giovedì 14 gennaio 2021

pc 14 gennaio - Di Maio, l'imperialismo italiano e la Tunisia - un commento

Di Maio oggi ha tweettato a sproposito:

"Oggi la Tunisia democratica celebra il suo decimo anniversario. Il popolo tunisino può essere orgoglioso di avere realizzato in questo decennio importanti risultati sotto il profilo delle libertà politiche e dei diritti individuali, della tenuta di elezioni libere e trasparenti, della successione pacifica ai vertici dello Stato. La democrazia è per tutti un processo lungo e complesso.
Le istituzioni tunisine potranno continuare a contare sul forte sostegno italiano per consolidare lo Stato di diritto, favorire la piena attuazione di condivisi valori democratici e realizzare quelle riforme utili a infondere nuova fiducia nell'economia. Anche con progetti concreti in favore delle imprese e delle giovani generazioni, l'Italia intende restare a fianco della Tunisia nella sua irreversibile scelta democratica".

La "Tunisia democratica" di Di Maio sostenuta dall'imperialismo italiano è la Tunisia in cui dopo la grandiosa rivolta popolare che rivendicava "lavoro, libertà e dignità nazionale" ovvero una piena indipendenza della nazione in un quadro di avanzamento della libertà concreta collettiva del popolo e non di certo dei "diritti individuali" borghesi che significa diritti formali per pochi e non diritti sostanziali per tutti, è la Tunisia in cui i 9 governi che si sono succeduti negli ultimi 10 anni stanno gradualmente e progressivamente restaurando la "vecchia Tunisia" di Ben Ali anch'essa sostenuta dall'imperialismo italiano. Uno stato poliziesco che reprime il dissenso politico e sociale, che ricorre ai vecchi metodi dell'intimidazione mirata degli attivisti con mezzi legali e illegali.

Anzi in un'ottica di competizione con l'imperialismo francese, fu proprio l'Italia a sostenere tramite i propri servizi segreti il colpo di stato di Ben Ali alla fine degli anni '80 in modo da garantirsi maggiori dividendi ovvero fette di mercato "a favore delle imprese" (italiane).
Probabilmente date le note lacune storiche che Di Maio ha dimostrato avere negli ultimi anni egli ignora tutto ciò, ma la sostanza non cambia: da ministro degli esteri italiano il tweet esprime coerentemente gli interessi strategici dell'imperialismo italiano in Tunisia...

Poco importa che l'attuale regime così come il vecchio condanni oltre il 30% della popolazione alla disoccupazione, continui a mantenere il paese in uno stato di semidipendenza neocoloniale contraendo sempre più debiti con le agenzie imperialiste quali FMI e BM, permetta gradualmente a militari stranieri, tra cui italiani, a stazionare sul proprio territorio e all'ingerenza nel controllo delle frontiere marittime nel nome della guerra all'emigrazione.

Poco importa che nel decimo anniversario della Rivolta Popolare il governo della "Tunisia democratica" vieti al popolo tunisino di manifestare e di criticarne le politiche scellerate indicendo alla vigilia del 14 gennaio un lockdown di 96 ore utilizzando strumentalmente la pandemia.

E' certo che il popolo tunisino debba essere "orgoglioso" ma non per quello che adduce Di Maio, ma piuttosto perchè la "scelta irreversibile" risiede nel fatto che il popolo tunisino in questi 10 anni non ha mai smesso di lottare e sicuramente non si fermerà finchè l'obiettivo indicato nel 2010 sarà raggiunto.    

Nessun commento:

Posta un commento