lunedì 7 novembre 2022

pc 7 novembre - La Rivoluzione d'Ottobre ha mostrato chiaro: senza il potere operaio tutto è illusione - Oggi streaming

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Riportiamo parti dell'intervento del 2021

"...L’anniversario dell’Ottobre serve a chiarire a noi stessi e alle avanguardie della classe operaia, del popolo diviso in classi, ai militanti che aspirano alla rivoluzione e al comunismo, ai giovani che guardano al di là dei movimenti esistenti e hanno una prospettiva di trasformazione rivoluzionaria, alle donne che vogliono incarnare la loro battaglia per una società e per un potere alternativo non solo all'esistente ma in una certa maniera a qualsiasi potere che sia nato nella storia, il cuore del problema, che per i comunisti, per le avanguardie operaie, per il proletariato come classe, per le masse popolari è la conquista del potere operaio...

"Salvo il potere tutto è illusione", diceva Lenin, perché effettivamente ieri come oggi non sono tanto le aspirazioni e i desideri che possono cambiare la realtà e né la lotta intorno a questi desideri e aspirazioni ma il fatto di avere il potere per realmente trasformare i desideri in realtà, con un sistema di potere che permetta ai proletari e alle masse di decidere del loro destino...

Il messaggio immortale nella Rivoluzione d'ottobre è quindi la battaglia per il potere operaio... non è un potere per il potere, è invece volto alla soluzione dei problemi urgenti delle masse...

...Per tradurre il progetto dell'Ottobre nella realtà dell’oggi dobbiamo assimilare come si realizza un "Ottobre", cioè una rivoluzione autentica. Lenin ci ha dato insegnamenti fondamentali su questo, non certo partoriti a tavolino, ma partoriti e verificati in una storia gloriosa che ha raggiunto la verifica dei fatti, perché alla fine è la verifica dei fatti che conferma la giustezza delle teorie, delle idee e delle ideologie.

L’asse centrale è stata la trasformazione dello sciopero economico in sciopero politico e

dello sciopero politico in insurrezione. Di questo occorre realmente prendere coscienza, senza che si sviluppano in un paese in grandi dimensioni scioperi economici, cioè scioperi generali come li chiamiamo, che mettano in discussione le condizioni di vita, di lavoro e di sfruttamento, non ci sono le condizioni perché le masse li possano trasformare in qualcosa di più alto. Questo è costantemente il compito dei comunisti, ma se i comunisti non sono dei predicatori disarmati hanno la necessità di considerare il passaggio dello sciopero economico come un elemento di base nel processo di trasformazione; questo non ha nulla a che fare con l’economicismo, ma ha a che fare con la materialità del percorso della rivoluzione. Nello stesso tempo quando si dice trasformare lo sciopero economico in sciopero politico dobbiamo essere chiari... sicuramente in un paese come il nostro gli scioperi non è che non incidono anche nell’attività politica dei governi e delle situazioni più generali, ma lo sciopero politico è un'altra cosa, è uno sciopero esplicitamente convocato per ragioni politiche in cui il sindacato è il "brodo di coltura", lo strumento di massa che lo fa proprio, ma lo sciopero politico  pone la necessità di un altro potere, di un altro governo... un governo che deve risolvere i problemi della pandemia, risolvere i problemi della scuola, risolvere i problemi della società nel suo insieme, risolvere i problemi delle migrazioni, come mettere fine all’ondata dei femminicidi, in che maniera permettere ai giovani di ipotizzare un’altra vita rispetto a quella banale in cui sono obiettivamente costretti e rinchiusi, Questo è uno sciopero politico... 

Siamo ancora in una fase difficile in cui lo sciopero economico deve estendersi e diventare forte, rappresentativo effettivamente della maggioranza dei lavoratori, cosa che non è solo un problema numerico ma che è anche un problema numerico, e che abbia partorito al suo interno l'idea dell' insufficienza di questo sciopero. Perché senza partorire l’idea dell'insufficienza di uno sciopero che non metta in discussione il governo, gli scioperi diventano un "consiglio al governo", anche quando hanno obiettivi importanti, come la riduzione dell’orario di lavoro... perché faccia qualcosa, perché vada incontro al malessere del proletariato e del popolo.

Questa trasformazione mette a nudo il problema: un governo della borghesia se ne va da solo? nel sistema parlamentare se ne va per le elezioni ma le elezioni cambiano il cavallo al potere ma non cambiano il potere, per questo uno sciopero politico chiama necessariamente all'idea che per realizzare un altro governo occorre il rovesciamento, che non può essere pacifico ed elettorale, è un rovesciamento che comporta lo sconto con gli apparati dello Stato, che comporta lo scontro con il sistema mass mediatico che lo sostiene, che comporta un conflitto prolungato che è guerra di classe, guerra rivoluzionaria, guerra popolare...

...questa linea è quella che noi dobbiamo perseguire nel nostro paese, quella che dobbiamo portare ai lavoratori, quella che dobbiamo a cerchi concentrici a settori sempre più ampi delle masse. Un piccolo gruppo lo dice ad un’area più estesa in grado di avanzare in una successiva ondata in una spirale alle masse...

