martedì 8 novembre 2022

pc 8 novembre - Contro le stragi sul lavoro necessari lotta e unità. Rilanciamo il comunicato della Rete Lavoro Sicuro/a cura della Rete Nazionale sicurezza e salute sul lavoro

Senza lotta e unità, senza il protagonismo diretto dei lavoratori a partire dal conflitto nei luoghi di lavoro contro padroni/governo/istituzioni/confederai complici, senza un fronte unito di classe a livello nazionale che metta in discussione e rovesci questo sistema fondato sui profitti del Capitale, gli operai continueranno a morire nei luoghi di lavoro 

perchè i salari non bastano contro carovita e carobollette, 

perchè la precarietà espone maggiormente i lavoratori al rischio-sicurezza, 

perchè i Tribunali garantiscono l'impunità ai padroni assassini, 

perchè c'è il fascismo padronale in molte realtà lavorative 

e oggi c'è il governo Meloni che l'unica "messa in sicurezza" che interessa sono i profitti ed il comando padronale e  che punta alla dittatura aperta dei padroni

Rete Nazionale sicurezza e salute sul lavoro



Contributo di Vito Totire, portavoce RETE NAZIONALE LAVORO SICURO

Nicoletta Palladini, Mostapha El Miski, Francesco P.: la strage sul lavoro continua !

Con rabbia, amarezza, rammarico ma anche con senso di impotenza dobbiamo constatare che la strage sul lavoro continua ; in poche ore tre morti ma anche tanti gravi eventi non immediatamente mortali in prognosi riservata; non è possibile fare una classifica di gravità almeno per i tre mortali verificatisi in poche ore; ancora una volta arriviamo il “giorno dopo” e siamo costretto a fare osservazioni “a distanza “ non senza aver constatato che le misure adottate dal governo Draghi non paiono aver posto alcun freno alla grave sequenza di morte; si muore ancora per rischi persino facili da prevedere e monitorare e che ciononostante non paiono essere stati scalfiti né dal labile incremento di sanzioni né dal rafforzamento degli organi ispettivi (limitato peraltro , per ragioni non condivisibili, all’Ispettorato del lavoro quando sarebbe stato congruo e necessario un potenziamento anche della USL) ; cosa è successo si intravede dalle scarne cronache giornalistiche :

  • A Borgonovo (PC) la vittima è Nicoletta Palladini di 50 anni; operaia, da decenni, della locale VETRRIA; addetta al turno di notte; alcune fonti hanno ritenuto di precisare che Nicoletta aveva fatto i necessari corsi di formazione…; si vedrà; ora: è evidente che la sicurezza debba essere garantita notte e giorno e che le macchine debbano avere una “sicurezza intrinseca” , fatta anche di regolari manutenzioni, che metta al riparo anche da eventuali defaillances nella capacità individuale di vigilanza in turni di lavoro non fisiologici come quello notturno; il lavoro notturno non è solo “antibiologico” e fonte di distress psicosociale ma è anche classificato dalla IARC come fattore di rischio “probabilmente cancerogeno” ; è necessaria dunque in Italia e nel mondo una radicale bonifica tesa a limitare il lavoro notturno alle situazioni nelle quali è effettivamente indispensabile evitando di abusarne in chiave prettamente economicistica e produttivistica anche e soprattutto in questa fase di “crisi energetica “in cui alcune “menti geniali” stanno pensando di imporre ai lavoratori ulteriori forme di costrittività a riguardo dell’orario di lavoro; è evidente che seguiremo le indagini ; ALTRETTANTO OVVIO E’ CHE SOSTENIAMO MORALMENTE LO SCIOPERO INDETTO DAI SINDACATI PER L’8 NOVEMBRE MA COGLIAMO PURE LA OCCASIONE , COME ABBIAMO FATTO NE CORSO DI UN RECENTE SCIOPERO ALLA PIAGGIO DI PONTEDERA , DI PROPORRE CHE : LO SCIOPERO INDETTO PER RAGIONI DI SICUREZZA IN PARTICOLARE DOPO EVENTI GRAVI COME QUELLO CHE SIE’ VERIFICATO A BORGONOVO E NEL CASO IN CUI ALLA BASE DELLA DINAMICA SI RAVVISI UNA VIOLAZIONE DELLE NORME DI PREVENZIONE , NON DEVE COMPORTARE UNA PENALIZZAZIONE SALARIALE PER I LAVORATORI ! Si tratta di una proposta che potrà essere difficile da “comprendere” per il ceto politico e per le istituzioni ma che ci pare socialmente ed eticamente fondata ! Una proposta che non è correlata tanto alla difficoltà di arrivare a fine mese ma che è correlata ad una questione di principio: i lavoratori non devono mai pagare per la bonifica dei rischi di morte !Tra le altre contraddizioni dobbiamo sottolineare , con un interrogativo, una questione: stante le carenze di organico e il rallentamento delle attività ispettive causa covid che livelli di vigilanza sono stati garantiti e si intendono garantire in futuro sul lavoro di notte ? La domanda ci pare oscillare tra il retorico e il “dito nella piaga”
  • Evento mortale in provincia di Torino nella azienda Alessio Tubi di La Loggia ; un lavoratore nato in Marocco ( lo citiamo per nome e cognome nel titolo) che le cronache definiscono “interinale” è rimasto schiacciato sotto una catasta di tubi che sarebbe caduta da un carro ponte; il rapporto lavoro interinale/formazione/esposizione a rischio ha evidenziato nessi eziologici evidenti in materia di danni alla salute operaia
  •  Ancora: a Casal di Principe un operaio di 49 anni (le cronache parlano di Francesco P.) caduto per il cedimento di un tetto; fattore di rischio persino ovvio correlato ad una erronea valutazione della capacità portante del piano di calpestio; come si può osservare si è trattato di eventi ,verificatisi nell’arco di poche ore, correlati a rischi ben conosciuti e non difficili da prevenire ; ogni evento connotato da particolari varianti ma la sostanza è quella di sempre : la ipotesi auto assolutoria del cosiddetto “errore umano” pare ancora una volta non significativa (come abbiamo detto si vedranno le indagini , sarebbe sbagliato un “processo” condotto con criteri aprioristici ) mentre verosimilmente l’elemento determinante può essere stato la omissione di misure di prevenzione spesso semplici e , a volte, neppure particolarmente onerose ancorché, comunque, obbligatorie.

Né il nostro stato d’animo si limita ad “accusare gli altri” : ognuno ha la sua parte di responsabilità ; la nostra è di essere partiti da buone intenzioni ed intuizioni ( “arrivare il giorno prima” ) ma di non aver fatto ancora i passi necessari per diffondere in tutto il paese la “rete lavoro scuro” che abbiamo fondato a Modena il 26 maggio 2022.

Dobbiamo andare avanti , creando il massimo di sinergie possibili, sul percorso che abbiamo delineato :

IL LAVORO DELLE DONNE E DEGLI UOMINI DEVE ESSERE OCCASIONE DI REDDITO, DI DIGNITA’ E DI BENESSERE NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE E NON CAUSA DI MORTE E MALATTIA.

Vito Totire, portavoce RETE NAZIONALE LAVORO SICURO

vitototire@gmail.com 333.4147329


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