Raid aerei israeliani hanno bombardato, martedì notte, una serie di postazioni di milizie alleate al governo di Damasco nella regione di Deir Ezzor, nella Siria orientale, e ad Albukamal, vicino al confine tra Siria e Iraq.
Si tratta del quarto attacco aereo israeliano in Siria nelle ultime tre settimane. Una fonte dell’intelligence americana, citata dall’Associated Press, riferisce che i raid israeliani erano basati su notizie di intelligence fornite dagli Stati Uniti.
Amos Yadlin, ex capo dell’intelligence militare israeliana, oggi direttore dell’Institute for National
Security Studies, ha twittato che gli attacchi di martedì notte hanno lo scopo di rammentare che Israele non smetterà di agire per fermare l’attività militare iraniana in Siria ribadendo che “lasciare mano libera agli iraniani in Siria comporta un caro prezzo”.Ma i raid israeliani sono anche un esplicito segnale alla prossima amministrazione Biden.
Un editoriale del Jerusalem Post evidenzia come i rischi di un attacco israeliano all’Iran si stiano facendo più concreti, anche davanti ad un cambiamento di linea dell’amministrazione Biden rispetto alla disdetta USA dell’accordo negoziato sul nucleare iraniano. Riferendosi all’annuncio iraniano sulla ripresa dell’arricchimento dell’uranio, l’editoriale scrive che: “L’Iran darà seguito alla minaccia in modo serio? Il 20% è solo un bluff? O è una mossa temporanea pensata per essere abbandonata come una concessione nel prossimo futuro? La risposta a questi interrogativi potrebbe fare la differenza tra lo scoppio o meno di un più ampio conflitto nel 2021.
Su questo aspetto si segnalano le gravi dichiarazioni rilasciate da Tzachi Hanegbi alto esponente del Likud, considerato un alleato del primo ministro Benjamin Netanyahu. Hanegbi in una intervista a Kan News ha minacciato che Israele potrebbe attaccare il programma nucleare iraniano se gli Stati Uniti tornassero a partecipare all’accordo nucleare, come indicato dal neo presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden.
“Se il governo degli Stati Uniti ritorna all’accordo sul nucleare – e questa sembra essere la politica dichiarata al momento – il risultato pratico sarà che Israele sarà di nuovo sola contro l’Iran, che alla fine dell’accordo avrà ricevuto il via libera dal mondo, compresi gli Stati Uniti, per continuare con il suo programma di armi nucleari “.
“Questo ovviamente non lo permetteremo. Abbiamo già fatto due volte ciò che doveva essere fatto, nel 1981 contro il programma nucleare iracheno e nel 2007 contro il programma nucleare siriano”, ha detto Hanegbi. riferendosi agli attacchi aerei sui reattori nucleari di quei due paesi.
Secondo quanto riferito, i massicci attacchi aerei nella Siria orientale hanno preso di mira più di 15 strutture collegate all’Iran e sono stati ilquarto attacco segnalato da Israele contro obiettivi iraniani in Siria nelle ultime due settimane e mezzo, un aumento significativo rispetto alla periodicità dei raid israeliani sulla Siria.
da contropiano
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