La rivoluzione non è dall'oggi al domani, la rivoluzione di ottobre è passata attraverso diverse fasi. Vi è stata la fase della rivoluzione zarista del 1905 che ebbe i suoi risultati e i suoi non risultati, vi è stata una lunga lotta partigiana delle masse che non ci stavano alle soluzioni che la rivoluzione del 1905 aveva portato e che si trasformarono poi in nuova reazione del potere zarista, vi è stata la resistenza a questo potere zarista, vi è stato l’approfittare delle contraddizioni in seno alle classi dominanti per aprire via via i varchi all’autonomia politica del movimento operaio, ai suoi organismi, dentro i quali si è combattuta una guerra civile senza la quale non avrebbe vinto l’insurrezione, una guerra civile non armata che si è combattuta sia gli organismi operai sia nei gruppi che si rifacevano alla rivoluzione, sotto l'egida  magistrale di Lenin che è stato molte volte in minoranza e ha condotto questa guerra civile come necessità. La bandiera dell'unità è sempre stata un trucco, una falsa bandiera per coprire la conciliazione di classe, l’unità se non è su una linea di classe è nemica della linea di classe.

Anche noi abbiamo un problema, qual è la fase della nostra rivoluzione? Qual è la nostra ipotesi dell'Ottobre?..

Siamo nella fase della ricostruzione del Partito, siamo nella fase in cui alla ricostruzione del Partito riusciamo a unire nuclei significativi sui luoghi di produzione, siamo nella fase in cui il Partito si ricostruisce con Tesi, programmi, prassi ed esperienza per costruire il suo lavoro per fasi.

In questo senso i libri fondamentali solo il "Che fare?" e "L'Estremismo"... sono le armi indispensabili per orientarsi e per decidere il che fare oggi, non sono libri da considerare come manuali ma sono la coscienza di classe incarnata dalla sua punta avanzata che sono i comunisti.

Lenin sottolinea i problemi principali, la guerra tra gruppi è la prima delle guerre da fare è l'anticipo della guerra di classe, perché dietro le diverse posizioni dei gruppi non ci sono idee di compagni che leggono libri sbagliati, ma ci sono classi e visioni della rivoluzione e queste classi e visioni in embrione sono quelli che ci porteremo dietro nel ciclo della lunga storia della rivoluzione nel nostro paese.

La seconda questione è la lotta contro l’economicismo. Si può parlare e gridare contro l’economicismo ma esso è un cancro... l’economicismo è il malato terminale di ogni idea di rivoluzione e di partito rivoluzionario. Abbiamo già detto quanto sia importante la lotta economica e quanto sia importante lo sciopero economico come brodo di coltura dello sciopero politico, ma questo non ha niente a che fare col considerare la lotta economica come il centro dell'attività. Il centro, l’impegno principale che i comunisti devono avere nella lotta economica e portarvi elementi di scienza e di coscienza. Una lotta in sé è una lotta in sé, una cosa quotidiana in una società, è la manifestazione fisiologica del sistema capitalistico. Quindi la costruzione di quadri abituati a combattere l’economicismo, a fare la guerra alle idee tra i lavoratori quando lottano, a trasformare sul campo, sapendo scegliere su chi  puntare e su chi non puntare, perché nella lotta tutti ci siamo ma le avanguardie sono poche, e spesso non sono quelle più combattive nella lotta, questa è una illusione, quelli che sono più combattivi nella lotta sono coloro che credono che quella lotta è il tutto.
La lotta contro l’economicismo è fondamentale ed è una lotta di minoranza, non certo per conquistare la maggioranza, se non si ha chiaro questo concetto non la si fa bene.

L’alternativa all’economicismo è sempre l’estremismo. Quando l’economicismo domina, e poi segue il riformismo e il revisionismo, la ribellione ad esso butta il bambino con l'acqua sporca, e l'estremismo è questo: malattia infantile; ma attenzione, infantile perché sono infantili gli estremisti non perché sono giovani, perché purtroppo per esempio nel movimento comunista di oggi l’estremismo è senile, parliamo di vecchie cariatidi che non hanno combinato nulla, o quando hanno fatto non hanno fatto un giusto bilancio e continuano ad ammorbare l’universo del movimento comunista con idee radicali a parole ma insensate nei fatti.

Lotta all’economicismo e all’estremismo vanno insieme e nel movimento generale ci sono fasi in cui principale è la lotta all’economicismo e viceversa. Si tratta di un problema collettivo e non personale e va concepito come strumento della vita collettiva di un'organizzazione...

In conclusione. La fase della rivoluzione di ottobre nel nostro paese è la costruzione del partito.... questo è l'obiettivo che abbiamo, è l'obiettivo per incarnare l'Ottobre oggi.

Se noi riusciremo, allora la Rivoluzione d'ottobre avrà continuato a seminare il suo messaggio liberatorio..."

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