lunedì 2 novembre 2020

pc 2 novembre - FEDERMECCANICA NO SU TUTTO

La Confindustria, Federmeccanica ha finora detto NO a tutte le richieste sindacali che noi consideriamo comunque insufficienti a tutelare lavoro, salario, condizioni di lavoro, salute e sicurezza.

In particolare la Federmeccanica chiede al governo solo di finanziare gli ammortizzatori sociali senza costi per le imprese; è contraria a discutere dei livelli di inquadramento, a fronte della necessità di un generale innalzamento dei livelli dei lavoratori; la formazione la vuole solo fuori dall’orario di lavoro, quindi scaricata e pagata dai lavoratori; grave è anche la conferma di voler ricorrere al lavoro precario, senza limiti di tempo né certezza per la stabilizzazione, così come dicono NO alla clausola sociale e all’esercizio dei diritti sindacali nelle Ditte dell’appalto – questa della clausola sociale è per esempio un

problema molto sentito tra gli operai dell’appalto ArcelorMittal a Taranto, dove ArcelorMittal sta spingendo tutte le ditte alla trasformazione del CCNL da Metalmeccanico a Multiservice con taglio oggettivo di salario e peggioramento delle normative, e alcuni sindacalisti sono concilianti su questo dicendo che col CCNL Multiservice c’è la clausola sociale. Noi siamo per il contratto unico metalmeccanico nelle ditte dell’appalto e, quindi, l’inserimento della clausola sociale in questo contratto è una rivendicazione importante.

La Confindustria poi dice NO alla riduzione dell’orario di lavoro e invece chiede maggiore flessibilità, quando, a partire dalle fabbriche in crisi, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga e lavorare meno per lavorare tutti è centrale in questa fase.

Confindustria vuole lo smart working solo a suo favore.

Su salute e sicurezza, Confindustria non solo non vuole dare alcun miglioramento ma vuole scaricare addirittura sul contratto i costi per applicare la misure anti covid.

E’ evidente che in questo quadro il NO agli aumenti salariali vuole portare ad un netto taglio dei salari. Quindi la rivendicazione salariale contenuta nella piattaforma Fim, Fiom, Uilm è davvero il minimo accettabile, ed è importante che viene ammesso anche dagli stessi sindacati confederali: “l’andamento sperimentale del CCNL del 2016 sul salario ha constatato che negli anni di vigenza del contratto non si è estesa la contrattazione di 2° livello, anzi in molte imprese si sono disdetti in modo unilaterali accordi in vigore”.

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