da ORE 12 Controinformazione rossoperaia del 24 maggio
Cosa bisogna fare per impedire e contrastare lo stillicidio quotidiano di lavoratori che partono da casa per lavorare per vivere e invece muoiono sui posti di lavoro?
Vogliamo continuare ad indignarci solo quando succedono questi incidenti? Oppure a delegare questa battaglia ai sindacati confederali o ai partiti parlamentari, battaglia che, come dimostrano i fatti, non intendono portare avanti?
La rabbia aumenta quando da tutto questo sangue operaio versato nei luoghi di lavoro per il profitto dei padroni si capisce che quelle morti si sarebbero potute evitare e il governo dimostra completo disinteresse perché tra interessi operai e interessi dei padroni il governo Meloni in maniera più spudorata, classista, intende rappresentare solo quello dei padroni che vanno lasciati in pace perché “creano ricchezza”, sì, ricchezza per i propri bilanci sul sangue dei lavoratori! Il governo Meloni, lo
ricordiamo, ha nominato al comando del Ministero una consulente dei padroni per aiutarli anche su questo terreno, quello dei crimini padronali sul lavoro, a “farla franca”.Certo che come arriva la notizia tragica di morte se ne parla per qualche giorno ma è pronto anche il silenzio da far dimenticare quella tragedia che lascia il segno nelle famiglie dei lavoratori ma che deve lasciare un segno anche nelle coscienze dei lavoratori per organizzare le lotte per contrastare quella che di fatto è una guerra non dichiarata contro i lavoratori che esprime in maniera fin troppo evidente la sostanza di una guerra di classe tra i profitti dei padroni e la vita dei lavoratori, interessi inconciliabili che se i lavoratori non modificheranno con una lotta nazionale autorganizzata in un Rete nazionale prevarranno gli interessi dei padroni e continueranno gli incidenti anche mortali dei lavoratori nei luoghi di lavoro.
Una strage sui luoghi di lavoro che è evidente quando muoiono 5 operai tutti assieme ma è una strage quotidiana silenziosa quella di 3 operai che muoiono sul lavoro.
L’altro giorno è successa l’ennesima strage, in questo caso a Napoli nel cantiere della metropolitana di Poggioreale. Antonio Romano, 63 anni, a pochi mesi alla pensione, è l’operaio morto. Feriti i suoi due colleghi, Michele Pannone di 54 anni, è stato ricoverato al Cardarelli per un trauma cranico. Le sue condizioni sono gravi, ma non sarebbe in pericolo di vita. L’altro, un 59enne, Salvatore Agliottone, è all’Ospedale del Mare per una forte contusione a una gamba. Un quarto operaio, 20 anni, era in prossimità del punto nel quale si è verificato l’impatto ma, non viaggiando sul carrello, non ha riportato ferite.
Tutti e tre lavorano per la Sinergo, società che sta realizzando la metro di Capodichino. Sono anche iscritti alla Filca Cisl Napoli e i colleghi hanno sottolineato che "non si sono inventati il loro lavoro dalla sera alla mattina". Davanti al cantiere nella zona di Capodichino, dopo la notizia dell'incidente, sono arrivati alcuni parenti degli operai. Una giovane donna, imparentata con la vittima, è svenuta.
La Procura ha sequestrato la galleria di collegamento tra Capodichino e Poggioreale, la talpa meccanica e il carrello trasportatore. In entrambi i casi si tratta di due locomotori. Il primo utilizzato per scavare il tunnel, attualmente in fase di smontaggio, il secondo, invece, è il trenino utilizzato dagli operai per spostarsi all'interno della Galleria.
L'incidente, secondo quanto appreso dalle prime ricostruzioni, è avvenuto all'altezza dell'imbocco della galleria verso Poggioreale. Il trenino sul quale viaggiavano i 3 operai si sarebbe scontrato per motivi non chiari con un pezzo già smontato della talpa.
Antonio Romano era un lavoratore esperto, iscritto alla Cisl. E che cosa fa il suo sindacato per rendergli giustizia? Un appello alla collaborazione tra operai e padroni!
Giampiero Tipaldi e Massino Sannino, rispettivamente segretario generale della Cisl Napoli e della Flca Cisl Napoli, chiedono che «sindacati e imprese siano parte attiva di una strategia di contrasto fatta di controlli, investimenti e formazione per fermare questa lunga scia di sangue».
La Cgil ricorda che questo è «il secondo incidente, nello stesso cantiere, in pochi mesi».
I confederali, le organizzazioni sindacali di categoria Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil di Napoli, hanno indetto 8 ore di sciopero dei lavoratori impegnati nei cantieri di tutte le linee della Metropolitana di Napoli - Linea 1, 6 e 7 - e Alifana per oggi, con presidio dalle ore 10.00 presso la Prefettura di Napoli.
I confederali chiedono al Prefetto di Napoli "la convocazione urgente di un tavolo di crisi con la partecipazione del sindaco di Napoli e del presidente della Regione Campania e con tutti gli organi preposti alla vigilanza al fine di adottare misure e azioni urgenti e indifferibili su tutto il territorio di Napoli in materia di sicurezza sui luoghi del lavoro".
Il solito rituale che lascerà tutto come prima.
La realtà è che le morti degli operai già accadute sul lavoro non hanno insegnato nulla, con l’azione di copertura dei governi, confederali e mass media, quelle morti saranno al più presto dimenticate, ci si dimentica che erano morti annunciate innanzi tutto e morti che si sarebbero potute evitare.
Noi non dimentichiamo che nella strage degli operai a Casteldaccia a Palermo sarebbero bastate le maschere per proteggere i lavoratori dalle esalazioni del gas, così come si sarebbe potuta evitare la strage a Brandizzo, nel cantiere di Firenze di Esselunga, a Bargi sul lago di Suviana nel bolognese, e tante altre.
La madre dell’operaia Luana D’Orazio ha ricordato che è sempre doloso il crimine dei padroni ma le istituzioni fanno finta di nulla.
Anche nel cantiere della metropolitana di Napoli come a Casteldaccia la responsabilità sono del committente che è il Comune di Napoli e ANM Azienda Napoletana Mobilità
I lavori sono stati affidati al Consorzio tra Partecipazioni Italia (Gruppo Webuild, leader e in quota al 66,83%) e Moccia Costruzioni (al 33,17%).
Circa un mese fa il sindaco Manfredi e l’assessore alle Infrastrutture Cosenza avevano effettuato un sopralluogo nel cantiere, accompagnati da Paolo Carbone, presidente di Metropolitana di Napoli, e dai responsabili delle commesse delle linee metropolitane di Napoli per Webuild, la società che guida il consorzio che sta realizzando lo scalo (ma che ha anche l’incarico di realizzare la mega diga di Geniva e il Ponte sullo Stretto). Il consorzio che ha avuto l’appalto della galleria tra Poggioreale e Capodichino e della camera di ventilazione è Integra, tramite la sua controllata Sinergo.
Ora i confederali chiedono l’apertura urgente di un tavolo di crisi con sindaco e Regione, cioè chiedono di sedersi assieme a chi sono responsabili dei controlli e della vigilanza nel cantiere. Pensiamo che come altre volte la “concertazione” servirà solo a coprire le responsabilità padronali e istituzionali. Loro non sono la soluzione ma sono parte del problema!
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