Questa mattina i carabinieri hanno posto Margherita
Calderazzi, in qualità di coordinatrice dello Slai cobas per il
sindacato di classe, agli arresti domiciliari per 1 mese, in
esecuzione di una condanna emessa a seguito della grande lotta del 2010
per il lavoro dei Disoccupati Organizzati di Taranto.
Ci
si poteva aspettare che il mese fosse di affidamento ai servizi sociali
e invece hanno deciso per l’arresto. Ciò è ingiusto e oggettivamente
grave, al di là della relativa esiguità della pena!
Si
conferma che in questo sistema si persegue e si arresta chi difende i
diritti dei lavoratori, dei migranti, delle donne e delle masse
popolari, e si tratta con i guanti bianchi i padroni e chi anche in
posti di potere ruba miliardi, sfrutta, ammazza i lavoratori, ecc. ecc;
fra l'altro questo succede a Taranto dove i grandi padroni, esponenti
Istituzionali, parlamentari, ancora non hanno ricevuto neanche un giorno
di condanna per aver fatto ammalare, morire, con l'inquinamento Ilva,
centinaia di lavoratori e migliaia di persone, donne, bambini.
Perchè questa condanna?
Perchè questa condanna?
Margherita
Calderazzi era l'organizzatrice della lunga e dura lotta dei
Disoccupati Organizzati Slai cobas sc che ebbe un suo momento di culmine
nell’aprile/maggio del 2010.
Fu organizzata una tenda sotto il Comune di Taranto, un punto di autorganizzazione, di unità, di mobilitazione di tutti i disoccupati e i senza lavoro a Taranto; una Tenda che divenne nelle settimane successive un luogo di incontro, di iniziativa rivolta a tutta la città, per tutte quelle persone disoccupate che volevano reagire, conquistare un lavoro dignitoso e il proprio futuro.
Non piaceva e dava fastidio quella tenda al Sindaco dell'epoca e a tutti i benpensanti.
La tenda fu violentemente attaccata dalle forze della polizia municipale, distrutta, chi la occupava fu malmenato, alcuni ed alcune furono anche feriti.
Ma chi stava lottando non mollò, c’è chi ritiene la libertà di parola e di protesta un bene che va ben oltre la stessa paura, le stesse minacce, le stesse manganellate. Il presidio fu nuovamente organizzato… solo chi non lotta ha già perso.
L'azione dei vigili urbani del luogo andò avanti, anche nei giorni successivi, creando artatamente un clima di scontro; ma trovarono la ferma opposizione dei Disoccupati organizzati nello Slai cobas sc e naturalmente della sua coordinatrice Margherita Calderazzi.
Fu organizzata una tenda sotto il Comune di Taranto, un punto di autorganizzazione, di unità, di mobilitazione di tutti i disoccupati e i senza lavoro a Taranto; una Tenda che divenne nelle settimane successive un luogo di incontro, di iniziativa rivolta a tutta la città, per tutte quelle persone disoccupate che volevano reagire, conquistare un lavoro dignitoso e il proprio futuro.
Non piaceva e dava fastidio quella tenda al Sindaco dell'epoca e a tutti i benpensanti.
La tenda fu violentemente attaccata dalle forze della polizia municipale, distrutta, chi la occupava fu malmenato, alcuni ed alcune furono anche feriti.
Ma chi stava lottando non mollò, c’è chi ritiene la libertà di parola e di protesta un bene che va ben oltre la stessa paura, le stesse minacce, le stesse manganellate. Il presidio fu nuovamente organizzato… solo chi non lotta ha già perso.
L'azione dei vigili urbani del luogo andò avanti, anche nei giorni successivi, creando artatamente un clima di scontro; ma trovarono la ferma opposizione dei Disoccupati organizzati nello Slai cobas sc e naturalmente della sua coordinatrice Margherita Calderazzi.
Da qui era scaturita la denuncia-querela del Comandante dei Vigili contro alcuni Disoccupati Organizzati e la sua coordinatrice
L’unica strada per chi vuole imbavagliare le lotte è colpire chi non molla, con ogni mezzo, Margherita fu accusata di aver “offeso” il comandante dei vigili urbani del luogo non nuovo alle provocazioni verso chi lottava. Inviata immediatamente a processo, venne assolta in primo grado, e invece inopinatamente condannata in secondo grado, per oltraggio a pubblico ufficiale, ad un mese di detenzione.
L’unica strada per chi vuole imbavagliare le lotte è colpire chi non molla, con ogni mezzo, Margherita fu accusata di aver “offeso” il comandante dei vigili urbani del luogo non nuovo alle provocazioni verso chi lottava. Inviata immediatamente a processo, venne assolta in primo grado, e invece inopinatamente condannata in secondo grado, per oltraggio a pubblico ufficiale, ad un mese di detenzione.
Nelle
motivazioni degli arresti domiciliari si citano fatti ed altri
procedimenti penali a carico di Margherita o altrettanto esigui e già
scontati o sui quali non vi è ancora nessuna condanna e in certi casi
neanche un rinvio a giudizio e che comunque non c'entrano niente con lo
specifico reato che origina questa condanna di un mese. Questo non è
accettabile.
Per questo esprimiamo una forte protesta.
Sottrarre anche per un mese la coordinatrice in una fase di una intensa lotta per il lavoro, contro la precarietà, contro l'accordo Ilva che produce esuberi e lascia intatto l'attacco alla salute sicurezza e inquinamento, contro il razzismo e il decreto sicurezza, per la massima preparazione della manifestazione nazionale delle donne del 24 novembre,
è
un danno indubbio che chiama tutti a una intensificazione dell'impegno e
l'iniziativa a rendere reale la nostra parola d'ordine: la repressione non ferma ma alimenta lotta e ribellione!
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
Slai cobas per il sindacato di classe – coordinamento nazionale
slaicobasta@gmail.com
15 ottobre 2018
15 ottobre 2018
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