Il commesso viaggiatore Renzi, in nome e per conto dei
capitalisti italiani, è andato in Africa "a caccia di opportunità per le
imprese" come riporta il Sole24Ore del 19 luglio, cioè prima della
partenza, che commentiamo.
A qualcuno verrà in mente che già che c'era in Africa, Renzi
ci poteva anche restare, non si sarebbe perso nulla, ma è sicuro che non ci avrebbero
guadagnato nemmeno gli africani. Battute a parte ogni "capo del
governo" in carica deve farsi il giro di vari paesi, come un vero e
proprio piazzista, per aiutare i propri capitalisti, dimostrando nel modo più
chiaro al servizio di quale classe è il governo di turno! E vanno all'aria
tutte le menzogne che condiscono i discorsi e le immagini da Istituto Luce con
il capo che "pensa al popolo", gioca con i bambini delle scuole, si
intrattiene con gli operai, "farò il giro delle fabbriche", ecc. ecc.
Già visto! Senza andare più di tanto al passato, chi non si ricorda di
Berlusconi transformer: operaio, medico, ecc.?
Renzi, tra l'altro, che riempie il mondo di promesse e deve
pure mantenere i conti a posto con l'Europa, dopo il continuo prelievo dalle
tasche del proletariato e delle masse popolari in Italia, non sa più dove
sbattere la testa per fare soldi e anche la via dell'Africa potrebbe aiutare soprattutto
nella crisi economica mondiale attuale e come mezzo per fare concorrenza agli
altri paesi imperialisti.
"Aumentare gli scambi commerciali ma soprattutto gli
investimenti. E non solo nell'oil&gas: agroalimentare, infrastrutture,
turismo. In un'area, come quella dell'Africa subsahariana, che sta crescendo a
ritmi elevati e che ha voglia di aprire le porte agli stranieri. Mozambico,
Congo e Angola: sono le tre tappe della missione del presidente del
Consiglio…" dice il giornalista. E anche qui Renzi fa il primo della
classe: " È la prima visita di un capo di governo in questi Paesi e Renzi
vedrà il presidente del Mozambico, Armando Guebuza, quello del Congo, Denis
Sassou-Nguesso, e dell'Angola, Eduardo dos Santos." E addirittura
"«La visita di Renzi è un passaggio politico fondamentale, un fatto
epocale perché è la prima volta di un capo di governo italiano, oltre ad
essere il coronamento di un anno di lavoro». Fatto epocale? Un anno di lavoro
per organizzare una visita in Africa? Bella "produttività" dimostra
il nostro vice ministro allo Sviluppo Calenda!
Per rendere la visita più importante il giornalista dice che:
"Dagli anni 90 questa zona africana ha avuto tassi di crescita in costante
aumento, dal 2012 hanno superato quelli delle maggiori economie emergenti, i
Bric (4,2 rispetto al 3,8)." L'uso
delle percentuali invece dei valori assoluti serve a coprire il fatto che si
tratta di tre paesi tra i più poveri del mondo che messi insieme non
raggiungono il PIL del solo Marocco! Che a sua volta è tra i più poveri con
circa 170 miliardi di Pil, mentre la sola Cina, per citare uno dei paesi Bric
nominato dal giornalista, gareggia con gli Stati Uniti con un Pil di circa
12.000 miliardi! E proprio la Cina, anticipando tutti i paesi, da anni investe
in quasi tutti i paesi dell'Africa con una cifra da capogiro, circa 80 miliardi,
raggiungendo anche qui gli Stati Uniti.
«Sono Paesi che hanno un programma di crescita convincente,
non vogliono cadere nella maledizione delle materie prime, ma vogliono
uno sviluppo equilibrato facendo crescere anche manifatturiero e agroindustria.
Ciò mette l'Italia nelle condizioni di essere un partner privilegiato», spiega
il vice ministro allo Sviluppo, sparando fesserie a raffica". L'Italia
garante di uno sviluppo equilibrato? Quanto è ipocrita questo Calenda che sembra
crederci davvero. La maledizione delle
materie prime, come il petrolio per esempio, non si può risolvere finché
vive l'oppressione imperialista, come dice infatti uno studio economico, questi
paesi sono importanti perché hanno appunto le materie prime: "abbondanza di risorse, soprattutto
minerarie, disponibilità di terre, presenza di aree scarsamente popolate,
inflazione sotto controllo, stabilità politica nella maggior parte della
regione e grande necessità di infrastrutture".
