lunedì 11 gennaio 2021

pc 11 gennaio - Difendere la sicurezza e posti di lavoro - Contro la nocività del capitale lotta di classe e sciopero

da due servizi di ieri su radiopopolare

Lavoro, il Cnel lancia l’allarme: “La situazione potrebbe diventare esplosiva”

Un avvertimento forte è arrivato oggi sul futuro del mercato del lavoro italiano. A lanciarlo è il Cnel. “La situazione col COVID-19 è peggiorata, ma potrebbe diventare esplosiva”, scrive il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro nell’anticipazione del suo rapporto che uscirà martedì. Il riferimento è alla possibile interruzione del blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione Covid, che Confindustria non nasconde di voler cancellare. “Il 2021 inizia con più ombre che luci”, dice il Cnel. Si teme un aumento del lavoro nero e delle difficoltà di inserimento per donne e giovani. Quali rischi nel caso di una eliminazione di questi due ammortizzatori sociali? Lo abbiamo chiesto a Patrizia Luongo, economista del Forum Disuguaglianze Diversità:

Oltre 100mila contagi sul lavoro: lo certificano i dati parziali l’Inail

Hanno superato i 100.000 i contagi sul lavoro certificati dall’Inail. Il 70% riguardano donne. Gli

infortuni riconosciuti durante la seconda ondata hanno superato quelli della prima. Segno che il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro è stato trascurato.

Il rapporto tra contagi e lavoro è un grande rimosso dal discorso pubblico.

A dare una panoramica, seppur parziale e fortemente sottostimata restano i dati Inail, che però non coprono tutti gli ambiti lavorativi, e spesso – denunciano i sindacati – l’infortunio da COVID non viene riconosciuto. Non a caso 7 su 10 arrivano dal settore socio-sanitario, seguiti dagli uffici pubblici.

È clamoroso che gli infortuni siano più numerosi nella seconda ondata, quando ci sarebbe stato tutto il tempo di prepararsi. Anche incentivando lo smart working: rimasto invece un’eccezione nel privato, fortemente diminuito nel pubblico, ed i numeri si vedono. Dai dati Inail praticamente scompare il settore privato: o una sorta di paradiso, o i conti non tornano, eppure solo qualche giorno fa Assolombarda sottolinea come le aziende con assenze da COVID siano state il 56% in Brianza, il 53% a Milano.

La deputata del PD, Chiara Gribaudo sottolinea le carenze di personale di chi dovrebbe controllare, e come siano stati disattesi i punti del protocollo sulla sicurezza sottoscritto da sindacati e parti sociali. Ma proprio il tema dei contagi da lavoro e delle conseguenze è un tema ignorato dalle misure del governo. La Prof.ssa Francesca Russo, capa del dipartimento Prevenzione del Veneto, osserva che nella sua regione l’incremento di contagio più elevato si è avuto fra i 25 e i 64 anni, ma l’incremento di mortalità è nella fascia d’età più alta.

A quali conclusioni arriva La Prof.ssa Russo? Testuali: “Il mondo produttivo si infetta di più e fa da vettore per gli anziani che finiscono in ospedale e talvolta muoiono». In altri termini: si infetta chi lavora, che essendo giovane se la cava, ma poi torna a casa e contagia, a volte uccide, il padre o il nonno. Secondo il virologo Pregliasco il Veneto non si può considerare certo un’eccezione: eppure le misure continuano a concentrarci soltanto su una parte della catena del contagio. Quella che riguarda il lavoro è stata ed è ignorata, e i dati Inail lo dicono con chiarezza.

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