Il controllo del mare con l'utilizzo di velivoli, navi e sottomarini senza pilota
22 Novembre 2019
Ue e Nato insieme per sorvegliare mari e coste e
rispondere alle minacce emergenti, anche con l'aiuto di nuovi mezzi a
pilotaggio remoto. E' questo l'obiettivo di Ocean2020, il primo progetto
di ricerca militare per la sicurezza marittima europea, finanziato
dalla Commissione europea e guidato da Leonardo, che tra ieri e oggi ha
mosso i suoi primi passi tangibili con una dimostrazione nelle acque del
golfo di Taranto.
Dall'Italia alla Svezia, dalla Spagna all'Estonia, Ocean2020 riunisce 15 Paesi e 42 partner e apre la strada alla ricerca militare europea, che dal 2021 sarà finanziata dal fondo Ue per la Difesa. Per questo primo progetto, Bruxelles ha messo sul piatto 35 milioni di euro. "Ocean2020 è molto ambizioso e complesso. Riunendo le migliori industrie europee, incluse piccole e medie imprese, interpreta al meglio lo spirito di cooperazione europea, per aumentare la sicurezza", ha spiegato Giovanni Soccodato, chief strategic equity officer di Leonardo, a margine della presentazione dei risultati di Ocean2020 presso la sede dell'Eda, l'Agenzia per la difesa europea. Sottolineando, inoltre, l'importanza della collaborazione tra l'Ue e la Nato, perché anche l'Alleanza ha interesse in "una difesa europea valida e autonoma in un quadro di cooperazione e interoperabilità".
E da Taranto arrivano risultati incoraggianti: centrato l'obiettivo di individuare un'imbarcazione sospetta e rispondere alla minaccia con l'invio di mezzi di interdizione. "Ocean 2020 sta dimostrando che la ricerca e lo sviluppo congiunti in Europa funzionano", ha detto il vicedirettore generale della DG Grow della Commissione Ue, Pierre Delsaux. Per Leonardo "è stata l'occasione di mettere a frutto i nostri sistemi e dimostrare che la sorveglianza marittima può migliorare integrando piattaforme senza pilota con mezzi tradizionali", ha evidenziato Soccodato. Gli asset coinvolti nella dimostrazione sono stati sei unità navali (di cui due fregate della Marina Militare italiana) e nove sistemi a pilotaggio remoto, cinque satelliti per l'invio di informazioni e immagini, due reti di comunicazione a terra, quattro centri nazionali di coordinamento (tra cui il Centro operativo della Marina militare italiana presso Santa Rosa, vicino Roma) e un prototipo di centro di comando a Bruxelles presso l'Eda. Una seconda prova generale è prevista nell'estate 2020 nel Mar Baltico.
Taranto, con Ocean2020 testato prototipo centro comando Ue
È Il primo progetto europeo di ricerca militare per la sicurezza marittima, di cui Leonardo è capofila. L'esercitazione Marine Militari nel Golfo
Dall'Italia alla Svezia, dalla Spagna all'Estonia, Ocean2020 riunisce 15 Paesi e 42 partner e apre la strada alla ricerca militare europea, che dal 2021 sarà finanziata dal fondo Ue per la Difesa. Per questo primo progetto, Bruxelles ha messo sul piatto 35 milioni di euro. "Ocean2020 è molto ambizioso e complesso. Riunendo le migliori industrie europee, incluse piccole e medie imprese, interpreta al meglio lo spirito di cooperazione europea, per aumentare la sicurezza", ha spiegato Giovanni Soccodato, chief strategic equity officer di Leonardo, a margine della presentazione dei risultati di Ocean2020 presso la sede dell'Eda, l'Agenzia per la difesa europea. Sottolineando, inoltre, l'importanza della collaborazione tra l'Ue e la Nato, perché anche l'Alleanza ha interesse in "una difesa europea valida e autonoma in un quadro di cooperazione e interoperabilità".
