venerdì 3 luglio 2015

pc 3 luglio - Se Roma è "la fogna" di Mafia Capitale, la Milano di Expo non è da meno


Fisco: frode da un milione, il Pm chiede il processo per Diana Bracco
La presidente di Expo 2015 è indagata come numero uno del consiglio di amministrazione di Bracco Spa: potrebbe essere processata per evasione fiscale e appropriazione indebita


02 luglio 2015 



MILANO - Il pm di Milano Giordano Baggio ha chiesto il rinvio a giudizio di Diana Bracco, presidente di Expo 2015 Spa e commissario generale per il Padiglione Italia, accusata di un'evasione fiscale da oltre un milione di euro. Bracco è indagata in qualità di numero uno del cda della Bracco Spa. Nei prossimi giorni verrà fissata l'udienza preliminare. L'imprenditrice è indagata per evasione fiscale e appropriazione indebita: l'indagine è stata chiusa ed è stato effettuato un sequestro da circa 1 milione di euro. L'ipotesi è che le fatture false siano servite in relazione a lavori su case private e
barche. In sostanza, le indagini avrebbero fatto emergere che "fatture per complessivi euro 3.064.435 confluiti nella contabilità e nelle dichiarazioni fiscali presentate dalle società del gruppo Bracco per i periodi di imposta dal 2008 al 2013 - spiega la Procura - erano riferite all'esecuzione di forniture o di prestazioni rese verso locali in uso alle medesime società ma effettivamente realizzate presso immobili e natanti di proprietà, ovvero nella disponibilità della signora Diana Bracco e del defunto marito Roberto De Silva". In pratica, la presidente di Expo avrebbe contabilizzato nei bilanci di alcune sue società spese di natura personale attraverso una serie di false fatturazioni.  Diana Bracco, presidente di Expo 2015 Spa, è indagata per evasione fiscale e appropriazione indebita in qualità di presidente del consiglio di amministrazione della società farmaceutica Bracco spa. L'indagine è stata chiusa ed è stato effettuato un sequestro da circa 1 milione di euro. L'ipotesi è che le fatture false siano servite in relazione a lavori su case private e barche. In sostanza, le indagini avrebbero fatto emergere che "fatture per complessivi euro 3.064.435 confluiti nella contabilità e nelle dichiarazioni fiscali presentate dalle società del gruppo Bracco per i periodi di imposta dal 2008 al 2013 - si legge in una nota della Procura - erano riferite all'esecuzione di forniture o di prestazioni rese verso locali in uso alle medesime società ma effettivamente realizzate presso immobili e natanti di proprietà, ovvero nella disponibilità della signora Diana Bracco e del defunto marito Roberto De Silva". In pratica, la presidente di Expo avrebbe contabilizzato nei bilanci di alcune sue società spese di natura personale attraverso una serie di false fatturazioni. Insieme a lei, risultano iscritti nel fascicolo aperto dalla Procura, Pietro Mascherpa, presidente della Bracco Real Estate srl, società riconducibile all'industriale e attiva nel settore immobiliare e i due architetti, titolari dello studio di progettazione Archilabo di Monza: Marco Pollastri e Simona Calcinaghi. Al termine delle indagini preliminari, l'avvocato Giuseppe Bana, che difende la presidente dell'Expo, aveva detto: "Non c'è stata alcuna frode fiscale. Si tratta di contestazioni riguardanti l'inerenza all'attività di impresa di fatture, situazione non rilevante sotto il profilo penale, già definita con l'Agenzia delle Entrate con il ravvedimento operoso. Siamo solo al termine delle indagini preliminari e non è stata ancora formulata la richiesta di rinvio a giudizio". Che è arrivata proprio oggi.

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