sabato 4 luglio 2015

pc 4 luglio - La lotta dei migranti a Ventimiglia continua tra solidarietà e amministrazioni razziste, padroni e commercianti ignobili

Ventimiglia, migrante sale su una gru per protesta

Ventimiglia, migrante sale su una gru per protestaMigranti sugli scogli

Voleva andare a Londra, i mediatori culturali della Croce Rossa lo convincono a scendere
Un migrante a Ventimiglia è salito per protesta su una gru che lavorava in un cantiere nei pressi della stazione ferroviaria, proprio vicino al campo di accoglienza gestito dalla Croce Rossa.
Attualmente nella città di confine restano circa 200 migranti, agli scogli dei Balzi Rossi

Migranti alla stazione di Ventimiglia (Foto Pecoraro)

Via Caffaro solidale, manifestini sui muri contro le proteste anti-profughi

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Nella ex casa di riposo accolti 89 profughi: c'è chi ha protestato ma buona parte dei residenti è con loro
“Via Caffaro, via che accoglie”.  La mobilitazione è partita in rete ma i volantini sono appesi per tutta la via,  attaccati al muro o sulle auto parcheggiate. Al civico 10, un palazzo di 9 piani e 75 appartamenti che ospita da qualche giorno 89 migranti non c’è spazio solo per polemiche e proteste . «Abbiamo già ricevuto centinaia di richieste da parte dei residenti della zona che vogliono dare una mano. C’è chi ha proposto di organizzare una cena di benvenuto e altri che si sono offerti per fare un corso di italiano. Non vogliamo mandarli via - racconta Susanna Neuhold ,  tra i promotori dell’iniziativa che conta più di 150 adesioni - Lo spazio era disponibile perché  non dare un aiuto a
questi ragazzi che rischiano la vita alla ricerca di una seconda opportunità? ».La scelta di ospitarli nell’ex casa di riposo , dismessa di anni, non è passata sotto silenzio. Un intero piano, 300 metri quadrati dove sono stati allestite brandine e un presidio medico permanente della Croce Rossa. Si entra da un secondo ingresso, sotto al cartello azzurro che segnala ancora la residenza per anziani.  Molti abitanti della zona bussano alla porta per portare saponette, spazzolini o un piatto caldo. Eppure il mugugno dei condomini non si placa. L’atrio del palazzo si è trasformato nella “bacheca dei bollettini” tappezzato da aggiornamenti sanitari quotidiani dell’amministratore con la convocazione per un’assemblea straordinaria, già fissata per il 13 luglio, mentre domani mattina una delegazione sarà ricevuta dal prefetto.
Una zona in cui non mancano gli stranieri che hanno avviato nuove attività: un piccolo supermercato indiano a pochi metri dalla palazzina delle polemiche,  un  giovane fruttivendolo marocchino  aperto  appena 7 mesi fa in fondo alla strada “E se abbiamo ancora un panificio lo dobbiamo a una famiglia di peruviani, hanno rilevato un forno che stava chiudendo -  conclude Susanna Neuhold – Chi continua a protestare per l’arrivo dei profughi dovrebbe tenerlo ben a mente ".


IL SECOLO XIX IMPERIA

Migranti in frontiera, “tutto esaurito”: circa 380 ospiti, il doppio dei posti disponibili



Tutte le componenti di questa emergenza che ormai prosegue da settimane hanno le «vibrisse» tese. Dalla Polizia di Stato alla Croce Rossa che ieri, congiuntamente, sono riuscite a fare in modo che una ventina di migranti lasciasse la scogliera scegliendo come alternativa la stazione. Anche Caritas e Protezione Civile proseguono nell’attività di assistenza.
 Ventimiglia giorno dopo giorno ha imparato a convivere con questi ospiti disperati dimostrando una grande forza di solidarietà e dando prova all’intero Paese che c’è una periferia dove il coraggio, la tolleranza e il rispetto sono e rimangono pietre miliari della società civile.

