"Per una volta nella sua vita Fede ha detto la verità": questo è il contenuto del corsivo della Jena - al secolo Riccardo Barenghi - uscito sulla Stampa di mercoledì ventitre luglio.
L'ex direttore del telegiornale più fazioso del mondo - vero insulto al giornalismo italiano - in una telefonata con tale Gaetano Ferri (suo allenatore personale: ma cosa se ne faceva?) del luglio 2012, si lascia andare a una confidenza: "La storia di S.? Soldi e mafia".
L'interessato, ovviamente, smentisce: è difficile però credere che la carriera del Delinquente di Arcore non sia legata proprio ai due parametri sopra riportati.
Per quanto concerne i soldi, basta ricordare che il progetto forzitaliota nasce nel 1993 con i soldi regalatigli da Benedetto Bettino Craxi, al momento della sua fuga in Tunisia, ad Hammamet, per evitare la giusta e meritatissima galera.
Il Grande Ladrone diede tutti i fondi rubati agli italiani al suo amico piduista perché li usasse in chiave anticomunista: il Criminale Lombardo li fece fruttare bene, tanto che nessuno che si dice 'comunista' siede più nel Parlamento borghese nazionale dal 2008.
Per quanto invece attiene ai rapporti con la mafia, la storia parla da sé: lo stalliere della villa di Arcore, Vittorio Mangano, Marcello Dell'Utri, Amedeo Matacena, Vincenzo Caridi, e tanti altri suoi tirapiedi, sono - o sono stati - parte della criminalità organizzata.
Infine, forse è utile ricordare la discesa in Sicilia - in occasione delle elezioni legislative del 1994 - del Malvivente Milanese; in quell'occasione Al Pappone cercò i voti dei capi delle cosche locali, ed infatti il risultato fu strabiliante: i forzitalioti si accaparrarono tutti e sessantuno i collegi.
Genova, 23 luglio 2014
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
http://pennatagliente.
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