sabato 4 luglio 2015

pc 4 luglio - La lotta a Biella dei profughi di fronte alla nuova beffa del governo

La protesta dei profughi davanti alla prefettura. La carta d’identità è una “beffa”: non è valida per l’espatrio

03/07/2015
Le lettere sono arrivate all’inizio della settimana come una condanna, e nessuno di loro ha voluto ritirarle. Come se, il fatto di non aprire la busta, potesse bastare a cambiare il loro destino. Sono 16 i maliani che fra 15 giorni dovranno andare via da Pettinengo, gli stessi che, «supportati» da altrettanti colleghi di sventura (nigeriani, senegalesi e ghanesi) si sono sdraiati sull’asfalto in via Repubblica ieri mattina. Hanno lasciato le loro famiglie al di là del Mediterraneo, molti scacciati dal loro stesso Paese. E ora, l’etichetta di profughi che avevano scelto una volta sbarcati in Italia, andrà sostituita con quella di clandestini. Poche le alternative senza un documento in mano e una frontiera ostile
L’associazione che a Pettinengo ha gestito l’emergenza, uno dei primi casi nel Biellese, è Pacefuturo. «Ora si trovano davanti a un buco normativo che la politica non ha previsto - spiega il presidente Andrea Trivero - Per chi l’asilo politico non l’ha ottenuto, le soluzioni sono pari a zero e il rientro a casa non è così scontato. Nel Nord del Mali c’è la guerra, nel Sud c’è la povertà. Sarebbero disposti ad andare in Marocco dove c’è lavoro, ma non hanno un visto o un lasciapassare. Qualcuno di loro ha perfino la carta di identità rilasciata dalla Questura fino al 2025. Quasi una beffa: non è valida per l’espatrio».

Nessun commento:

Posta un commento