(da ORE12 Controinformazione rossoperaia del 23/05)
L'8 e il 9 giugno, fra meno di due settimane, ci saranno le elezioni europee.
La domanda immediata che si deve fare è perché i proletari e le masse di lavoratrici e lavoratori, disoccupati, precari e giovani, a cui viene detto addirittura che non hanno un futuro, dovrebbero votare? E per chi poi?
Già adesso l'astensione è altissima ed è anche secondo le previsioni dei sondaggi che sarà anche questa volta almeno al 50% degli aventi diritto, così si dice.
Su chi non va a votare c'è uno studio recente fatto nei comuni con un'astensione che è stata di oltre il 70% che dice che non vanno a votare i più anziani, i poveri e i meno istruiti, cioè appunto quelli che da queste elezioni non ricavano niente, capiscono che non possono avere niente, come non hanno avuto niente in questi anni. Infatti lo studio è relativo agli anni 2019/2022.
E per quale Europa poi? C'è un articolo di oggi che parla di un'Europa spaccata in due, secondo uno studio, schiacciata da due allarmi: la guerra e la salute. Questo studio è stato fatto dalla Commissione europea e non è stato reso pubblico, dice questo articolo. Ma quello che viene fuori è proprio questo: guerra e salute. Poi più avanti aggiunge che la paura riguarda anche il potere d'acquisto che in questi
anni si è abbassato di tantissimo, aumentando il livello di povertà e uno stato di precarietà generale. In ultimo c'è la paura della Terza guerra mondiale.Quindi un'Europa che a queste paure non può dare risposte perché nei programmi di chi si candida, nei partiti che si presentano alle elezioni non c'è nulla di tutto questo ma ci sono le facce di chi si candida e niente dei programmi reali. I programmi sono oramai riassunti in poche parole.
Quasi tutti parlano di un'Europa più forte, di un'Europa più armata in grado di fare una forte concorrenza soprattutto agli USA e alla Cina sul piano delle materie prime, a cominciare da quelle energetiche e poi a livello industriale. Queste cose lo dicono dagli alti livelli, la Yellen per esempio rispetto alla concorrenza con gli Stati Uniti.
Senza unità militare per la difesa e senza unità bancaria per crescere all'estero, quindi senza un mercato unico forte, questa Europa non riesce a fare la concorrenza che dovrebbe. Questo è uno dei problemi - dichiarati o meno dichiarati - di tutti i partiti.
Questi programmi se racchiudono una idea generale di come la borghesia a livello europeo deve concorrere, deve migliorare la propria posizione a livello mondiale, è fatta però di scontri fra i vari Stati, con ostacoli reali, scontri pesantissimi fra i vari Stati e i vari governi e, all'interno di uno Stato, fra i governi e i vari partiti che si fanno la guerra per avere i voti.
Comunque le elezioni sono un rito che la borghesia deve fare, è un rito necessario perché, anche in maniera così sgangherata come stiamo vedendo in questi giorni, dà loro il “consenso” o la “legittimità” a continuare a governare.
Quindi è una corsa sfrenata di tutti questi partiti a garantirsi qualche voto strappandolo agli altri.
Per molti della borghesia è solo un tentativo di avere un posticino a Bruxelles e continuare a fare il parassita anche a livello europeo, ma nella sostanza è fra i partiti chi a livello europeo poi può incidere nella politica generale europea per garantire i propri referenti di classe, la borghesia naturalmente, con le varie sfaccettature della borghesia, quella più finanziaria, quella più industriale, quella delle piccole e medie imprese intese in senso molto largo.
Quindi ogni partito si presenta da solo perché queste elezioni sono con il sistema proporzionale, quindi non c'è bisogno di fare le coalizioni. E fa la campagna per stappare voti agli altri partiti concorrenti. In Italia la cosa è sfacciata. C'è l'esempio di ieri del redditometro che era stato presentato dal governo, che la Meloni ha dovuto togliere subito dal tavolo perché è stata attaccata dai suoi partiti di governo, come Forza Italia e la Lega, dicendo che non si devono mettere le mani in tasca agli italiani, cioè ai ricconi di cui non vogliono sapere come fanno, come continuano a fare i miliardi in maniera più o meno illecita - più illecita che lecita, naturalmente.
