L’ultima della Lega: vuol vietare le manifestazioni contro Israele
Giacomo Salvini – Il Fatto Quotidiano
Per questo, con la scusa di combattere gli atti di antisemitismo, ora il Carroccio vorrebbe proibire le manifestazioni in cui vengono criticate le istituzioni di Israele: a chiederlo è una proposta di legge presentata dalla Lega in Senato il 30 gennaio e depositata mercoledì, proprio il giorno in cui a Napoli alcuni manifestanti venivano manganellati sotto la sede Rai mentre protestavano per chiedere la pace nella Striscia di Gaza dopo le polemiche per le frasi di Ghali a Sanremo (“Stop al genocidio”).
La proposta di legge è firmata dal capogruppo della Lega Massimiliano Romeo e dai senatori Daisy
Pirovano e Giorgio Maria Bergesio e ha un titolo generico: “Disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo”. Un testo snello di tre articoli in cui l’obiettivo sembra solo essere quello di adottare la definizione di antisemitismo formulata dall’Assemblea plenaria dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto nel 2016.Per antisemitismo, si legge nel testo, si intende “una determinata percezione degli ebrei che può essere espressa come odio nei loro confronti, le cui manifestazioni, di natura verbale o fisica, sono dirette verso le persone ebree e non ebree, i loro beni, le istituzioni della comunità e i luoghi di culto ebraici”.
zioni marcatamente fasciste, a partire da Acca Larenzia. IL RESTO della legge riguarda iniziative contro l’a nt i s e mi t ismo che devono essere prese dalla presidenza del Consiglio con un apposito decreto: si va dalla creazione di una banca dati per gli episodi di antisemitismo a forme di sensibilizzazione per docenti e forze di polizia. Misure dietro cui si nasconde la proposta di negare le manifestazioni di piazza.
Quella della Lega è una proposta di legge, ma la norma potrebbe essere presentata come emendamento nel primo provvedimento utile, forse già il ddl Sicurezza in arrivo al Senato. Intanto ieri il sottosegretario leghista Alessandro Morelli ha proposto un “daspo per gli artisti che fanno politica” riferen – dosi ai casi di Dargen D’Amico e Ghali: “Dovrebbero stare per un periodo fuori dalla Rai”.
Una definizione piuttosto controversa: studiosi e università di tutto il mondo infatti hanno criticato gli esempi dell’Ihra che davano applicazione alla definizione, tra cui quella di “negare agli ebrei il diritto all’autodeterminazione, sostenendo che l’esistenza dello stato di Israele è una espressione di razzismo” e “applicare due pesi e due misure nei confronti di Israele richiedendo un comportamento non atteso da o non richiesto a nessun altro stato democratico”.
Anche perché, è la critica, questi esempi di applicazione potrebbero essere utilizzati strumentalmente per fermare ogni forma di dissenso.
E infatti la Lega all’articolo 3 della proposta inserisce proprio una norma contro le manifestazioni. Il Carroccio dà la possibilità alle questure di negare l’autorizzazione a riunioni o manifestazioni pubbliche “per ragioni di moralità” anche in caso di “valutazione di grave rischio potenziale per l’utilizzo di simboli, slogan, messaggi e qualunque altro atto antisemita ai sensi della definizione operativa di antisemitismo adottata dalla presente legge”, si legge nella proposta.
Con la scusa di combattere l’antisemitismo, la Lega chiede di proibire le manifestazioni di piazza utilizzando criteri piuttosto generici, visto che la definizione di antisemitismo prevede anche forme di “odio fisico e verbale nei confronti delle istituzioni ebraiche”, cioè lo Stato di Israele.
Nella relazione tecnica alla proposta si fa proprio riferimento alle manifestazioni di queste settimane dopo il 7 ottobre: “Focolai che si sono già estesi sotto la veste di antisionismo, dell’odio contro lo Stato ebraico e del suo diritto a esistere e difendersi – scrivono i senatori della Lega – La moltiplicazione di episodi antisemiti si è in parte fondata sul negazionismo delle violenze perpetrate il 7 ottobre e su un radicale rifiuto di Israele che ripropone, proiettandolo sulla dimensione statutale, pregiudizi antisemiti ancora troppo diffusi”.
