Egitto, la mattanza parla italiano.
di Checchino Antonini
«Ministro Bonino, cosa deve ancora succedere in Egitto per sospendere l'invio di armi italiane?». per la sopravvalutatissima ministra radicale la situazione in Egitto è ancora «esplosiva», si batte il petto anche il trilateral Letta ma dal 27 luglio questa domanda semplicissima non compare nella retorica governativa.
A formularla è stato l'Opal, l'Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia che ha notato, tra le armi in dotazione ai militari egiziani, anche fucili d'assalto della Beretta. Tra i bossoli trovati lo scorso anno in piazza Tahrir anche quelli della Fiocchi di Lecco.
Esportazioni in costante crescita tanto che con Monti nel 2012 hanno raggiunto i 28 milioni di euro tra fucili d'assalto e lanciagranate della Beretta e munizioni della Fiocchi, dalle bombe per carri armati della Simmel alle componenti per centrali di tiro della Rheinmetall, dai blindati della Iveco alle "apparecchiature specializzate per l'addestramento militare". Dati che l'Opal ha infatti potuto ricavare dalla Relazione ufficiale sulle esportazioni di sistemi militari inviata al Parlamento nelle scorse settimane.
Obama ha deciso di rinviare la consegna dei caccia F-16 all'Aeronautica militare egiziana ma la Farnesina nicchia sebbene la riforma dello scorso anno assegni la titolarità delle esportazioni di materiali militari alla nuova Autorità nazionale per le Autorizzazioni di Materiali di Armamento (UAMA) presso la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese (DGSP) del Ministero degli Affari Esteri.
Le esportazioni di armi dall'Italia all'Egitto sono in costante crescita e vedono il nostro paese tra i cinque maggiori fornitori europei delle Forze Armate egiziane. «Le autorizzazioni ministeriali per forniture di armamenti all'Egitto non superavano i 10 milioni di euro del 2010, sono salite a oltre 14 milioni di euro nel 2011 e lo scorso anno, col governo Monti, hanno toccato il picco di oltre 24,6 milioni di euro. E di conseguenza sono cresciute le consegne effettive di sistemi militari, che nel 2012 hanno superato i 28 milioni di euro (€ 28.679.837). Esportazioni che sono tuttora in corso, visto che nei primi tre mesi del 2013 l'ISTAT ha già rilevato spedizioni all'Egitto di armi e munizioni per oltre 2,6 milioni di euro», spiega Giorgio Beretta, analista di Opal.
Quello inviato dall'Italia alle Forze armate egiziane è un autentico arsenale bellico: «Soprattutto - evidenzia Carlo Tombola, coordinatore scientifico di Opal - sono da segnalare nel 2011, cioè nel bel mezzo delle rivolte popolari, le esportazioni dalla provincia di Lecco di munizioni probabilmente prodotte dalla ditta Fiocchi. Si tratta di forniture per oltre 41.900 euro, che possono corrispondere ad oltre 100mila munizioni. Ricordiamo che - come ha documentato Amnesty International - in piazza Tahrir dopo gli scontri tra manifestanti e forze armate del 2011 sono stati ritrovati dei bossoli di munizioni della Fiocchi».
Da oltre dieci anni, però, le effettive spedizioni di munizioni ad uso militare della Fiocchi non sono mai riportate nella Relazione della Presidenza del Consiglio: ci sono le autorizzazioni rilasciate dai Ministeri degli Esteri e delle Finanze (per i pagamenti) ma manca il riscontro dell'Agenzia delle Dogane. Significa che la Fiocchi sta esportando munizioni di cui l'Agenzia delle Dogane non dà alcun riscontro nelle Relazioni governative, quasi si trattasse di munizioni per armi ad uso civile o sportivo e non invece di munizioni da guerra, e che come tali sono autorizzate e dovrebbero essere puntualmente riportate nella relazione governativa. La Bonino dovrebbe dar conto al Paese anche di questo.
Qui appresso la lista della spesa egiziana in Italia.
Già nel 2010 erano state esportati al Cairo ben 2.450 fucili d'assalto automatici della ditta Beretta modello SCP70/90 corredati di 5.050 parti di ricambio a cui sono seguiti nel 2012 altri 1.119 fucili automatici sempre modello SCP70/90 e 2.238 caricatori e da altri 35 fucili d'assalto calibro 5,56 NATO modello ARX-160 ciascuno corredato da caricatori e baionetta e muniti di 35 lanciagranate e da silenziatori tutti dell'azienda bresciana Beretta.
Nel 2011 è stata autorizzata, dal governo Berlusconi, l'esportazione di 14.730 colpi completi per carri armati del calibro 105/51 TP-T IM 370 (equivalente al colpo completo cal. 105/51 TP-T M490) e nel 2012 altri 692 colpi completi calibro 40/70 PFFC IM212 con spoletta e altri 673 colpi completi 76/62 TP tutti prodotti da Simmel Difesa.
Sempre nel 2011 è stata autorizzata l'esportazione di 355 componenti per la centrale di tiro Skyguard per missili Sparrow/Aspide e affusti a cui sono seguiti nel 2012 altre 1.000 componenti e corsi d'addestramento per la stessa centrale di tiro prodotta dalla Rheinmetall Italia.
Nel 2012 è stata autorizzata dal governo Monti l'esportazione di 55 veicoli blindati Lizard della Iveco. Vanno poi segnalate le esportazioni autorizzate nel 2012 a Oto Melara per attrezzature del cannone navale 76/62 S/R e apparecchiature elettroniche e software della Selex Elsag.
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