizzo – questi dirigenti dicevamo – ancora indagati dalla procura di Ivrea, si sono “autoassolti” dalle proprie responsabilità in quella strage, e riciclati costituendo una nuova azienda, la STARFER, di cui, anche in questa ne sono i dirigenti.

Con 20mila euro (ventimila euro) versati come capitale sociale, i dirigenti della nuova azienda, raggirano il fermo avuto con quella vecchia, e tornano “slavati e ripuliti” nei sub appalti di RFI.
Per la precisione – dicono – non prendono direttamente il sub appalto, ma “distaccano” la loro forza lavoro per inviarla alla CIF SpA (Costruzioni linee ferroviarie) che a sua volta prende l’appalto da RFI,

sotto il controllo del ministro Salvini. In quanto dirigenti hanno costituito un’altra società nello stesso settore, nonostante le indagini giudiziarie in corso su di essi.
Così mentre la procura di Ivrea continua le indagini, gli operai rischiano ancora di lavorare in tempi stretti, tra un treno e l’altro che passa, con la media di un morto sui binari ogni 4 mesi,
10mila euro, il 50% delle quote del capitale sociale versato, è in mano a F. Sirianni; 5mila euro (25%) è in mano a C. Geraci, entrambi già nel cda aziendale della SIGIFER, uno come direttore generale, l’altro come direttore tecnico. Le quote restanti (25%) sono in mano metà all’amministratore unico F. Artizu e metà al socio A. Vescio.
“Oltre il danno la beffa” si dice. Un vero affronto con disprezzo incorporato nei confronti degli operai che per mancanza di misure di prevenzione e sicurezza, vengono uccisi tutti i giorni sul lavoro per il profitto. Ma anche nei confronti di tutti gli operai a cui spettano le dovute misure antinfortunistiche, che permettano loro di rientrare sani e salvi dopo il turno di lavoro.
Un fatto che denota anche, quanto siano di circostanza le frasi dei vari esponenti del governo, ogni volta che uno o più operai perdono la vita per il lavoro.
“E’ una vergogna di Stato. Non dovevano permettere tutto questo”.
A farsi sentire è l’incontenibile rabbia dei parenti dei 5 operai che sui binari hanno lasciato la vita.
“Dov’è ora Matteo Salvini che voleva chiarezza nei giorni successivi la disgrazia?” è lo sgomento del fratello di Giuseppe Aversa 49 anni, uno dei 5 operai morti sui binari.
“Non si può dare lavoro a chi ha ucciso 5 vite. Mi domando come possa un indagato prendere appalti pubblici”, incalza Massimo Laganà, padre di Kevin che a 22 anni ha lasciato la vita sui binari di Brandizzo. E ancora Laganà: “Siamo delusi dallo Stato. Alle istituzioni non frega davvero nulla”. Rosalba Faraci mamma di Michael Zanera morto a 34 anni sui binari di Brandizzo, si domanda incredula: “Vorrei proprio capire come facciano a lavorare, e sotto un altro nome” (essendo indagati come dirigenti nello stesso lavoro ndr). Dello stesso tono le considerazioni di altri parenti.
estratto da operai contro

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