Alassio, divieto d'ingresso agli stranieri senza certificato."Rischio scabbia ed Ebola"

Alassio, divieto d'ingresso agli stranieri senza certificato ."Rischio scabbia ed Ebola"

Vicino al centrodestra, il primo cittadino non bada alle critiche: "Una tutela alla sicurezza e alla salute dei nostri cittadini e dei nostri turisti". Per Jan Casella dell'Arci è "Apartheid sanitario. Puro razzismo".
Ad Alassio i vigili urbani dovranno controllare i certificati sanitari degli stranieri in transito. E chi non lo avrà con sé verrà allontanato. Anche se nella sua ordinanza il sindaco Enzo Canepa non lo chiarisce, l'obbligo di certificato non dovrebbe però riguardare quei ricchi stranieri che affollano la cittadina che ha il record dei pezzi d’affitto in Italia, bensì i più poveri, i migranti. Ecco cosa scrive nell’ordinanza.
 “Tutela sanitaria. Art. 50 T.U.E.L. 267/2000”, relativa al divieto di ingresso sul territorio cittadino di Alassio a migranti sprovvisti di certificato sanitario che attesti l'assenza di malattie infettive e trasmissibili.
Accertato che già dal mese di giugno è esponenzialmente aumentata la presenza sul territorio comunale di cittadini stranieri provenienti da diversi stati africani, asiatici e sudamericani”, si legge nel documento. “Considerato che in detti paesi, sia di origine sia di transito, in assenza di adeguate misure di profilassi, sono ancora presenti numerose malattie contagiose e infettive, quali ad esempio TBC, scabbia, HIV, ed è tuttora in corso una gravissima epidemia di Ebola, come attestato dalla OMS”, il primo cittadino alassino ha firmato il documento che ordina “il divieto a persone prive di fissa dimora, provenienti da paesi dell'area africana, asiatica e sud americana, se non in possesso di regolare certificato sanitario attestante la negatività da malattie infettive e trasmissibili, di insediarsi anche occasionalmente nel territorio comunale”.

Jan Casella,ex consigliere comunale, membro della  Rete a Sinistrae dei consigli provinciali di Arci e Anpi parla di "Apartheid sanitaria.P uro razzismo. Le origini delle persone, e il loro status sociale, sono motivo di discriminazione per la Giunta Alassina. Me ne vergogno".


Alassio - Piovono accuse di velleitarismo, di xenofobia, di utilizzo disinvolto delle ordinanze per nascondere, in realtà, finalità diverse: bloccare l’arrivo dei migranti. Ma intanto la rivolta dei sindaci del Ponente si estende. Apripista è stato il sindaco di Alassio Enzo Canepa: «Qui non può venire chi non ha un certificato medico che attesti le sue condizioni di salute». Ora, percorrendo la stessa strada, si aggiungono altri Comuni. Li enumera Sonia Viale, vicepresidente della Regione: Zuccarello, Ortovero, Vendone, Erli e Garlenda.
Dietro il fuoco di sbarramento dei primi cittadini del Savonese non c’è l’iniziativa del governatore Giovanni Toti, che pure ribadisce la contrarietà a nuovi arrivi. Ma proprio l’input della leghista Viale, che non nasconde di aver lanciato un appello in questo senso alle amministrazioni più sensibili: «L’esempio viene dal sindaco di Prelà (500 abitanti in provincia di Imperia) che già da mesi ha varato un’ordinanza analoga».
Nel clima di nervosismo per gli arrivi degli immigati in Liguria, arriva anche l’iniziativa di Loano: guardie giurate contro i venditori abusivi sulle spiagge nei fine settimana. È un’iniziativa varata dalla polizia municipale, dal sindacato balneari e dall’Ascom. Obiettivo dichiarato: «Limitare la concorrenza sleale di chi vende merce contraffatta e opera illegalmente». Soprattutto, garantire la serenità dei turisti dalle continue richieste di acquisto «invitando i venditori ad allontanarsi dalle spiagge».

.L’Arci parla di «un vero e proprio progetto di apartheid basato su basi apparentemente “geografiche”, celato dietro la foglia di fico di asserite e inesistenti esigenze sanitarie». Abdelaziz Sofi, responsabile del centro culturale islamico di Albenga, è categorico: «Un provvedimento razzista».
Prete razzista ad Alassio Sentite don Cesare Donati: «Bravo sindaco di Alassio: prevenire è meglio che curare».

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