martedì 5 settembre 2017

pc 5 settembre - TEST NUCLEARI: IO IMPERIALISMO SI, TU NO

Anche oggi tutti i giornali nazionali e i TG delle reti televisive portano in grande evidenza la "minaccia" della Corea del Nord. 
Ciò che va in scena, in realtà, è solo l'arrogante potenza militare dell'imperialismo Usa, che vuole restare principale detentore dell'arsenale nucleare, come, questa sì, reale minaccia preventiva e pratica verso i paesi e i popoli che non accettano di piegarsi al dominio dell'imperialismo. 
Se confrontiamo i dati dell'articolo di seguito pubblicato, il rapporto degli armamenti nucleari tra la Corea del Nord e Usa, Russia, ma anche Francia, Gran Bretagna, ecc. è evidente come la Corea del Nord stia al massimo cercando di stare in difesa, e di "punzecchiare" il gigante imperialista. 
Di contro sono gli Usa di Trump che, usando strumentalmente la Corea del Nord, minacciano una guerra. QUESTO E' IL VERO PERICOLO PER I POPOLI!

(Dall'art. di Manlio Dinucci su Il Manifesto di oggi: "Il grande e sporco gioco atomico")

I riflettori politico-mediatici che si sono accesi, tutti focalizzati sui pericolosi test nucleari e missilistici nord-coreani, lasciano in ombra il quadro generale in cui essi si inseriscono: quello di una crescente corsa agli armamenti che, mentre mantiene un arsenale nucleare in grado di cancellare la specie umana dalla faccia della Terra, punta su testate e vettori high tech sempre più sofisticati.
La Federazione degli scienziati americani (Fas) stima nel 2017 che la Corea del Nord abbia «materiale fissile per produrre potenzialmente 10-20 testate nucleari, ma non ci sono prove disponibili che abbia reso operative testate nucleari trasportabili da missili balistici».
Sempre secondo la Federazione degli scienziati americani (Fas), gli Stati uniti posseggono 6.800 testate nucleari, di cui 1650 strategiche e 150 non-strategiche pronte in ogni momento al lancio.
Comprese quelle francesi e britanniche (rispettivamente 300 e 215), le forze nucleari della Nato dispongono di 7315 testate nucleari, di cui 2200 pronte al lancio, in confronto alle 7000 russe di cui 1950 pronte al lancio...
Aggiungendo quelle cinesi (270), pachistane (120-130), indiane (110-120) e israeliane (80), il numero totale delle testate nucleari viene stimato in circa 15000...
In testa sono gli Stati uniti, che effettuano continui test dei missili balistici intercontinentali Minuteman III e si preparano a sostituirli con nuovi missili (costo stimato 85 miliardi di dollari). Il Congresso ha approvato nel 2015 un piano (costo stimato circa 1000 miliardi) per potenziare le forze nucleari con altri 12 sottomarini da attacco (7 miliardi l’uno), armato ciascuno di 200 testate nucleari, e altri bombardieri strategici (550 milioni l’uno), ciascuno armato di 20 testate nucleari.
Nello stesso quadro rientra la sostituzione delle bombe nucleari Usa B61, schierate in Italia e altri paesi europei, con le nuove B61-12, armi da first strike...
Russia e Cina stanno accelerando la modernizzazione delle loro forze nucleari, per non farsi distanziare. Nel 2018 la Russia schiererà un nuovo missile balistico intercontinentale, il Sarmat, con raggio fino a 18000 km, capace di trasportare 10-15 testate nucleari che, rientrando nell’atmosfera a velocità ipersonica (oltre 10 volte quella del suono), manovrano per sfuggire ai missili intercettori forando lo «scudo»...
Tutto questo viene ignorato da giornali e telegiornali, mentre lanciano l’allarme sulla Corea del Nord, denunciata come unica fonte di minaccia nucleare.
Si ignora, ricordava ieri Michel Chossudovsky, anche la «lezione» che a Pyongyang fanno capire di aver imparato: Gheddafi – ricordano – aveva rinunciato totalmente a ogni programma nucleare, permettendo ispezioni della Cia in territorio libico. Ciò però non lo salvò quando Stati uniti e Alleanza atlantica decisero di attaccare e di distruggere ad ogni costo lo Stato libico. Se esso avesse avuto armi nucleari, pensano a Pyongyang, nessuno avrebbe avuto il coraggio di attaccarlo. Tale ragionamento può essere fatto anche da altri: nell’attuale situazione mondiale è meglio avere le armi nucleari che non averle.
Mentre in base a questa pericolosa logica aumenta la probabilità di proliferazione nucleare, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, adottato a grande maggioranza dalle Nazioni Unite lo scorso luglio, viene ignorato da tutte le potenze nucleari, dai membri della Nato (Italia compresa) e dai suoi principali partner (Ucraina, Giappone, Australia)..."

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