Di Maio oggi ha tweettato a sproposito:
"Oggi la Tunisia democratica celebra il suo decimo anniversario. Il
popolo tunisino può essere orgoglioso di avere realizzato in questo
decennio importanti risultati sotto il profilo delle libertà politiche e
dei diritti individuali, della tenuta di elezioni libere e trasparenti,
della successione pacifica ai vertici dello Stato. La democrazia è per
tutti un processo lungo e complesso.
Le istituzioni tunisine potranno continuare a contare sul forte
sostegno italiano per consolidare lo Stato di diritto, favorire la piena
attuazione di condivisi valori democratici e realizzare quelle riforme
utili a infondere nuova fiducia nell'economia. Anche con progetti
concreti in favore delle imprese e delle giovani generazioni, l'Italia
intende restare a fianco della Tunisia nella sua irreversibile scelta
democratica".
La "Tunisia democratica" di Di Maio sostenuta dall'imperialismo
italiano è la Tunisia in cui dopo la grandiosa rivolta popolare che
rivendicava "lavoro, libertà e dignità nazionale" ovvero una piena
indipendenza della nazione in un quadro di avanzamento della libertà
concreta collettiva del popolo e non di certo dei "diritti individuali"
borghesi che significa diritti formali per pochi e non diritti
sostanziali per tutti, è la Tunisia in cui i 9 governi che si sono
succeduti negli ultimi 10 anni stanno gradualmente e progressivamente
restaurando la "vecchia Tunisia" di Ben Ali anch'essa sostenuta
dall'imperialismo italiano. Uno stato poliziesco che reprime il dissenso
politico e sociale, che ricorre ai vecchi metodi dell'intimidazione
mirata degli attivisti con mezzi legali e illegali.
Anzi in un'ottica di competizione con l'imperialismo francese, fu
proprio l'Italia a sostenere tramite i propri servizi segreti il colpo
di stato di Ben Ali alla fine degli anni '80 in modo da garantirsi
maggiori dividendi ovvero fette di mercato "a favore delle imprese"
(italiane).
Probabilmente date le note lacune storiche che Di Maio ha dimostrato
avere negli ultimi anni egli ignora tutto ciò, ma la sostanza non
cambia: da ministro degli esteri italiano il tweet esprime coerentemente
gli interessi strategici dell'imperialismo italiano in Tunisia...
Poco importa che l'attuale regime così come il vecchio condanni oltre
il 30% della popolazione alla disoccupazione, continui a mantenere il
paese in uno stato di semidipendenza neocoloniale contraendo sempre più
debiti con le agenzie imperialiste quali FMI e BM, permetta gradualmente
a militari stranieri, tra cui italiani, a stazionare sul proprio
territorio e all'ingerenza nel controllo delle frontiere marittime nel
nome della guerra all'emigrazione.
Poco importa che nel decimo anniversario della Rivolta Popolare il
governo della "Tunisia democratica" vieti al popolo tunisino di
manifestare e di criticarne le politiche scellerate indicendo alla
vigilia del 14 gennaio un lockdown di 96 ore utilizzando strumentalmente
la pandemia.
E' certo che il popolo tunisino debba essere "orgoglioso" ma non per
quello che adduce Di Maio, ma piuttosto perchè la "scelta irreversibile"
risiede nel fatto che il popolo tunisino in questi 10 anni non ha mai
smesso di lottare e sicuramente non si fermerà finchè l'obiettivo
indicato nel 2010 sarà raggiunto.
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