venerdì 24 maggio 2024

pc 24 maggio - commenti alla posizione e azione reazionaria del gruppo Lotta Comunista - info per il dibattito

 

Su imitazione delle università americane, anche in diverse università italiane come in numerosi altri paesi, centinaia di studenti si sono accampati con tende per protestare contro il genocidio in corso a Gaza, e a sostegno della resistenza palestinese. Una nuova generazione di studenti sta arrivando all’impegno politico di solidarietà e lotta internazionalista per questa via. Come negli Stati Uniti, essi chiedono che le università rescindano gli accordi di collaborazione con le università israeliane complici del genocidio in corso e della colonizzazione armata della Cisgiordania. E protestano contro il sostegno militare e politico del governo italiano allo stato oppressore sionista di Israele. Negli USA molti sono stati gli interventi della polizia per sgomberare gli accampamenti, con migliaia di arresti. In alcuni campus i filo-palestinesi sono stati attaccati fisicamente da squadre sioniste – come alla UCLA di Los Angeles, dove la polizia ha lasciato fare.

In Italia la polizia non è finora intervenuta, per evitare che la repressione provocasse come risultato non voluto un’ondata di solidarietà con il movimento degli studenti pro-Palestina. I gruppi sionisti italiani non hanno i numeri per compiere delle incursioni squadristiche contro assembramenti di massa, anche se non si sono fatte mancare brutali aggressioni contro singoli (vedi Karem Rohana e Chef Rubio). E allora ecco Lotta Comunista proporsi per una supplenza di fatto mandando i suoi squadristi alla Statale di Milano – è accaduto sia giovedì 16 che martedì 21 maggio – ad aggredire gli studenti accampati nell’androne dell’Università. Con pugni e calci a sangue freddo, senza neppure cercare una provocazione. Cosa sta succedendo? Parlano i fatti: almeno a Milano il ruolo dello squadrismo sionista in Italia se lo stanno assumendo loro, questi sedicenti “leninisti”, per i quali la resistenza palestinese al colonialismo israeliano e occidentale sarebbe “terrorismo reazionario”, e che in questo modo rinnegano in una sola volta due capisaldi della politica di Lenin: il sostegno alle lotte di liberazione nazionale contro l’imperialismo, e quello della lotta contro il “proprio” imperialismo.

Dopo aver acquisito benemerenze dentro gli apparati della CGIL collaborazionisti con il padronato, che vogliano addirittura acquisire benemerenze anche presso gli apparati dello Stato quale “partito dell’ordine” andando a malmenare studenti che giustamente protestano contro gli accordi della propria università con quelle israeliane? Il dubbio sorge spontaneo, se è vero che la Digos, presente durante entrambe le aggressioni, ha lasciato fare, e da quanto ci è stato riferito, se è intervenuta, lo ha fatto per bloccare la reazione degli studenti che, colti inizialmente di sorpresa con alcuni di loro che sanguinavano al capo, si sono poi validamente difesi mettendo in fuga gli aggressori. E non ci si venga a raccontare che questi bodyguard sono operai o lavoratori, che a metà mattina hanno il tempo di fare una spedizione squadristica…

Nel luglio 2023 e poi nel febbraio di quest’anno Lotta Comunista ha organizzato degli “incontri internazionali” su posizioni di internazionalismo totalmente platonico e verbale, dove ciò che è assolutamente assente è la lotta concreta contro la politica imperialista del governo italiano, dello stato italiano, delle imprese italiane. A questi incontri hanno partecipato due dozzine di gruppi delle varie tendenze di sinistra extra-istituzionale, soprattutto trotzkisti e anarchici, spesso su posizioni opposte per quanto riguarda la guerra in Ucraina (sostenitori dell’Ucraina come della Russia), ma in gran maggioranza sostenitori della causa palestinese contro l’oppressione sionista. È bene che queste organizzazioni conoscano i FATTI che stanno sopra e sotto la bolsa fraseologia falsamente internazionalista, in realtà euro-centrica e – al fondo – sciovinista, di Lotta Comunista. Non abbiamo notizia che il servizio d’ordine di L.C. sia mai intervenuto negli ultimi decenni a fianco di un picchetto operaio (che sia uno di numero!) contro la violenza poliziesca e padronale. Hanno invece ritenuto necessario mandare i loro picchiatori contro gli studenti che manifestano contro la politica del governo Meloni.