E da Taranto arrivano risultati incoraggianti: centrato l'obiettivo di individuare un'imbarcazione sospetta e rispondere alla minaccia con l'invio di mezzi di interdizione. "Ocean 2020 sta dimostrando che la ricerca e lo sviluppo congiunti in Europa funzionano", ha detto il vicedirettore generale della DG Grow della Commissione Ue, Pierre Delsaux. Per Leonardo "è stata l'occasione di mettere a frutto i nostri sistemi e dimostrare che la sorveglianza marittima può migliorare integrando piattaforme senza pilota con mezzi tradizionali", ha evidenziato Soccodato. Gli asset coinvolti nella dimostrazione sono stati sei unità navali (di cui due fregate della Marina Militare italiana) e nove sistemi a pilotaggio remoto, cinque satelliti per l'invio di informazioni e immagini, due reti di comunicazione a terra, quattro centri nazionali di coordinamento (tra cui il Centro operativo della Marina militare italiana presso Santa Rosa, vicino Roma) e un prototipo di centro di comando a Bruxelles presso l'Eda. Una seconda prova generale è prevista nell'estate 2020 nel Mar Baltico.
Taranto, con Ocean2020 testato prototipo centro comando Ue
È Il primo progetto europeo di ricerca militare per la sicurezza marittima, di cui Leonardo è capofila. L'esercitazione Marine Militari nel Golfo
TARANTO - E’ stato testato «con
successo», in una esercitazione navale internazionale ieri e oggi nel
Golfo di Taranto, il primo prototipo di Centro europeo di comando per le
Operazioni marittime, situato a Bruxelles nella sede dell’Agenzia
europea per la Difesa (Eda). Al progetto partecipano 42 aziende e
organizzazioni di 15 Paesi, coordinate dall’italiana Leonardo, e Indra è
una delle società che ha avuto il peso maggiore, con una durata
complessiva dell’impegno di tre anni e 35 milioni di euro di budget.
All’esercitazione navale hanno partecipato le Marine militari di Italia, Francia, Grecia, Portogallo e Spagna, nell’ambito del programma di ricerca e sviluppo Ocean 2020 finanziato dall’Ue. Cinque navi, diverse aerei e nove droni - aerei, di superficie e sottomarini - hanno operato per due giorni nelle acque del Golfo di Taranto, con l’obiettivo di testare la prossima generazione di tecnologie. I test hanno simulato un attacco da parte di motoscafo dotato di armamento antinave. È stata inoltre riprodotta la cattura di una nave di posizionamento di mine consentendo anche il rilevamento e la neutralizzazione degli esplosivi depositati nel fondo marino.
Il nuovo Centro Operativo Marittimo, all’interno del quale è stato integrato il sistema iMare di Indra, ha funzionato da nodo per le manovre, integrando la rete di sorveglianza marittima Marsur.
All’esercitazione navale hanno partecipato le Marine militari di Italia, Francia, Grecia, Portogallo e Spagna, nell’ambito del programma di ricerca e sviluppo Ocean 2020 finanziato dall’Ue. Cinque navi, diverse aerei e nove droni - aerei, di superficie e sottomarini - hanno operato per due giorni nelle acque del Golfo di Taranto, con l’obiettivo di testare la prossima generazione di tecnologie. I test hanno simulato un attacco da parte di motoscafo dotato di armamento antinave. È stata inoltre riprodotta la cattura di una nave di posizionamento di mine consentendo anche il rilevamento e la neutralizzazione degli esplosivi depositati nel fondo marino.
Il nuovo Centro Operativo Marittimo, all’interno del quale è stato integrato il sistema iMare di Indra, ha funzionato da nodo per le manovre, integrando la rete di sorveglianza marittima Marsur.
Marina Militare, nel Golfo di Taranto in programma l’esercitazione Ocean 2020. Impiegati una serie di sistemi di Leonardo
Roma. Sei unità navali, nove sistemi a
pilotaggio remoto, cinque satelliti, due reti di comunicazioni a terra,
quattro centri nazionali di coordinamento (Maritime Operation Centers –
MOC), un prototipo di centro di comando (EU MOC) installato a Bruxelles:
questi gli assetti previsti nella prima dimostrazione di OCEAN 2020
(Open Cooperation forEuropean mAritime awareNess), il primo progetto
europeo di ricerca militare per la sicurezza marittima, di cui Leonardo è
capofila.
