pc 4 settembre - ILVA/OO.SS INCONTRO INUTILE MA BONDI INCASSA IL CREDITO DI FIM, FIOM, UILM
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e se la ride... |
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e se la sbattono... |
L'incontro
fra il commissario straordinario dell'Ilva, Enrico Bondi, e i
rappresentanti dei sindacati nazionali e locali dei Metalmeccanici è
stato «interlocutorio, il piano non è ancora pronto e lo sarà
all'inizio di novembre». Lo hanno riferito i sindacati aggiungendo
che il piano industriale era atteso per settembre ma il
commissario deve ascoltare i tre saggi sul piano ambientale e poi,
«intorno al 15 novembre, ci sarà un incontro sindacale per un
confronto».
Questo
slittamento a novembre, dopo che da mesi l'Ilva doveva presentare il
piano e aveva avuto tutto il tempo di sentire i cosidetti "tre
saggi" (ma "saggi" di che?), è un'altra presa in
giro, che però i sindacati confederali accettano senza battere
ciglio (ndr)
Il
segretario nazionale della Fim Cisl, Marco Bentivogli ha aggiunto che
«è fondamentale avere un quadro delle risorse finanziarie sia per
l'attuazione del piano industriale sia per l'Aia».
Le
risorse finanziarie per l'Aia già le ha dette e ribadite Bondi
(massimo 1 mld e 800 ml per tutti i lavori da qui fino al 2015!), ma
la Cisl ciurla nel manico per non dire, da buon servo, che sono una
miseria (ndr)
Il
dirigente sindacale ha rilevato due «novità positive: l'azienda sta
recuperando sul fronte commerciale visto che giugno e maggio hanno
dimezzato i risultati rispetto a settembre 2012 e poi è in grado di
ottemperare alle prescrizioni dell'Aia per il 2013» per la quale
sono necessari 1,5-1,8 miliardi. Sono tre le linee finanziarie a cui
Bondi può far ricorso: istituti di credito, Bei (Banca europea per
gli investimenti) e Unione europea. «Ma prima dell'ok delle banche -
ha proseguito Bentivogli - è necessario che l'Ilva recuperi affari
dalle grandi aziende italiane che nel frattempo si sono rivolte
all'estero.
Bondi
non ha presentato nessun piano, continua ad allungare i tempi per una
messa a norma, comunque assolutamente insufficiente... ma la Cisl,
insieme agli altri sindacati confederali, è pronta a dargli credito,
e ha sostenere i suoi "sforzi" per recuperare
affari/profitti per padron Riva. Non solo, ma di fatto anche a
subordinare alla ripresa degli affari con le grandi aziende italiane,
l'impiego di fondi per il risanamento dell'Ilva. Tutto questo, tra
l'altro, mentre è notizia di qualche giorno fa della "scoperta"
da parte della procura di Milano di altri 700ml - frutto
principalmente della produzione fatta dagli operai ilva - nascosti
dai Riva nelle isole Jersey. Ma i sindacati, siccome sono "educati"
su questo stanno muti... (ndr)
Continua
Bentivogli rilevando che «i tempi di attuazione dell'Aia sono di 36
mesi e nonostante i ritardi l'azienda è in grado di recuperarli
entro il 2013 e stare nel cronoprogramma. La partita si gioca tra il
2014 e il 2015, anno finale in cui l'Ilva deve essere bonificata e
riqualificata industrialmente. Ora c'è il piglio giusto per farlo
sul serio. Acciaio e ambiente possono coesistere senza litigare».
Altra
"leccata" di Bentivogli. In realtà la situazione della
messa a norma non va affatto bene. I sindacati
confederali si vogliono bere la favola presentata da Bondi:
"Interventi già completati, lavori in corso, ordini assegnati
alle imprese, offerte tecnico-economiche in fase di valutazione".
Tutte cose che non vengono affatto confermate nè dall'Arpa, nè
dall'Ispra, ma soprattutto dagli operai e dagli abitanti dei Tamburi.
Ma
alla faccia dell'evidenza i migliori propagandisti di Riva/Bondi sono
Fim, Fiom, Uilm, che a "prova" della volontà dell'azienda
di fare subito i lavori previsti dall'Aia, altro non portano che la
"costituzione di un Dipartimento per l'Aia, la riorganizzazione
dell'assetto della fabbrica e l'assunzione di 30 nuovi
ingegneri". (vedi nota in altro articolo sul piano
presentato da Bondi) (ndr)
Per
il segretario nazionale della Fiom Rosario Rappa nell'incontro
''Bondi ha messo l'ottimismo della volonta' e io metterei il
pessimismo della realta'. Aspetterei il piano industriale e il
cronoprogramma prima di esprimere un giudizio definitivo''. L'Ilva,
ha proseguito, ''ha perso clienti ed e' stata svuotata nelle sue
casseforti e ora bisogna recuperare sul mercato le risorse. L'azienda
con 1,5 miliardi e' in grado di fare l'Aia''. Per la Fiom, comunque,
è fondamentale discutere del piano industriale che ''non deve
prevedere l'abbattimento dell'occupazione''.
Anche
la Fiom, col burocrate Zappa che quando è stato a Taranto si è
distinto per non fare niente, si fa buon propagandista delle "buone
volontà" di Bondi. