Report dell’assemblea del 23 Giugno e non solo.
Abbiamo indetto come operai autorganizzati Fiat Fca l’assemblea del 23 Giugno a Pomigliano con lo scopo di raggiungere
alcuni obiettivi precisi. Il primo obbiettivo era chiamare a raccolta
le operaie e gli operai della Fca di tutti gli stabilimenti italiani per
discutere sul fumoso piano industriale Fca presentato a Balocco nemmeno
un mese fa. L’altro punto, sotto alcuni aspetti anche più importante
del primo, era dare una risposta chiara al padrone e ai servi del
capitalismo all’indomani del licenziamento dei compagni di Pomigliano.
Una risposta a coloro che credono di eliminare il conflitto nella
fabbrica campana con i licenziamenti e che al contrario, con questa
scelta, hanno alimentato
ancora di più la volontà di lottare in tutte le
fabbriche Fca. Il terzo obiettivo, molto ambizioso e altrettanto
imprescindibile, era quello di estendere il progetto degli
autorganizzati a tutti i settori INDUSTRIALI E NON SOLO A QUELLO
DELL'AUTO. L’ultimo punto, lanciare una campagna nazionale contro
L'UTILIZZO DELL'OBBLIGO DI FEDELTÀ PER CHIUDERE LA BOCCA AGLI OPERAI CHE
CONTESTANO I PADRONI. All’assemblea, che è importante ricordare è stata
organizzata in pochissimi giorni e senza alcuna risorsa economica,
hanno partecipato all’incirca 200 compagne e compagni provenienti da
tutta Italia. Erano presenti operaie e operai degli stabilimenti Fca di
Pomigliano, Melfi, Termoli, Mirafiori e Cassino, appartenenti alle
diverse sigle del sindacalismo di base ( Cub di Melfi, Soa di Termoli,
Si Cobas di Pomigliano, Usb di Melfi, Conf. Cobas di Mirafiori) e della
Fiom ( Cassino e Melfi), ma anche non iscritti ad alcun sindacato. Un
assemblea che ha visto la partecipazione di tanti lavoratori di altre
aziende italiane che vivono la stessa condizione, in alcuni casi anche
peggiore, di repressione padronale denunciata in Fca. Era presente
Flavia, l’insegnante di Torino licenziata per aver protestato contro
l’aggressione delle forze dell’ordine durante una manifestazione,
diventata famosa per essere stata allontanata dalla nobile professione
dell’insegnamento direttamente da Renzi in una diretta televisiva. Hanno
partecipato inoltre tante compagne e compagni di movimenti e partiti.
Un appuntamento andato ben oltre ogni previsione, e per questo
ringraziamo tutti i presenti, in modo particolare chi ha affrontato un
lungo viaggio. Oltre ogni previsione ma allo stesso tempo coerente con
l’indicazione di lotta che portiamo avanti come autorganizzati dal
giorno della nostra nascita. La nostra linea di azione è molto chiara,
le prime cose che abbiamo fatto sono state lanciare le due giornate di
mobilitazione nazionale con scioperi e presidi, il 23 Marzo davanti lo
stabilimento Fca di Pomigliano e il primo giugno a Balocco durante la
presentazione del piano industriale Fca, così come lo sciopero lanciato
per il 23 giugno e indetto dai sindacati di appartenenza di stabilimento
a Melfi, Pomigliano e Termoli.
L’assemblea del 23 è servita per
raggiungere tutte le realtà OPERAIE che danno la nostra stessa lettura
del momento storico e che come noi hanno intenzione di agire e non fare
soltanto chiacchiere. Gli interventi hanno rafforzato la linea degli
autorganizzati Fiat Fca, la volontà di rispondere ai licenziamenti dei
compagni di Pomigliano con l’organizzazione di giornate di lotta è stato
unanime. Così come l’intenzione di estendere l’autorganizzazione TRA
GLI OPERAI È emersa la consapevolezza degli operai Fca di tutti gli
stabilimenti che il piano industriale presenterà un conto molto salato
ai dipendenti in termini di tagli al personale, e che i due stabilimenti
più penalizzati nel breve periodo saranno Pomigliano e Mirafiori, ma a
cascata tutti gli altri siti subiranno importanti ridimensionamenti. Per
quanto riguarda l’obbligo di fedeltà è stata lanciata una raccolta
firme CON CUI NOI OPERAI ESPRIMIAMO LA FERMA VOLONTÀ DI DIFENDERE LA
LIBERTÀ DI AVERE ED ESPRIMERE OPINIONI SULL'OPERATO DEL "DATORE
DILAVORO" Dal dibattito inoltre è emersa la volontà da parte di molti
compagni di andare oltre la legittima ma limitata rivendicazione di
migliori condizioni di lavoro. Gli operai sono sempre più schiavi dentro
i luoghi di lavoro, ma lo sono altrettanto all’esterno. Lottare per una
vite in meno in fabbrica non può essere l’obbiettivo massimo della
nostra CLASSE, NOI OPERAI DOBBIAMO ORGANIZZARCI PER FARLA FINITA CON LO
SFRUTTAMENTO, PER COSTRUIRE UNA SOCIETA' SENZA PADRONI. Possiamo e
dobbiamo farcela, e ce la faremo. Avanti tutta compagne e compagni.
Lunedì, 25 Giugno 2018
Operai autorganizzati Fiat Fca
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