Questo Calenda comunque "farà parte della missione,
insieme ai vertici di Ice, Sace e Simest, [le agenzie del governo che prestano
e si fanno garanti soprattutto delle piccole e medie aziende] e di una
delegazione economico-imprenditoriale, con Confindustria, aziende tra cui Eni,
Fs, Finmeccanica, gruppo Cremonini, Iveco." Dopo che "è già stato tre
volte in Mozambico, con delegazioni imprenditoriali, e ci tornerà a fine
agosto, con l'obiettivo di portare alla Facim, la fiera internazionale di
Maputo, 120 imprese, facendo dell'Italia il primo Paese espositore." I
capitalisti italiani non sono nemmeno in grado di andare ad una fiera da soli,
e chissà che non gli paghiamo pure il viaggio!
"Complessivamente in Angola, Mozambico e Congo Sace ha un'esposizione
per circa 140 milioni accanto a grandi aziende e pmi. Durante la missione
saranno annunciate una linea di credito da 164 milioni per il completamento dei
lavori di costruzione dell'autostrada Luanda-Soyo, affidati alla Cmc Ravenna;
una linea di credito da 500 milioni di dollari riservata a Sonangol, società
petrolifera angolana, per l'acquisto di merci e servizi italiani, per favorire
i rapporti tra l'azienda e le numerose imprese italiane attive nel settore
oil&gas."
Come si vede i soldi che lo Stato italiano intende investire
in questi progetti per aiutare i padroni, da un lato sono davvero pochi, se
messi a confronto con quelli di altri, e dall'altro non fanno che perpetuare il
vecchio gioco di dare soldi ai padroni con la scusa degli investimenti, perché
chi riceve questi soldi, qui per esempio la Sonangol, deve obbligatoriamente
acquistare merci e servizi italiani e quindi i soldi dello Stato italiano fanno
un giro per arrivare poi nelle tasche dei padroni italiani.
Somiglia al Craxi degli investimenti in Somalia con annessi
scandali, dato che affinché i presidenti di questi poveri paesi "preferiscano"
uno Stato ad un altro, un capitalista ad un altro, è necessario "incentivarli"
e cioè corromperli in mille modi.
Con questo viaggio Renzi comunque sembra non aver concluso
grandi affari. La sua dichiarazione, che riportiamo dal Sole24Ore del 22
luglio, al ritorno è di questo tenore: «Il viaggio in Africa - ha sottolineato
Renzi - è il primo tentativo del sistema Paese di vedere queste terre non
soltanto come un problema ma come una grande opportunità. Ritengo che lo
sviluppo dell'Africa sia fondamentale, che la presenza del sistema Italia sia
assolutamente cruciale per molti settori, che il valore del nostro viaggio si
vedrà nei prossimi anni. Ma penso che sia anche un simbolo che il primo viaggio
dell'Italia come presidente di turno dell'Unione europea non sia in Oriente,
non sia in America ma in Africa, cioè nel luogo in cui si gioca una parte
rilevante dello sviluppo non solo del nostro sistema economico ma anche del
nostro sistema di valori».
E infatti di tratta proprio del "sistema di
valori" che non è per niente slegato dal "nostro sistema
economico"; si tratta di "valori" che significano oppressione,
concorrenza tra imperialisti fino alla guerra diretta o indiretta,
foraggiamento con ogni mezzo di corruzione di una classe locale al servizio
dell'imperialismo.
***
Renzi in Africa a caccia di opportunità per le imprese
19 luglio 2014
Aumentare gli scambi commerciali ma soprattutto gli investimenti.
