sabato 17 febbraio 2024

pc 17 febbraio - Il "modello Caivano" razzista e imperialista del governo Meloni contro gli immigrati e la sua politica carceraria (da Controinformazione rossoperaia del 16/02)

 

Il governo Meloni è un governo razzista, imperialista e quindi affronta i problemi del Mediterraneo, dell'Africa, i problemi degli immigrati con una logica razzista e imperialista. E, involontariamente, lo ha dichiarato in occasione della giornata del 15 febbraio con l'informativa al Consiglio dei ministri, quando Meloni ha parlato di “modello Caivano”.

Caivano, come si sa, è il quartiere della provincia di Napoli dove sono avvenuti i fatti truci, la violenza e lo sfruttamento delle bambine, dove vi è un'alta densità di presenza camorristica di vario genere che controlla il territorio da sempre, con la complicità - lo si voglia o no - di politici, Stato, istituzioni e parte delle forze dell'ordine.

Quando è scoppiato il caso Caivano vi è stato un ambaradam in questa realtà, con governo, ministri degli interni, ecc ecc.. che hanno, di fatto, costruito nel quartiere, con una logica di militarizzazione, un “modello” di sedicente lotta alla camorra.

Parlare di “modello Caivano” sul fronte dei migranti significa obiettivamente considerare tutti i

migranti delinquenti, camorristi, violentatori e così via. E l'immaginario che si vuole costruire è di un governo che affronta e tratta in questa maniera la questione dei migranti, quindi con un modello poliziesco, con un modello espulsivo, con un modello carcerario nei confronti dei migranti, intesa la grande massa di migranti che arriva sulle nostre coste dopo viaggi inumani e inenarrabili, con tutto ciò che ormai sanno tutti: quello che avviene in Libia, quello che avviene in altri paesi del Nord Africa nei confronti dei migranti e quello che avviene poi in mare, e la strage di Cutro, il naufragio che ha visto morire anche donne e bambini, sta lì a rappresentarlo proprio durante la prima fase del governo Meloni.

Questa è la logica che guida questo governo nel trattare la vicenda dei migranti. A questo si aggiungono le novità che il governo Meloni ha costruito attraverso il Patto italo-albanese con cui i migranti vengono deportati in Albania, rinchiusi in strutture carcerarie tipo CPR, gestite direttamente dal personale militare e poliziesco italiano con la collaborazione di un governo di servi dei servi come l'attuale governo albanese. Per poterli nel silenzio maltrattare e nel silenzio espellerli e ricacciarli all'inferno da cui sono venuti.

Questo è l'altro aspetto, l'aspetto imperialista della questione. Un aspetto imperialista che comporta un rapporto con i paesi - come l'Albania ma in particolare quelli che sono sul versante africano del Mediterraneo: la Libia, la Tunisia - con i quali si stabiliscono rapporti e relazioni finanziandoli, in cambio di svolgere per conto dell'Italia il ruolo di blocco dell’ondata dei migranti, con l'obiettivo non solo di cacciare i migranti ma anche di aumentare il controllo economico sulle economie di questi paesi a favore dei padroni delle multinazionali italiane.

Soldi dello Stato usati per finanziare sotto questa veste, una volta chiamata “piano Mattei”, un'altra volta chiamata in altra maniera, ma con lo stesso identico obiettivo: praticare una politica razzista e imperialista nei confronti del Mediterraneo e dei Balcani con cui stabilire una relazione neo coloniale che alla lontana ricorda la politica africana di Mussolini e dell'imperialismo in generale.

È chiaro che se i migranti sono le vittime principali di questa politica, se i paesi sul Mediterraneo, attraverso questi legami, confermano la loro natura di paesi oppressi dall'imperialismo - cioè dal nostro imperialismo – i popoli devono liberarsi dei loro regimi complici dell'imperialismo e combattere la presenza imperialista nell'area e in particolare quella italiana naturalmente, oltre a quella francese e di ogni altro paese che opera nel Nord Africa verso questi paesi, con gli stessi intenti del governo italiano e spesso in concorrenza con lo Stato e il governo italiano.

E’ nel nostro paese che si combatte però la battaglia principale, siamo noi che dobbiamo combattere il nostro governo razzista/imperialista e nessun altro. Non si può fare affidamento sull'Europa che ogni tanto solleva i problemi dei diritti umani e del carattere dell'azione di questo governo ma poi gli sta bene che il lavoro sporco lo faccia l'Italia e contribuisca in questa maniera a frenare l'ondata dei migranti che poi, in gran parte, non rimane in Italia, ma si riversa nei paesi economicamente più forti e dove vi sono comunità migranti di più, lunga data e molto più grandi. Quindi non si può contare sull'Europa come freno alla politica razzista, imperialista del governo italiano. Tocca a noi fare il “lavoro pulito” per così dire, lottare contro le politiche di questo governo, rovesciare questo governo, costruire un altro paese, un altro governo, un altro Stato, accogliente e solidale, che costruisca un'alternativa al modello capitalista, razzista, imperialista di questo governo, dei precedenti governi, dei futuri governi dei padroni e dei governi imperialisti europei.

L'altra questione che si lega alla politica verso i migranti è la politica carceraria.


E su questo una tappa ulteriore è stata l'incontro con la Romania.

Si incontrano Italia e Romania. L'Italia conferma il suo ruolo nella NATO e a fianco dell'Ucraina nella guerra interimperialista per interposta persona che si svolge in questo paese, che comporta l'invio di armi, soldati e truppe in questo scacchiere e peraltro in Romania in particolare, come uno dei paesi di frontiera in questa guerra che ne può essere coinvolto. A questo ci aggiunge il piano cosiddetto svuota-carceri. C'è un altro modo di espellere i migranti e di inviarli a scontare la cosiddetta “pena” nel paese d'origine e questo riguarderebbe i detenuti rumeni che si trovano nel nostro paese.

Noi siamo radicalmente contrari a questo piano perché se scappano dalla Romania è perché è un regime antioperaio e antipopolare, è un regime capitalista selvaggio, reazionario, è un regime asservito agli interessi dell'imperialismo e quindi tratta il suo popolo nella maniera peggio possibile ed è uno dei regimi da cui si scappa. E se si scappa, l'ultima cosa che dobbiamo fare è di riconsegnarli a un regime, per di più se si trattasse di migranti detenuti nel nostro paese per motivi legati a reati che avrebbero commesso nel nostro paese, sarebbe un vero e proprio appalto delle carceri, un'altra schifezza di tipo barbaro, contraria ai diritti umani e alle norme elementari del diritto internazionale, per cui vi sono dei paesi in cui si commettono i reati ma per il loro rapporto di paesi più ricchi, imperialisti, si possono prendere i detenuti e mandarli nel loro paese a scontare la pena, cioè ad appaltare lì il carcere.

Anche questo è il razzismo, anche questa è una politica liberticida, inumana, anche questo è imperialismo. 

Spiegare con calma, tranquillità, ma con decisione agli operai, ai proletari del nostro paese è un compito nostro che non può essere appaltato ai giornali né tantomeno alle associazioni che sono solidali con i migranti che già fanno molto e meno che mai alla Chiesa, che certamente ci mette una parola sua buona, che molte volte suona a critica, a smentita delle politiche del governo. Però, francamente, non pensiamo che questa azione della Chiesa abbia cambiato mai sostanzialmente nulla nelle politiche dei governi e anche del nostro governo. Con buona pace di Papa Francesco.

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