Quindi questa corsa a fregarsi i voti è fatta a forza anche di spot elettorali, come sappiamo, e di presa di distanza dalle facce più impresentabili, come dicono loro, cioè esplicitamente fasciste, come sono stati quelli di Alternative für Deutschland, partito tedesco neonazista di cui uno dei suoi membri ha fatto un'intervista dicendo che le SS poi non si può dire che fossero tutte dei criminali.
In Italia hanno cercato tutti di prendere le distanze per accreditarsi come "meno nazisti", meno reazionari di questo neo nazista esplicito che sembra che sia anche alle dipendenze come spione di paesi esteri, esplicitamente detto per esempio della Cina o addirittura pure della Russia.
La borghesia quindi si sta organizzando, si prepara, si fa la concorrenza interna ed estera ed è preoccupata in parte per l'astensione che limita il numero di voti che si possono raccogliere, ma purtroppo non è per niente preoccupata per la presenza, per esempio, di un partito proletario che potrebbe fare concorrenza in senso di classe alla borghesia.
Questo è un problema interno al proletariato in questo momento nel nostro paese che in un modo o nell'altro si deve risolvere.
Milioni di persone però saranno chiamate alle urne e queste persone si stanno facendo un’idea di che cosa siano questi partiti, ma una ce l'hanno chiara, perché in quasi tutti i paesi questi partiti sono pieni di corrotti e di fascisti più o meno aperti. In Italia questa corsa sfrenata è davanti agli occhi di tutti. I partiti sono già screditati agli occhi delle masse perché la maggior parte - con qualche sfumatura di poco conto - è per la guerra, finanzia oggettivamente la guerra inviando soldi all'Ucraina, ma anche sostenendo apertamente Israele nel suo genocidio contro il popolo palestinese.
Il governo della fascista Meloni questo non lo nasconde nemmeno perché il suo programma in Italia è quello della difesa dei padroni, dei loro privilegi, con i miliardi messi a loro disposizione costantemente e, dall'altro lato, dell'attacco alle forze popolari, alla classe operaia, alle sue conquiste storiche, e per farlo meglio sta cercando di smantellare quello che resta della Costituzione con il famigerato Premierato portato avanti in questo momento contro la Costituzione fino a questo momento antifascista, volendo trasformare il paese in senso più dittatoriale. E questo lo vuole fare anche in Europa perché, se ottenesse i voti necessari e una coalizione con tutti i partiti di destra a livello europeo, vorrebbe rimettere mano ai Trattati per togliere quei vincoli che ci sono per esempio nella gestione dei soldi dei migranti, perché questi vincoli creano una difficoltà per i padroni, per i governi, creano difficoltà. Per l'Italia in particolare, visto che la prossima finanziaria sarà veramente difficile da mettere nero su bianco, il Fondo monetario internazionale ha messo le mani nel piatto e ha suggerito in che modo la borghesia italiana e il suo governo potrebbe risolvere sto problema dei conti. E la ricetta è la stessa: tagli a qualsiasi bonus, l'aumento dell'avanzo primario al 3% - ricordiamo che l'avanzo primario è la differenza fra le entrate dello Stato e le uscite dello Stato e quindi per avere un avanzo io devo spendere molto di meno e lasciarmi i soldi in cassa perché poi serviranno per i padroni, per la concorrenza e per pagare gli interessi sul debito che già assommano a 100 miliardi l'anno, interessi naturalmente pagati da chi ha buoni, CCT, il debito dello Stato nelle mani che sono di nuovo quelle dei padroni a livello italiano e internazionale.
Questo quindi porterà il governo a una manovra che si scaricherà di nuovo sulle masse.
Ma la campagna elettorale della Meloni è cominciata molto prima, addirittura col mega spot elettorale del G7 che si terrà in Puglia a metà giugno per accreditarsi come una "grande tra i grandi" anche da questo punto di vista. Ma l'attacco è cominciato contro i migranti che è uno di quegli argomenti che porta voti e in questo senso secondo lei li toglierebbe alla Lega che di questo ne ha fatto da sempre un suo punto forte nelle campagne elettorali in generale. E questo ha fatto la Meloni con l'accordo con l'Albania, con i finti hotspot che dovrebbero nascere in Albania, con la Tunisia e adesso con altri paesi africani, il tutto all'interno del famigerato piano Mattei, altro mega sport elettorale, nel tentativo di prendere voti anche da questo punto di vista.
