Comunicato
stampa del Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia
Ancora
lavoro nero, ancora sfruttamento e schiavismo nelle campagne. Non al
Sud, non in Calabria, non in Sicilia, ma nel ricco Piemonte, questa
volta in Alessandria, ma la ragnatela dello sfruttamento si estendeva
anche alle province di Cuneo e di Asti.
Dopo
le vicende che hanno visto coinvolte le aziende agricole dei Lazzaro
di Castelnuovo Scrivia, dei Balduzzi di Isola S. Antonio, degli
Angeleri di Guazzora, dopo il primo caso di caporalato scoperto a
Castelnuovo Scrivia, eccone un altro.
La
“cooperativa” – si fa per dire – aveva sede in Alessandria,
al rione Cristo. Ingaggiava decine di braccianti che, all’alba, si
presentavano nel piazzale antistante la sede della cooperativa e, con
dei pulmini, venivano trasportati in aziende agricole delle Langhe e
dell’astigiano per lavorare in quelle vigne, patrimonio
dell’Unesco, che producono vini eccellenti e costosi, esportati in
tutto il mondo: un vero e proprio mercato delle braccia qui in città.
I braccianti, quasi tutti stranieri, molti irregolari, venivano per
lo più pagati
“al nero”, cinque euro all’ora, per lavorare 10
– 12 ore al giorno, in condizioni di lavoro durissime.
In
quest’occasione, diamo atto all’Ispettorato del Lavoro di
Alessandria e ai Carabinieri dei sopralluoghi e dell’attività di
contrasto svolta. Ma ci viene spontanea una domanda: sappiamo che
l’attività della sedicente “cooperativa” è stata sospesa fino
a quando la titolare non regolarizzerà i lavoratori. Ma questo
basta? Recentemente, a Mazara del Vallo, per un caso simile, due
agricoltori, padre e figlio, sono finiti in carcere. Qui da noi,
basta regolarizzare i lavoratori e pagare qualche sanzione e tutto
continua come prima?
Non
solo, ma chi sono i padroni dei vigneti che hanno utilizzato i
braccianti della cooperativa? Resteranno impuniti? Per la legge sul
caporalato - che il nuovo Ministro degli Interni, Matteo Salvini,
vuole “semplificare”, una legge insufficiente e rimasta
sostanzialmente inapplicata - pure loro sono responsabili e
perseguibili penalmente.
Sono
anni che, come Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia, denunciamo
e lottiamo contro lo sfruttamento dei braccianti nelle campagne della
Bassa Valle Scrivia e del tortonese.
Ancora
oggi, nulla è dato sapere dell’altro caso di caporalato risalente
all’aprile del 2016 di tale Rachid El Farchoi di Castelnuovo
Scrivia che vedeva coinvolte anche le aziende utilizzatrici, Marcello
e Raffaella Gavio di Piovera e Luigi Stringa di Gerbidi di Sale, per
il quale l’avvocato Gianluca Vitale del Foro di Torino, aveva
presentato denuncia in Tribunale ad Alessandria, per grave
sfruttamento lavorativo di alcuni braccianti.
Come
nulla si sa delle denunce presentate nel 2015 dai legali del Presidio
permanente di Castelnuovo Scrivia, a seguito dell’intervento dei
Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro di Alessandria, nei campi
della cascina Bovera, di proprietà della famiglia Angeleri, che
gestisce anche un magazzino di conferimento, confezionamento e
commercializzazione dei prodotti agricoli a Guazzora, con una
cinquantina di dipendenti. Durante quel blitz, sono stati trovati
cinque braccianti “in nero” e senza permesso di soggiorno
impegnati a raccogliere patate e altri prodotti agricoli. Per questo
caso, il 16 maggio 2016, è avvenuto presso il Giudice delle indagini
preliminari del Tribunale di Alessandria, l’incidente probatorio,
poi tutto si è fermato. Ancora oggi, i lavoratori che hanno fatto
quelle denunce di grave sfruttamento lavorativo sono irregolari e non
godono neppure del “permesso per motivi di giustizia”.
Per
non parlare del caso di Lazzaro Mauro e Bruno che, dopo sei anni dai
fatti, hanno patteggiato un anno e sette mesi ciascuno, dai quali i
lavoratori aspettano il pagamento delle loro spettanze arretrate di
274.303 euro, più le spese legali, da oltre un anno, a seguito delle
sentenze della Corte d’appello di Torino, in quanto il Tribunale di
Alessandria aveva respinto tutti i ricorsi dei lavoratori.
Come
Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia, siamo presenti e
continueremo a lottare a difesa dei braccianti, migranti e non,
continueremo a lottare contro la filiera dello sfruttamento
lavorativo, in cui la grande distribuzione la fa da padrona,
invitiamo tutti i lavoratori a rivolgersi ai nostri sportelli legali
dove troveranno sostegno nella lotta per i propri diritti di persone
e di lavoratori.
SEGUITECI
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POSTAPAY E’ 4023 6006 6943 9400 (intestata ad Antonio Olivieri)
SCHIAVI
MAI! PRIMA GLI SFRUTTATI! CHI TOCCA UNO, TOCCA TUTTI!
Alessandria,
23 giugno 2018
Presidio
permanente di Castelnuovo Scrivia
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