mercoledì 4 settembre 2013

pc 4 settembre - ILVA/OO.SS INCONTRO INUTILE MA BONDI INCASSA IL CREDITO DI FIM, FIOM, UILM

e se la ride...

e se la sbattono...

L'incontro fra il commissario straordinario dell'Ilva, Enrico Bondi, e i rappresentanti dei sindacati nazionali e locali dei Metalmeccanici è stato «interlocutorio, il piano non è ancora pronto e lo sarà all'inizio di novembre». Lo hanno riferito i sindacati aggiungendo che il piano industriale era atteso per settembre ma il commissario deve ascoltare i tre saggi sul piano ambientale e poi, «intorno al 15 novembre, ci sarà un incontro sindacale per un confronto».


Questo slittamento a novembre, dopo che da mesi l'Ilva doveva presentare il piano e aveva avuto tutto il tempo di sentire i cosidetti "tre saggi" (ma "saggi" di che?), è un'altra presa in giro, che però i sindacati confederali accettano senza battere ciglio (ndr)


Il segretario nazionale della Fim Cisl, Marco Bentivogli ha aggiunto che «è fondamentale avere un quadro delle risorse finanziarie sia per l'attuazione del piano industriale sia per l'Aia».


Le risorse finanziarie per l'Aia già le ha dette e ribadite Bondi (massimo 1 mld e 800 ml per tutti i lavori da qui fino al 2015!), ma la Cisl ciurla nel manico per non dire, da buon servo, che sono una miseria (ndr)


Il dirigente sindacale ha rilevato due «novità positive: l'azienda sta recuperando sul fronte commerciale visto che giugno e maggio hanno dimezzato i risultati rispetto a settembre 2012 e poi è in grado di ottemperare alle prescrizioni dell'Aia per il 2013» per la quale sono necessari 1,5-1,8 miliardi. Sono tre le linee finanziarie a cui Bondi può far ricorso: istituti di credito, Bei (Banca europea per gli investimenti) e Unione europea. «Ma prima dell'ok delle banche - ha proseguito Bentivogli - è necessario che l'Ilva recuperi affari dalle grandi aziende italiane che nel frattempo si sono rivolte all'estero.


Bondi non ha presentato nessun piano, continua ad allungare i tempi per una messa a norma, comunque assolutamente insufficiente... ma la Cisl, insieme agli altri sindacati confederali, è pronta a dargli credito, e ha sostenere i suoi "sforzi" per recuperare affari/profitti per padron Riva. Non solo, ma di fatto anche a subordinare alla ripresa degli affari con le grandi aziende italiane, l'impiego di fondi per il risanamento dell'Ilva. Tutto questo, tra l'altro, mentre è notizia di qualche giorno fa della "scoperta" da parte della procura di Milano di altri 700ml - frutto principalmente della produzione fatta dagli operai ilva - nascosti dai Riva nelle isole Jersey. Ma i sindacati, siccome sono "educati" su questo stanno muti... (ndr)


Continua Bentivogli rilevando che «i tempi di attuazione dell'Aia sono di 36 mesi e nonostante i ritardi l'azienda è in grado di recuperarli entro il 2013 e stare nel cronoprogramma. La partita si gioca tra il 2014 e il 2015, anno finale in cui l'Ilva deve essere bonificata e riqualificata industrialmente. Ora c'è il piglio giusto per farlo sul serio. Acciaio e ambiente possono coesistere senza litigare».


Altra "leccata" di Bentivogli. In realtà la situazione della messa a norma non va affatto bene. I sindacati confederali si vogliono bere la favola presentata da Bondi: "Interventi già completati, lavori in corso, ordini assegnati alle imprese, offerte tecnico-economiche in fase di valutazione". Tutte cose che non vengono affatto confermate nè dall'Arpa, nè dall'Ispra, ma soprattutto dagli operai e dagli abitanti dei Tamburi.

Ma alla faccia dell'evidenza i migliori propagandisti di Riva/Bondi sono Fim, Fiom, Uilm, che a "prova" della volontà dell'azienda di fare subito i lavori previsti dall'Aia, altro non portano che la "costituzione di un Dipartimento per l'Aia, la riorganizzazione dell'assetto della fabbrica e l'assunzione di 30 nuovi ingegneri". (vedi nota in altro articolo sul piano presentato da Bondi) (ndr)


Per il segretario nazionale della Fiom Rosario Rappa nell'incontro ''Bondi ha messo l'ottimismo della volonta' e io metterei il pessimismo della realta'. Aspetterei il piano industriale e il cronoprogramma prima di esprimere un giudizio definitivo''. L'Ilva, ha proseguito, ''ha perso clienti ed e' stata svuotata nelle sue casseforti e ora bisogna recuperare sul mercato le risorse. L'azienda con 1,5 miliardi e' in grado di fare l'Aia''. Per la Fiom, comunque, è fondamentale discutere del piano industriale che ''non deve prevedere l'abbattimento dell'occupazione''.


Anche la Fiom, col burocrate Zappa che quando è stato a Taranto si è distinto per non fare niente, si fa buon propagandista delle "buone volontà" di Bondi. Da un lato sul piano industriale fa "ponzio pilato", e con la scusa di aspettare il piano industriale non dà un giudizio su ciò che già è chiaro; dall'altro giustifica e sostiene l'Ilva nel suo "recupero di quote di mercato" (chiedendo solo, quasi per piacere, di non prevedere un abbattimento dell'occupazione, ma un pò di esuberi, sì?), e infine dà credito all'azienda che i soldi per la messa a norma bastano... (ndr)


Il dirigente della Uilm ha espresso «forte preoccupazione» per due aspetti: il primo riguarda «i contenuti dell'Aia che prevedono la riduzione della capacità produttiva e quindi bisogna capire quali conseguenze ci possono essere per sviluppo e occupazione»; il secondo è «capire quali investimenti l'azienda è disposta a mettere sul piatto per innovazione, salvaguardia degli impianti e della sicurezza». Il discorso, quindi, «è rinviato e quando affronteremo questi temi potremo dare un giudizio. Non siamo disposti a fare sconti sui livelli occupazionali per Taranto nè per gli altri stabilimenti - ha concluso - non accetteremo mai un piano che riduca anche di una sola persona i livelli occupazionali».


La Uilm fa la parte di "sinistra" - se lo può permettere perchè è il più coerente alleato dell'azienda, e le parole tanto non costano nulla. Ma la "preoccupazione" è in realtà tutta degli operai. Perchè al di là delle assicurazioni, questo insistere della Uilm soprattutto (che ripetiano essendo la più vicina all'azienda sa maglio e più direttamente i fatti) sull'occupazione, fa capire che i tagli del "ristrutturatore" Bondi ci saranno eccome. (ndr)




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