La dimostrazione si svolgerà nel Golfo di Taranto oggi e domani e sarà coordinata in mare dalla Marina Militare che, come partner chiave di OCEAN2020, ha fornito un importante contributo al progetto sia per lo sviluppo degli scenari operativi, sia mettendo a disposizione navi ed elicotteri.
Gli scenari della dimostrazione nel Mediterraneo prevedono l’interdizione di un natante ostile e l’intercettazione di una nave posamine nemica durante una operazione anfibia.
Obiettivo dell’esercitazione è di rispondere alle sfide della sorveglianza e dell’interdizione in mare con l’ausilio di sistemi a pilotaggio remoto per creare una consapevolezza integrata degli scenari marittimi.
Al contempo saranno valutate le capacità di integrazione e interoperabilità a livello europeo e nell’ambito di operazioni congiunte con la NATO.
Leonardo partecipa all’esercitazione con una serie di sistemi e soluzioni: sistemi di sorveglianza, difesa e comunicazione a bordo delle due fregate Virginio Fasan e Federico Martinengo della Marina Militare italiana; soluzioni di maritime domain awareness presso il Centro Operativo Marina Militare (COMM), sede del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV) – in particolare, sia a bordo delle unità navali che presso il comando a terra sono installati nuovi tavoli tattici con funzionalità dedicate al controllo di sistemi a pilotaggio remoto -; gli elicotteri pilotati a distanza SW-4 SOLO e AW HERO.
Un elicottero SH-90A sarà imbarcato sulla fregata Martinengo; sensori radar avanzati a scansione elettronica a bordo dei velivoli unmanned; servizi di telecomunicazione di Athena Fidus sviluppati da Telespazio e servizi di osservazione della terra erogati attraverso la piattaforma Seonse di E-Geos utilizzando le capacità di Cosmo-SkyMed. Leonardo ha anche partecipato alla realizzazione del prototipo dell’European Maritime Operation Centre che sarà installato a Bruxelles durante la sperimentazione nel Mediterraneo.
OCEAN2020, finanziato dall’Unione Europea (EU Preparatory Action on Defence Research) con la sovvenzione n. 801697, è il più importante progetto del primo bando di gara. Leonardo guida un team di 42 partner di 15 Paesi europei, comprese industrie, enti di ricerca e i Ministeri della Difesa italiano, di Grecia, Spagna, Portogallo e Lituania.
La seconda dimostrazione di OCEAN2020 si svolgerà nel 2020 nel Mar Baltico.
La dimostrazione si svolgerà nel Golfo di Taranto oggi e domani e sarà coordinata in mare dalla Marina Militare che, come partner chiave di OCEAN2020, ha fornito un importante contributo al progetto sia per lo sviluppo degli scenari operativi, sia mettendo a disposizione navi ed elicotteri.
Gli scenari della dimostrazione nel Mediterraneo prevedono l’interdizione di un natante ostile e l’intercettazione di una nave posamine nemica durante una operazione anfibia.
Obiettivo dell’esercitazione è di rispondere alle sfide della sorveglianza e dell’interdizione in mare con l’ausilio di sistemi a pilotaggio remoto per creare una consapevolezza integrata degli scenari marittimi.
Al contempo saranno valutate le capacità di integrazione e interoperabilità a livello europeo e nell’ambito di operazioni congiunte con la NATO.
Leonardo partecipa all’esercitazione con una serie di sistemi e soluzioni: sistemi di sorveglianza, difesa e comunicazione a bordo delle due fregate Virginio Fasan e Federico Martinengo della Marina Militare italiana; soluzioni di maritime domain awareness presso il Centro Operativo Marina Militare (COMM), sede del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV) – in particolare, sia a bordo delle unità navali che presso il comando a terra sono installati nuovi tavoli tattici con funzionalità dedicate al controllo di sistemi a pilotaggio remoto -; gli elicotteri pilotati a distanza SW-4 SOLO e AW HERO.
