Esempi quotidiani del capitalismo che uccide in fabbrica
Giovedì 29 ottobre, alla Cifa, una ditta che produce betoniere in provincia di Mantova, un operaio di 45 anni è deceduto schiacciato dalla caduta di un grosso peso mentre operava all’interno dello stabilimento, mansione commissionata da un’impresa esterna alla ditta.
Sempre giovedì, stavolta in provincia di La Spezia, un operaio di 36 anni è morto nel pomeriggio mentre stava lavorando, travolto da un silos in una segheria di marmo dismessa, mentre effettuava operazioni di smantellamento. Anche qui, il contratto era in subappalto.
A Caserta, invece, la tragica sorte è toccata a due ragazzi maliani ventenni privi di documenti, travolti di mattina presto in scooter mentre si recavano sui campi per lavorare – per somma malasorte, da un altro lavoratore, anch’egli in viaggio per raggiungere il luogo di lavoro.
Scendendo fino a Catanzaro, il Covid ha spento invece la vita di un’infermiera che lavorava presso la Brest unit del Pugliese-Ciaccio, segnando il quarantatreesimo decesso nel paese tra gli operatori sanitari a causa del coronavirus. A detta del fratello, l’infermeria avrebbe atteso addirittura nove giorni prima effettuare il tampone!
Contratti in subappalto, lavoratori esternalizzati, sfruttamento della manodopera straniera nella filiera agricola, insufficienze fatali nel sistema sanitario nazionale. Lavoro grigio quando non nero, spesso malpagato, quasi sempre non tutelato.
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