Una proposta piuttosto inusuale visto che la Lega non si è mai espressa per proibire manifestazioni marcatamente fasciste, a partire da Acca Larenzia. Il resto della legge riguarda iniziative contro l’antisemitismo che devono essere prese dalla presidenza del Consiglio con un apposito decreto: si va dalla creazione di una banca dati per gli episodi di antisemitismo a forme di sensibilizzazione per docenti e forze di polizia.
Misure dietro cui si nasconde la proposta di negare le manifestazioni di piazza.
Quella della Lega è una proposta di legge, ma la norma potrebbe essere presentata come emendamento nel primo provvedimento utile, forse già il ddl Sicurezza in arrivo al Senato.
Intanto ieri il sottosegretario leghista Alessandro Morelli ha proposto un “daspo per gli artisti che fanno politica” riferendosi ai casi di Dargen D’Amico e Ghali: “Dovrebbero stare per un periodo fuori dalla Rai”.
one, tra cui quella di “negare agli ebrei il diritto all’autodeterminazione, sostenendo che l’esistenza dello stato di Israele è una espressione di razzismo” e “applicare due pesi e due misure nei confronti di Israele richiedendo un comportamento non atteso da o non richiesto a nessun altro stato democratico”.
Anche perché, è la critica, questi esempi di applicazione potrebbero essere utilizzati strumentalmente per fermare ogni forma di dissenso.
E infatti la Lega all’articolo 3 della proposta inserisce proprio una norma contro le manifestazioni. Il Carroccio dà la possibilità alle questure di negare l’autorizzazione a riunioni o manifestazioni pubbliche “per ragioni di moralità” anche in caso di “valutazione di grave rischio potenziale per l’utilizzo di simboli, slogan, messaggi e qualunque altro atto antisemita ai sensi della definizione operativa di antisemitismo adottata dalla presente legge”, si legge nella proposta.
Con la scusa di combattere l’antisemitismo, la Lega chiede di proibire le manifestazioni di piazza utilizzando criteri piuttosto generici, visto che la definizione di antisemitismo prevede anche forme di “odio fisico e verbale nei confronti delle istituzioni ebraiche”, cioè lo Stato di Israele.
Nella relazione tecnica alla proposta si fa proprio riferimento alle manifestazioni di queste settimane dopo il 7 ottobre: “Focolai che si sono già estesi sotto la veste di antisionismo, dell’odio contro lo Stato ebraico e del suo diritto a esistere e difendersi – scrivono i senatori della Lega – La moltiplicazione di episodi antisemiti si è in parte fondata sul negazionismo delle violenze perpetrate il 7 ottobre e su un radicale rifiuto di Israele che ripropone, proiettandolo sulla dimensione statutale, pregiudizi antisemiti ancora troppo diffusi”.
Una proposta piuttosto inusuale visto che la Lega non si è mai espressa per proibire manifestazioni marcatamente fasciste, a partire da Acca Larenzia. Il resto della legge riguarda iniziative contro l’antisemitismo che devono essere prese dalla presidenza del Consiglio con un apposito decreto: si va dalla creazione di una banca dati per gli episodi di antisemitismo a forme di sensibilizzazione per docenti e forze di ponon è mia intenzione limitarlolizia.
Misure dietro cui si nasconde la proposta di negare le manifestazioni di piazza.
Quella della Lega è una proposta di legge, ma la norma potrebbe essere presentata come emendamento nel primo provvedimento utile, forse già il ddl Sicurezza in arrivo al Senato.
Intanto ieri il sottosegretario leghista Alessandro Morelli ha proposto un “daspo per gli artisti che fanno politica” riferendosi ai casi di Dargen D’Amico e Ghali: “Dovrebbero stare per un periodo fuori dalla Rai”.
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