Un elicottero SH-90A sarà imbarcato sulla fregata Martinengo; sensori radar avanzati a scansione elettronica a bordo dei velivoli unmanned; servizi di telecomunicazione di Athena Fidus sviluppati da Telespazio e servizi di osservazione della terra erogati attraverso la piattaforma Seonse di E-Geos utilizzando le capacità di Cosmo-SkyMed. Leonardo ha anche partecipato alla realizzazione del prototipo dell’European Maritime Operation Centre che sarà installato a Bruxelles durante la sperimentazione nel Mediterraneo.
OCEAN2020, finanziato dall’Unione Europea (EU Preparatory Action on Defence Research) con la sovvenzione n. 801697, è il più importante progetto del primo bando di gara. Leonardo guida un team di 42 partner di 15 Paesi europei, comprese industrie, enti di ricerca e i Ministeri della Difesa italiano, di Grecia, Spagna, Portogallo e Lituania.
La seconda dimostrazione di OCEAN2020 si svolgerà nel 2020 nel Mar Baltico.
Taranto - Si è conclusa con successo ieri nel Golfo di Taranto la prima di due attività dimostrative
nell’ambito del programma Ocean 2020, il più grande progetto di ricerca
sulla difesa finora finanziato dall’Unione europea. Guidato da Leonardo,
il programma gestito dalla European Defence Agency (Eda) e finanziato
dalla Eu nell’ambito della Preparatory Action on Defence Research
(Padr), vede la partecipazione di 15 Paesi europei e 42 partner, fra cui
le italiane Fincantieri, Ingegneria dei sistemi (Ids),
Telespazio/E-Geos, Insis, Cnit-Rass, istituto Affari internazionali e
Blackshape, oltre ad altre primarie aziende europee, enti di ricerca, i
ministeri della Difesa italiano, greco, spagnolo, portoghese e lituano
nonché il supporto di quello svedese, francese, britannico, estone ed
olandese, ha portato a termine la prima di due attività dimostrative
dedicata al potenziamento della sorveglianza marittima ed interdizione:
«Oggi Ocean 2020 sta dimostrando i requisiti tecnici prefissati, ma
anche che la ricerca e lo sviluppo congiunti a livello dell’Ue
funzionano. Con l’azione preparatoria sulla Ricerca nel campo della
Difesa (Padr) abbiamo iniziato a piccoli passi. Ma ci ha aiutato a
acquisire una preziosa esperienza per il Fondo europeo per la Difesa
destinato a divenire operativo nel 2021 per rafforzare ulteriormente la
competitività delle nostre industrie della difesa» dichiara Pierre
Delsaux, direttore generale aggiunto, Dg Grow della Commissione europea.
Con l’impiego di velivoli, mezzi navali di
superficie e subacquei non pilotati comunemente come droni, e l’impiego
di reti satellitari e delle comunicazioni, il tutto gestito da un
centro di comando e controllo installato presso la European Defence
Agency (Eda) a Bruxelles attraverso quattro centri operativi di
altrettante Marine militari, il programma Ocean (Open Cooperation for
European mAritime awareNess) 2020 mira a migliorare la consapevolezza
dello scenario marittimo grazie al contributo dei sistemi a pilotaggio
remoto, estendere la capacità d’intelligence, sorveglianza, acquisizione
bersagli e ricognizione in ambito navale e di valutare
l’interoperabilità tra l’Unione europea e la Nato nelle operazioni
congiunte: «Ocean2020 è un progetto incredibilmente ambizioso. Per
fornirlo, stiamo riunendo un team di esperti paneuropei, ognuno dei
quali sta contribuendo con la propria capacità di livello mondiale. A
livello operativo, questo progetto è importante per dimostrare la
possibilità di migliorare la sorveglianza marittima - di vitale
interesse per la difesa europea - integrando piattaforme senza pilota
con sistemi tradizionali. Più in generale, Ocean2020 dimostra il
potenziale e il vero spirito della collaborazione europea nel settore
della difesa, consentendo un vero partenariato di grandi e piccole
industrie, università e ministeri della difesa di tutto il continente»
dichiara Giovanni Soccodato, Chief Strategic Equity Officer di Leonardo,
parlando a nome del consorzio Ocean2020. Lavorando a stretto contatto con la Marina militare italiana,
che come partner chiave di Ocean2020, ha fornito un importante
contributo sia per lo sviluppo di scenari operativi, sia mettendo a
disposizione navi ed elicotteri che guidando le attività nel Golfo di
Taranto, il team di Ocean2020 ha completato una dimostrazione che
prevedeva l’interdizione di un natante veloce armato da intercettare e
neutralizzare, e l’intercettazione di una nave posamine nemica con
relativa operazione anfibia di sminamento.