Come per gli individui, anche per le organizzazioni ciò che conta non è quel che dicono di sé, ma quel che realmente fanno. Perché hanno individuato negli studenti delle tende e non nel governo Meloni, nella Leonardo o nell’ENI il nemico da combattere? Oltre a mirare a obiettivi di bassa bottega, come l’estromissione di gruppi concorrenti dalla “piazza” della Statale, è chiaro che si propongono come servizio d’ordine filo-governativo, che svolge quel lavoro sporco che le forze dell’ordine hanno difficoltà a fare, sia
contrastando chi combatte realmente l’imperialismo di casa nostra sia fornendo pretesti per le prossime repressioni (è già partita la campagna mediatica per chiedere lo sgombero delle università col pretesto degli scontri interni). Per chi li ha conosciuti anche da vicino, è indimenticabile la decisione di Lotta comunista, nei famosi giorni del G-8 del luglio 2001, una decisione opportunamente comunicata alla questura, di andare a diffondere il loro giornale nei paesi dietro Genova – a significare, anche fisicamente, che “noi con queste dimostrazioni anti-capitaliste non abbiamo nulla a che vedere”. Ma questa volta sono andati oltre, parecchio oltre. Non si sono limitati a disertare, a Milano e ovunque, tutte le manifestazioni a sostegno del popolo e della resistenza palestinese; hanno voluto mettersi in mostra come parte in causa attiva nell’aggressione agli studenti solidali con la Palestina (e Libero, il Corriere della sera e altri giornali padronali hanno subito colto e valorizzato il segnale). Chi è in grado di screditare il comunismo più efficacemente di loro? Forse neppure un Marco Rizzo, ed è quanto dire.

È bene che chi li frequenta, più o meno incautamente, li conosca per le loro azioni.

23 maggio

Tendenza internazionalista rivoluzionaria

 

Prima a Milano poi a Roma. Gli studenti alle prese con il settarismo, quello vero

Prima all’università statale di Milano, poi ieri ai cancelli della Sapienza di Roma, i militanti del gruppo Lotta Comunista hanno scelto di menare le mani contro gli studenti impegnati nelle mobilitazioni sulla Palestina e contro la collaborazione degli atenei con Israele.

Circostanze e metodi hanno fatto pensare all’ipotesi peggiore: quella di attacchi di gruppi di destra o di ultrà sionisti contro le accampate solidali con il popolo palestinese. Ma la realtà, pur confermando la gravità degli assalti “muscolari”, ha rivelato ben poca cosa.

Si è trattato infatti di un caso di settarismo esponenziale, quello praticato dai gruppi extraparlamentari negli anni Settanta che spesso ha portato a risse che raramente ha lasciato un buon ricordo di se.

Lotta Comunista in questo ha poi ha una tradizione tutta sua. Ha sempre schifato i rapporti con tutti gli altri gruppi o movimenti – liquidandoli sistematicamente come piccolo borghesi – e attuato un modello di intervento più simile a quello della divulgazione settarista – nel senso letterale – del proprio giornale e dello stalkeraggio fino alla sfinimento verso chi decide di acquistarlo. Ma non è questa la sede e il momento per approfondire tale aspetto.

In questa linea grigia di relazioni con il resto del mondo, è probabile che alla Statale di Milano sia volata prima qualche parola, poi qualche spinta infine l’invito a non andare a catechizzare gli studenti dell’accampata.

Ma una setta in quanto tale ritiene sempre di doversi far rispettare, da qui la spedizione punitiva contro le tende degli studenti milanesi finita su un video diventato virale.

Inutile dire che la notizia è circolata rapidamente in tutte le accampate universitarie, ragione per cui ai cancelli della Sapienza ieri mattina c’era un cordone di dissuasione verso i diffusori di Lotta Comunista. Ma anche in questo caso, invece di prendere atto di una situazione e cercare una via d’uscita politica, Lotta Comunista ha scelto di menare le mani con gli studenti, ritenendo così di “salvare l’onore” ma peggiorando decisamente le cose.

Tenendo conto che gli studenti delle accampate universitarie sono già nel mirino del governo, della polizia, dei gruppi sionisti, aggiungere problemi di “ordine pubblico” nelle università significa fare un servizio a chi vuole smantellare – con le buone o con le cattive – queste esperienze di mobilitazione. Non rendersene conto significa rendersene complici.


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