Anche nella logistica entra l'"era" del 4.0. Le innovazioni tecnologiche, digitali vengono presentate come se tutta l'attività lavorativa fosse regolata dalle macchine, sempre più sofisticate e gli operai , invece, fossero dei fantasmi o semplici supporti delle macchine - leggete l'articolo qui sotto del Sole 24 Ore.
La realtà è ben diversa. Queste innovazioni hanno lo scopo principale di aumentare la produttività, ma di chi? Degli operai. Perchè, l'abbiamo più volte spiegato, è dal lavoro operaio che il capitale trae il plusvalore e quindi il profitto, non dalle macchine. Se si aumenta, grazie allo sviluppo tecnologico, la produttività, nello stesso tempo di lavoro l'operaio produce di più e aumenta la parte di tempo di lavoro gratuito per il capitale. Quindi, aumenta lo sfruttamento dell'operaio.
Per cui lo sviluppo tecnologico, le belle ed efficienti tecnologie vanno di pari passo con le condizioni di lavoro che i lavoratori definiscono giustamente schiaviste.
E questo proprio nella Logistica è evidente. L'operaio 4.0 deve essere superflessibile, lavorare quando serve, e non "rompere" con la pretesa dei suoi diritti l'efficienza introdotta dal capitale.
Nella logistica, ma chiaramente non solo, tutta l'innovazione che si può usare diventa una doppia catena per l'operaio, perchè se da un lato lo sviluppo tecnologico impone un'intensità di lavoro, tempi rapidi, riduzione delle pause, ecc., dall'altra la corsa a battere la concorrenza, soddisfare il "cliente" porta anche ad aumentare la giornata lavorativa, così il padrone trae plusvalore sia relativo che assoluto.
Nessun commento:
Posta un commento