Aggiornamento da Gkn.
Una presenza che si misura in centinaia di persone.
Presenza digos a distanza, celere parcheggiata a diversi chilometri di
distanza.
I camion non si sono visti.
Abbiamo visto solo alcuni operai in pettorina gialla di una ditta di
smontaggi industriali, ma formalmente ai cancelli non si é presentato
nessuno.
Ora stiamo facendo microfono aperto davanti ai cancelli.
Rimarremo qua ancora ore ma come preventivato oggi era solo il primo
atto dell'affondo contro il presidio.
Oggi ci stanno misurando la febbre... e noi ci siamo.
Il sindacalismo di base ha raccolto l'invito a dichiarare lo stato
d'agitazione permanente in modo da dare copertura ad oltranza a tutti i
coloro che all'occorrenza vorranno accorrere a chiamate improvvise e
necessarie anche nei prossimi giorni.
Risposta forte per i recenti attacchi ai lavoratori della ex-GKN e al Collettivo di Fabbrica. Da stamattina centinaia di lavoratori e lavoratrici, realtà politiche, sociali e sindacali solidali si sono ritrovate in presidio davanti ai cancelli dello stabilimento metalmeccanico di Campi Bisenzio. Nella
giornata di venerdì, infatti, la direzione di QF -impresa di Francesco Borgomeo, che nel dicembre scorso ha rilevato lo stabilimento- ha inviato una lettera alle RSU per annunciare l’inizio dei lavori di “sistemazione e smobilizzo” dei materiali interni alla fabbrica.Da mesi è in atto un’escalation di tensione crescente tra la nuova dirigenza e il collettivo di fabbrica, che sembra aver raggiunto il suo apice negli ultimi giorni, con quello che il Collettivo ha definito essere “l’attacco più duro e frontale che questo presidio ha subito dal 9 luglio 2021” data di inizio dell’occupazione permanente della fabbrica da parte dei lavoratori contro le volontà di delocalizzazione. Da tempo si susseguono dichiarazioni da parte della nuova dirigenza aziendale che intimano lo sgombero dei locali e dei macchinari per permettere la “reindustrializzazione” dello stabilimento, ma dopo aver disatteso l’accordo quadro e in assenza di un serio piano aziendale, la volontà che appare più chiara -a detta delle RSU- è quella di svuotare definitivamente il sito e riuscire ora, con l’appoggio di Confindustria e delle istituzioni al nuovo piano industriale con padroni italiani, in quello che non riuscì al fondo finanziario Melrose, ex proprietari britannici della fabbrica: smantellare le linee produttive e attuare la delocalizzazione.
Sembra che si stia entrando in una nuova fase per la vertenza degli operai della ex-GKN, in cui emerge evidente la volontà di innalzare il livello dello scontro da parte della dirigenza aziendale che, forte del supporto del nuovo Governo al “Made in Italy”, avanza provocazioni per mettere alla prova la tenuta del presidio; si parla di “fabbrica occupata illegalmente” e si millantano lettere di sostegno pervenute alla dirigenza QF da parte di lavoratori “non più disposti ad accettare l’illegalità diffusa e l’occupazione abusiva”. Tentativi subdoli di minare dall’interno la resistenza degli operai che da 16 mesi sono in occupazione continua dello stabilimento e dividere la lotta dei lavoratori.
E di fatto l’arrivo dei camion per prelevare il materiale previsto per le 8.00 di stamattina è stato disatteso. Viene quasi spontaneo pensare che la volontà sia stata quella di mettere alla prova e testare le capacità di risposta all’ennesimo attacco, o -più semplicemente- che la risposta pronta ed organizzata di lavoratori, studenti e varie realtà solidali, ancora una volta sia stata sufficiente a far cambiare i piani ai padroni. Un segnale importante è venuto dalle sigle del sindacalismo di base; USB COBAS SI COBAS e CUB hanno infatti indetto una giornata di sciopero su Firenze per poter permettere la maggior confluenza possibile di lavoratori davanti ai cancelli della fabbrica.
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