Gli spot elettorali naturalmente non li fa solo la Meloni, li fanno un po’ tutti, ci provano almeno. Per esempio la Schlein è stata a Palermo per il 23 maggio per le commemorazioni della strage di Falcone, della strage mafiosa e ha partecipato al corteo dichiarandosi quindi antimafiosa, batterà i temi della sanità, delle liste d'attesa lunghe, mentre anche la Meloni sarà a Palermo nei prossimi giorni e, visto che ha le mani nella cassa e sullo Stato, si può permettere, come dice il Giornale, di arrivare con un assegno da 6,8 miliardi da consegnare in parte ai sindaci che non hanno più niente in cassa, non sanno come andare avanti e il resto, e 1 miliardo e 300 milioni per continuare la propaganda sul Ponte che non vedrà mai la luce ma serve a garantire una propaganda anche qui elettorale.
Così come è stato uno spot elettorale quello – vergognosissimo - di Chicco Forti: se n’è andata all'aeroporto ad accogliere questo condannato per omicidio che veniva dagli Stati Uniti; secondo la Meloni questo le porterà voti, ma un livello così basso non si era mai visto.
Ma la campagna elettorale a quanto pare concretamente non la fanno solo i partiti, c'è anche la Confindustria che sta girando l'Italia facendosi la campagna elettorale, incontrando politici di ogni tipo, dicendo che chi verrà eletto dovrà battersi in Europa per mettere al centro l'industria, perché i padroni dicono addirittura che l'Europa si è dimenticata dell'industria, è un punto secondario e questo fa male ai padroni e alla loro possibilità del recupero della competitività a livello interno e internazionale e quindi dicono apertamente che daranno il loro voto a chi si batterà in Europa per dare più peso all'industria.
Come si vede, i padroni scendono pesantemente in campo, dicono esplicitamente che vogliono meno leggi a livello europeo, perché questi li costringe per esempio con la storia della transizione ecologica, della transizione verde, li costringe ad essere meno competitivi perché dovrebbero spendere più soldi e limitare le loro capacità produttive.
Anche questo carico messo nelle elezioni da parte dei padroni si scarica ulteriormente sulle masse popolari, sul proletariato, in generale, perché ogni decisione che verrà presa - già ce lo dicono in campagna elettorale - verrà presa a livello europeo e attualmente la maggiore decisione è concentrata su come continuare a fare la guerra. Si scaricherà da ogni punto di vista, dal bilancio che dovrà essere fatto, ai padroni che vogliono una competitività maggiore, a tutti quelli che dicono che l'Europa deve essere più forte, si continuerà a scaricarli sulle masse popolari e sul proletariato.
Quindi nessuna illusione da questo punto di vista rispetto alle elezioni, non possiamo che dire che ci vuole il boicottaggio elettorale. Il boicottaggio elettorale dev'essere attivo durante questa stessa campagna dei padroni, con una controcampagna per mettere in chiaro quali sono i loro obiettivi di fondo. Una opposizione proletaria e popolare attraverso il boicottaggio che dica chiaro e tondo al proletariato che non ha un proprio partito per pesare realmente, non ha la possibilità di fare quello che un partito proletario deve fare per contrastare la borghesia che si organizza ogni giorno di più in senso reazionario per schiacciare gli interessi del proletariato ancora di più e quindi avere un'organizzazione capace di contrastare ad ogni livello la borghesia. La necessità del proletariato è oggettivamente sempre la stessa: per contrastare il nemico principale in questo momento, che è quello dal punto di vista del nostro paese, il governo Meloni, per mettere in chiaro la propria posizione su quella che non è un'opposizione da nessun punto di vista in questo momento, quella che si definisce di centrosinistra e quindi avere invece una propria forza, costruirla con pazienza, con determinazione, per dare una risposta in questo momento a quest'appello della borghesia alle elezioni europee, ma più in generale per mantenere, conquistare e dare uno sbocco diverso al proprio destino come classe operaia.
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