Ieri sono scoppiati scontri tra
manifestanti e polizia in due diverse zone meridionali del paese: a
Meknassi (governatorato di Sidi Bouzid) e nella città frontaliera di
Ben Guardane (governatorato di Mednine). Regioni diverse ma stesse
motivazioni: le mancate promesse da parte del governo alle
popolazioni di queste regioni.
A Meknassi dopo più di u anno di
trattative concernenti le possibilità di lavoro degli abitanti
dell’area nelle miniere di fosfati, la polizia ha attaccato
violentemente un sit-in. Quindi sono scoppiati degli scontri tra
manifestanti e polizia per tutta la notte con blocchi stradali e
lanci di pietre in risposta ai lanci di lacrimogeni della polizia.
La direzione locale dell’UGTT dopo l’attacco ai lavoratori da parte della polizia ha immediatamente interrotto le trattative e proclamato uno sciopero generale nella città per la giornata di oggi
A Ben Guardane, la cui principale
attività economica é il commercio transfrontaliero, dopo le
promesse di sostegno economico e sviluppo del marzo scorso in seguito
alla battaglia di Ben Guardane tra jihadisti e forze di sicurezza,
alcuni commercianti esasperati dalla chiusura del valico di frontiera
di Ras Jadir dal lato tunisino, hanno attaccato la locale stazione di
polizia. Ai commercianti si sono uniti i diplomes chomeur e anche qui
gli scontri sono durati tutta la notte.
Oggi il quotidiano “embedded”
La presse criminalizza questi movimenti sociali agitando come sempre
lo spauracchio del terrorismo. Si citano fonti delle forze di
sicurezza “preoccupate” che per il settimo anniversario della
“rivoluzione” (più precisamente della rivolta popolare) le
tensioni sociali al sud e guarda caso in particolare a Sidi Bouzid,
Ben Guardane e Kasserine possano rendere instabile il paese e
facilitare attacchi terroristici, distogliendo le forze di sicurezza.
Quindi la “risposta” alle
legittime richieste sociali é sempre la stessa: repressione
poliziesca e criminalizzazione, entrambe giustificate dal persistere
dello “stato di emergenza”, una contraddizione in termini dato
che é “un’emergenza” in corso da qualche anno...
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