sabato 30 novembre 2019

pc 30 novembre - Controllare la Libia significa controllare il petrolio. Le truppe italiane al servizio dell'ENI nella guerra imperialista per il controllo delle materie prime

A Misurata un contingente italiano di oltre 300 uomini.
Dopo i droni abbattuti, uno italiano e uno USA, Haftar ha chiesto scusa solo agli Usa e non agli italiani, e ha bombardato i miliziani alleati di Tripoli che andavano a difendere i pozzi di El Feel, il più importante campo petrolifero dall’Eni in Libia.

Schierati in Libia dei contractor russi della Compagnia Wagner al servizio di Mosca, stato imperialista che ha forti e storici legami con l’Eni, e che ritiene che gli italiani possano contribuire a stabilizzare la Libia e a limitare le pretese energetiche della altre potenze visto che proprio l’Eni continua a fornire l’80% dell’energia ed è una compagnia chiave per lo sfruttamento del gas nel Mediterraneo orientale.
Anche grazie ai mercenari russi, l’Lna riesce ancora a controllare l’80% del territorio libico, con il sostegno dell’Egitto, degli Emirati e più timidamente della Francia.
Ai primi di dicembre è previsto a Roma l’arrivo del ministro degli Esteri russo Lavrov, in un primo momento accompagnato anche dal ministro per la difesa russo Shoigu intenzionato a incontrare i nostri vertici in vista anche della conferenza di Berlino sulla Libia. 

Haftar sta negoziando con gli Usa su tutto, dal petrolio agli aspetti politico-militari.

"Haftar è stato esplicito nell’affermare di non volere la cooperazione con l’Italia mentre la Russia, che ha forti e storici legami con l’Eni, ritiene che gli italiani possano contribuire a stabilizzare la Libia e a limitare le pretese energetiche della altre potenze visto che proprio l’Eni continua a fornire l’80% dell’energia ed è una compagnia chiave per lo sfruttamento del gas nel Mediterraneo orientale (ilmanifesto 29.11.2019 Alberto Negri)."


la mappa del petrolio

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