sabato 30 giugno 2018

pc 30 giugno - Migranti - Dal Presidio di lotta di Castelnuovo Scrivia (Alessandria)


Comunicato stampa del Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia

Ancora lavoro nero, ancora sfruttamento e schiavismo nelle campagne. Non al Sud, non in Calabria, non in Sicilia, ma nel ricco Piemonte, questa volta in Alessandria, ma la ragnatela dello sfruttamento si estendeva anche alle province di Cuneo e di Asti.
Dopo le vicende che hanno visto coinvolte le aziende agricole dei Lazzaro di Castelnuovo Scrivia, dei Balduzzi di Isola S. Antonio, degli Angeleri di Guazzora, dopo il primo caso di caporalato scoperto a Castelnuovo Scrivia, eccone un altro.
La “cooperativa” – si fa per dire – aveva sede in Alessandria, al rione Cristo. Ingaggiava decine di braccianti che, all’alba, si presentavano nel piazzale antistante la sede della cooperativa e, con dei pulmini, venivano trasportati in aziende agricole delle Langhe e dell’astigiano per lavorare in quelle vigne, patrimonio dell’Unesco, che producono vini eccellenti e costosi, esportati in tutto il mondo: un vero e proprio mercato delle braccia qui in città. I braccianti, quasi tutti stranieri, molti irregolari, venivano per lo più pagati
“al nero”, cinque euro all’ora, per lavorare 10 – 12 ore al giorno, in condizioni di lavoro durissime.
In quest’occasione, diamo atto all’Ispettorato del Lavoro di Alessandria e ai Carabinieri dei sopralluoghi e dell’attività di contrasto svolta. Ma ci viene spontanea una domanda: sappiamo che l’attività della sedicente “cooperativa” è stata sospesa fino a quando la titolare non regolarizzerà i lavoratori. Ma questo basta? Recentemente, a Mazara del Vallo, per un caso simile, due agricoltori, padre e figlio, sono finiti in carcere. Qui da noi, basta regolarizzare i lavoratori e pagare qualche sanzione e tutto continua come prima?
Non solo, ma chi sono i padroni dei vigneti che hanno utilizzato i braccianti della cooperativa? Resteranno impuniti? Per la legge sul caporalato - che il nuovo Ministro degli Interni, Matteo Salvini, vuole “semplificare”, una legge insufficiente e rimasta sostanzialmente inapplicata - pure loro sono responsabili e perseguibili penalmente.
Sono anni che, come Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia, denunciamo e lottiamo contro lo sfruttamento dei braccianti nelle campagne della Bassa Valle Scrivia e del tortonese.
Ancora oggi, nulla è dato sapere dell’altro caso di caporalato risalente all’aprile del 2016 di tale Rachid El Farchoi di Castelnuovo Scrivia che vedeva coinvolte anche le aziende utilizzatrici, Marcello e Raffaella Gavio di Piovera e Luigi Stringa di Gerbidi di Sale, per il quale l’avvocato Gianluca Vitale del Foro di Torino, aveva presentato denuncia in Tribunale ad Alessandria, per grave sfruttamento lavorativo di alcuni braccianti.
Come nulla si sa delle denunce presentate nel 2015 dai legali del Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia, a seguito dell’intervento dei Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro di Alessandria, nei campi della cascina Bovera, di proprietà della famiglia Angeleri, che gestisce anche un magazzino di conferimento, confezionamento e commercializzazione dei prodotti agricoli a Guazzora, con una cinquantina di dipendenti. Durante quel blitz, sono stati trovati cinque braccianti “in nero” e senza permesso di soggiorno impegnati a raccogliere patate e altri prodotti agricoli. Per questo caso, il 16 maggio 2016, è avvenuto presso il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Alessandria, l’incidente probatorio, poi tutto si è fermato. Ancora oggi, i lavoratori che hanno fatto quelle denunce di grave sfruttamento lavorativo sono irregolari e non godono neppure del “permesso per motivi di giustizia”.
Per non parlare del caso di Lazzaro Mauro e Bruno che, dopo sei anni dai fatti, hanno patteggiato un anno e sette mesi ciascuno, dai quali i lavoratori aspettano il pagamento delle loro spettanze arretrate di 274.303 euro, più le spese legali, da oltre un anno, a seguito delle sentenze della Corte d’appello di Torino, in quanto il Tribunale di Alessandria aveva respinto tutti i ricorsi dei lavoratori.
Come Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia, siamo presenti e continueremo a lottare a difesa dei braccianti, migranti e non, continueremo a lottare contro la filiera dello sfruttamento lavorativo, in cui la grande distribuzione la fa da padrona, invitiamo tutti i lavoratori a rivolgersi ai nostri sportelli legali dove troveranno sostegno nella lotta per i propri diritti di persone e di lavoratori.
SEGUITECI SULLA NOSTRA PAGINA FACBOOK DEL PRESIDIO PERMANENTE DI CASTELNUOVO SCRIVIA. SOSTENETE LA CASSA DI RESISTENZA: IL NUMERO DELLA CARTA POSTAPAY E’ 4023 6006 6943 9400 (intestata ad Antonio Olivieri)
SCHIAVI MAI! PRIMA GLI SFRUTTATI! CHI TOCCA UNO, TOCCA TUTTI!
Alessandria, 23 giugno 2018
Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia

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