Riprendiamo questa settimana ORE 12 Controinformazione rossoperaia innanzitutto informando chi ci ascolta che è uscito il nuovo numero del giornale stampato che è tratto dalla Controinformazione quotidiana che facciamo quattro volte alla settimana in questo nuovo anno. Il numero stampato ha una funzione particolare, quella di selezionare tra i temi e i pezzi trattati nella giornaliera controinformazione audio e fare uno strumento di intervento diretto tra gli operai, i lavoratori, le masse, sia innanzitutto ai posti di lavoro, alle portinerie delle fabbriche, nelle assemblee dei lavoratori tenute dallo Slai Cobas o dalle diverse organizzazioni sindacali e sia usarlo nella partecipazione alle manifestazioni che si tengono in varie realtà durante la settimana.
Questo numero contiene e riprende il problema della guerra e del ruolo dell'Italia nella guerra commentando l'intervista a quel maiale che è il Ministro Crosetto, ministro di punta del governo Meloni, legato e stipendiato - come è stato dimostrato - dalle grandi industrie belliche, in particolare dalla Leonardo. Questo Ministro ormai è la voce ufficiale dell'ala peggiore del militarismo e dell'imperialismo italiano.
Ha fatto un'intervista che abbiamo commentato. Questo commento è presente nel numero stampato di ORE 12 in uscita oggi sotto il titolo “il governo Meloni/Crosetto va alle guerre per i profitti e vuole i riservisti”.
Un altro articolo che è contenuto è quello relativo al viaggio della Meloni in Giappone che, al di là di
come è stato presentato e incensato e al di là del del fatto oggettivo che la Meloni è andata in Giappone a raccogliere lo scettro per la gestione del nuovo G7 - che quest'anno si tiene in Italia, in Puglia, intorno alla metà di giugno - che sarà molto importante sia per il nostro paese sia a livello mondiale. Noi siamo tra quelli che vogliono che questo G7 sia fortemente contestato a giugno, con una grandissima partecipazione nazionale e internazionale. Ma intanto il viaggio in Giappone è stato anche molto di più, come tutti i recenti viaggi della Meloni: da un lato piazzista dei padroni, va lì per stringere legami economici con le grandi industrie, con le grandi multinazionali del Giappone, per favorirne sia i legami con l'Italia sia servirle su un piatto d'argento dentro la criticità delle situazioni italiane come piattaforma economica a servizio degli interessi economici generali dell'imperialismo e dei padroni. Pensate al settore auto, pensate alla siderurgia, ecc ecc.L'altro elemento di questi viaggi sono di legarsi militarmente, organizzare la presenza italiana militare - in questo caso nel grande e strategico scacchiere Indo Pacifico dove si vanno accumulando anche lì i motivi dello scontro tra le potenze imperialiste, in primis USA/Cina nella marcia che sembra purtroppo inarrestabile verso un terzo conflitto mondiale - e in questo contesto la Meloni fa da piazzista dell'industria bellica, dei mercanti di cannone, come dice il titolo.
L'altra parte di questo numero stampato è legato alla protesta degli agricoltori. Il titolo dice tutto: “la protesta degli agricoltori rappresenta anche l'interesse di lavoratori e masse? ” A questa domanda gli articoli fatti dalla Controinformazione audio dicono di NO e cercano di spiegarlo dando uno strumento ai proletari e alle masse popolari per orientarsi tra cose giuste e cose sbagliate di questa grande protesta.
Infine due pagine abbiamo dedicato per la libertà di Ilaria Salis, questa giovane antifascista, realmente coraggiosa, attiva, che è andata a sfidare i nazisti e il regime che li protegge di Orban, grande amico di Salvini e della Meloni, è una vera eroina del nostro tempo. E per questo, come molte volte è successo agli eroi ed eroine nelle vicende storiche, viene trattata come una bestia incatenata quando le vere bestie sono al governo e le vere bestie sono gli amici in Italia di questo governo.
Una pagina è dedicata alla lotta e alle contraddizioni presenti nelle due grandi fabbriche o complessi industriali del nostro paese: alla Stellantis Mirafiori dove gli operai sono scesi in sciopero e questa è una buonissima notizia a fronte dei piani di chiusura di ridimensionamento di padroni e le contraddizioni tra padroni e governo scaricate sui lavoratori.
E l'altra è la vicenda infinita dell'ex Ilva dove - in particolare nell'appalto Ilva - si combatte una vita per la vita e la morte, non certo dello stabilimento - o diremmo anche dello stabilimento - ma innanzitutto la vita dei lavoratori dell'appalto che sono tutti a casa in cassa integrazione, anticamera di esuberi e licenziamenti, mentre continua il teatro dell'assurdo del confronto padroni - ArcelorMittal in primis - Governo che, ora come ora, è scaricato sui lavoratori, innanzitutto anche attraverso il mancato pagamento dei crediti alle ditte dell'appalto, molte delle quali dipendono da questi pagamenti per la loro continuità aziendale.
Questa Controinformazione rossoperaia è un numero piccolo ma con grandi ragioni e con grandi temi che affronta, che noi distribuiamo a contributo o gratuitamente ai lavoratori, perché i lavoratori devono avere nelle loro mani uno strumento concreto sul posto di lavoro per potersi orientare sulle cose e per potersi stabilizzare come soggetto reale del nostro lavoro, che poi significa autonomia operaia, organizzazione, intensificazione della lotta di classe contro padroni e governo ma, nella prospettiva, per rovesciare padroni governo e il loro sistema.
I giornali di oggi due cose mettono particolarmente in evidenza: quello che avviene in Palestina, dove il regime dei mostri sionisti, neonazisti, rappresentati dallo Stato di Israele e dal suo governo Netanyahu, protetto armato dall'imperialismo americano e sostenuto tra tutti i governi, vuole condurre un'altra tappa del genocidio in atto, vuole attaccare Rafah per massacrare i palestinesi, cacciarli come topi dalla loro terra e mettere le mani sull'intera Striscia di Gaza e fanno un altro pezzo dello Stato di Israele. Un crimine contro l'umanità, un genocidio in atto, come dice anche la Corte di giustizia europea che ha aperto un processo su questo - lo ha dichiarato ammissibile - che bisogna contribuire a fermare innanzitutto con la mobilitazione operaia e popolare, che serva non solo a esprimere solidarietà, ma costringere governi, Istituzioni, comunque essi siano, a contribuire al cessate il fuoco e a fermare la mano genocida d'Israele.
L'altro aspetto è il potenziale accordo che si sarebbe realizzato con un'ala del movimento degli agricoltori, quello chiamato di “Riscatto agricolo” e il governo attraverso gli incontri che ci sono stati con il ministro Lollobrigida. Questo accordo sono le briciole per chi realmente lottava per la sopravvivenza, che servono a fermare la lotta, sia nelle ragioni giuste sia nelle ragioni che chiamiamo ingiuste, cioè di quelle rivendicazioni che non condividiamo e che sono peraltro legate al rapporto tra il mondo agricolo e il governo, che certo non nasce in queste ore, ma è precedente ed è una parte di quel mondo, quello dei proprietari terrieri, dei medi produttori, che ha già sostenuto il governo nella sua ascesa.
Quindi di questo accordo di una cosa siamo sicuri: non risolverà i problemi della piccola agricoltura, non risolverà i problemi dei lavoratori della terra, non risolverà i problemi che originano un'agricoltura malsana e uno spaventoso aumento dei prezzi, dei prodotti dell'agricoltura, attraverso la catena infame che li trasforma in profitto per le grandi multinazionali del commercio.
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