E non solo nell'oil&gas: agroalimentare, infrastrutture, turismo. In
un'area, come quella dell'Africa subsahariana, che sta crescendo a ritmi
elevati e che ha voglia di aprire le porte agli stranieri. Mozambico, Congo e
Angola: sono le tre tappe della missione del presidente del Consiglio, da oggi
a lunedì. È la prima visita di un capo di governo in questi Paesi e Renzi vedrà
il presidente del Mozambico, Armando Guebuza, quello del Congo, Denis
Sassou-Nguesso, e dell'Angola, Eduardo dos Santos. Dagli anni 90 questa zona
africana ha avuto tassi di crescita in costante aumento, dal 2012 hanno
superato quelli delle maggiori economie emergenti, i Bric (4,2 rispetto al
3,8). Un trend positivo che per l'Fmi continuerà.
«Sono Paesi che hanno un programma di crescita convincente,
non vogliono cadere nella maledizione delle materie prime, ma vogliono uno
sviluppo equilibrato facendo crescere anche manifatturiero e agroindustria. Ciò
mette l'Italia nelle condizioni di essere un partner privilegiato», spiega il
vice ministro allo Sviluppo, Carlo Calenda, che farà parte della missione,
insieme ai vertici di Ice, Sace e Simest, e di una delegazione
economico-imprenditoriale, con Confindustria, aziende tra cui Eni, Fs,
Finmeccanica, gruppo Cremonini, Iveco. «La visita di Renzi è un passaggio
politico fondamentale, un fatto epocale perché è la prima volta di un capo di
governo italiano, oltre ad essere il coronamento di un anno di lavoro»,
continua Calenda, che è già stato tre volte in Mozambico, con delegazioni
imprenditoriali, e ci tornerà a fine agosto, con l'obiettivo di portare alla
Facim, la fiera internazionale di Maputo, 120 imprese, facendo dell'Italia il
primo Paese espositore. Il settore agroindustriale è assai importante, non solo
per il nostro Paese: «La tendenza - ha continuato il vice ministro - è quella
di un profondo squilibrio tra domanda e produzione di cibo, se in Africa si
svilupperà un'industria agroalimentare forte potrà essere una risposta. È una
priorità assoluta».
L'Ice sta rafforzando la propria presenza: ad ottobre
dell'anno scorso ha aperto un ufficio a Maputo, entro l'anno aprirà Luanda
(Angola) ed Addis Abeba (Etiopia). La Sace ha un portafoglio di operazioni di
export e investimenti italiani assicurati in Africa subsahariana di oltre 600
milioni di euro, in aumento del 77% rispetto ad un anno fa. Un incremento
significativo che riflette la maggiore attenzione dell'istituto verso questa
parte del continente africano (ha un ufficio a Johannesburg e un desk presso la
sede di Nairobi dell'African Trade Insurance Agency). Partirà a settembre anche
il programma Frontiers Markets, dedicato ai Paesi di frontiera, un'insieme di
servizi (formazione, piano strategico ecc): si comincerà proprio con quest'area
e Angola e Mozambico sono i Paesi dove Save vuole portare un numero crescente
di pmi.
Complessivamente in Angola, Mozambico e Congo Sace ha
un'esposizione per circa 140 milioni accanto a grandi aziende e pmi. Durante la
missione saranno annunciate una linea di credito da 164 milioni per il completamento
dei lavori di costruzione dell'autostrada Luanda-Soyo, affidati alla Cmc
Ravenna; una linea di credito da 500 milioni di dollari risarvata a Sonangol,
società petrolifera angolana, per l'acquisto di merci e servizi italiani, per
favorire i rapporti tra l'azienda e le numerose imprese italiane attive nel
settore oil&gas.
Osservando i dati, la crescita del Mozambico è prevista del
+7,4 nel 2014 e del 7,6% nel 2015; nei primi 4 mesi del 2014 l'Italia ha conquistato
la prima posizione come cliente, ma è 26° come fornitore. Il 26% dell'export è
macchinari e apparecchiature; le nostre importazioni sono per il 90% metalli di
base preziosi e metalli non ferrosi. Gli investimenti italiani nel 2013 sono
cresciuti del 150% rispetto al 2012 per un totale di 27 milioni di dollari. In
Angola si prevede una crescita media annua del Pil del 5% per i prossimi tre
anni. Il settore oil è ancora più del 50% del Pil, per questo il governo vuole
sostenere una diversificazione economica. Attualmente sono circa 27 le imprese
italiane che hanno nel Paese una sede permanente.
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