Nel corso della dimostrazione sono stati coinvolti nove droni di cui tre a decollo
e atterraggio verticale e uno ad ala fissa, nonché tre di superficie di
cui due dedicati alla sorveglianza ed interdizione ed il terzo quale
piattaforma per lotta antimine con due droni subacquei, di cui uno per
la sorveglianza e l’altro per la neutralizzazione di mine e ordigni
improvvisati. Gestita da un centro di comando e controllo europeo a livello prototipico
per operazioni in ambito marittimo installato presso l’European Defence
Agency (Eda) a Bruxelles, la dimostrazione ha coinvolto il centro
operativo della Marina militare (Comm) presso la sede del comando in
capo della Squadra navale (Cincnav) e altri centri gemelli della Marina
spagnola, portoghese e greca, nonché sei unita navali che hanno
coordinato e/o sono stati impiegate come piattaforma madre per l’impiego
dei droni.
La dimostrazione ha visto l’impiego dei droni a decollo e atterraggio verticale di
Leonardo, in particolare il più piccolo AWHero ed il più grande SW-4
Solo che hanno rispettivamente operato dalla fregata multi-missione
“Virginio Fasan” e dall’aeroporto di Grottaglie mentre l’elicottero
pilotato SH90 dalla fregata “Federico Martinengo”. Il drone a decollo ed
atterraggio verticale Pelicano della spagnola Indra era gestito dalla
fregata spagnola Santa Maria così come il drone di superficie Sead-23
mentre il Searider greco era gestito dalla fregata greca “Limnos”.
Quello per la lotta contro le mine Inspector MkII del gruppo francese
Eca, che fungeva da piattaforma per l’impiego dei sistemi subacquei di
sorveglianza A9 e contromisure mine SeaScan Mk2 sempre del gruppo
francese Eca, era invece supportato dal rifornitore di squadra francese
Var. A questi s’aggiungeva il velivolo ad ala fissa Bk180-Isp dell’italiana Blackshape,
il tutto gestito mediante collegamenti data link e reti satellitari che
contribuivano ai collegamenti fra i diversi comandi, fra cui i servizi
di telecomunicazioni attraverso il satellite Athena Fidus forniti da
Telespazio ed i servizi d’osservazione della terra ed in particolare nel
caso specifico in ambito marittimo erogati attraverso la piattaforma
Seonse di E-Geos utilizzando le capacità della costellazione satellitare
italiana Cosmo-SkyMed con radar in banda X per la sorveglianza
terrestre e marittima ognitempo: «La dimostrazione odierna è la prova
del valore aggiunto della ricerca sulla difesa sostenuta dall’Ue.
Dispiegando nove sistemi non pilotati, risorse navali e integrandole con
una vasta rete satellitare e di comunicazione, Ocean2020 prende gli
obiettivi di Padr e li inserisce nel dominio operativo in cui sono
confermati i vantaggi della cooperazione europea in materia di Difesa»
dichiara Jorge Domecq, amministratore delegato dell’Eda.
Ocean2020 mira a raggiungere obiettivi operativi e tecnici,
che vanno dalla consapevolezza situazionale potenziata, all’autonomia,
all’efficacia in termini di costi e alla maggiore interoperabilità per
le missioni congiunte utilizzando anche protocolli compatibili con gli
standard Nato. La varietà di risorse coinvolte in Ocean2020 evidenzia
come l’autonomia collaborativa tra veicoli senza pilota multi-dominio
possa fornire un moltiplicatore di forza. A seguito dell’analisi ed
all’implementazione dei risultati della prima dimostrazione, la prossima
si terrà nel Mar Baltico nell’estate 2020 sotto la guida della Marina
svedese.
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