Bombardata una scuola
dell'ONU, centro di raccolta dei profughi... Basta con l'attacco a Gaza!
Strage in una scuola dell'UNWA. A Ginevra approvata
l'istituzione di una commissione di inchiesta internazionale per crimini di
guerra. Emergenza umanitaria, mancano acqua,pane, gasolio, plasma e medicinali.
25 / 7 /
2014
Aggiornamento 24 luglio, 18°giorno di guerra.
Una scuola
dell'Onu piena di profughi palestinesi è stata centrata durante combattimenti a
Beit Hanun, nel nord della Striscia: 17 morti (molte donne e bambini) e circa
100 feriti, compresi membri dello staff delle Nazioni Unite. La strage è
stata provocata da colpi di artiglieria sparati dall'esercito israeliano,
secondo la stessa Onu e Hamas ha segnato la guerra che continua a mietere
vittime senza che nessuno sia riuscito al momento a fermare.
Le stesse
speranze di tregua che erano circolate ieri, sono state smentite dalle
dichiarazioni israeliane che esplicitamente fanno riferimento alle impossibità
di accettare le richieste preliminari di Hamas, in particolare quelle di
lascire liberi i punti di accesso a Gaza, che sono blindati dall'esercito
israeliano e hanno trasformato la striscia in una prigione a cielo aperto con 2
milioni di prigionieri.
Ban Ki Moon
si è detto "sconvolto dalla notizia dell'attacco alla scuola", ha
ribadito "che tutte le parti devono rispettare i loro obblighi in base
al diritto umanitario internazionale" e che i combattimenti
"devono cessare ora", per questo oggi sarà al Cairo per sostenere
l'ipotesi di una tregua.
La
possibilità concrete sono quelle in un cessate il fuoco prolungato che
permetta di portare medicinali e cibo alle popolazioni, che sono stremate,
fonti ufficiali indicano che i profughi senza tetto siano oltre 150.000.
La guerra
presenta il tragico bilancio di vittime: oltre 760 morti e più di 4mila
feriti e una condizione umanitaria catastrofica. E sia la Croce Rossa sia
l'Unicef hanno lanciato una campagna per la raccolta di fondi. I soldati
israeliani rimasti sul campo sono 32, mentre i razzi seguitano a cadere su
Israele, Tel Aviv compresa, dove i voli sull'aeroporto Ben Gurion sono però
ripresi.
Il numero
delle vittime e di chi cerca di fuggire è sempre più alto, mentre non si
contano le abitazioni e le strutture distrutte. Una operazione militare di
distruzione che colpisce la popolazione civile della più grande prigione a
cielo aperto del mondo. In allegato la lettera di Nurid Peled El Hanan, docente
all'Università di Gerusalemme, premio Sacarov del Parlamento Europeo,
con l'invito a boycottare e sanzionare gli interessi economici di
Israele, inviata ai movimenti e allo stesso parlamento europeo.
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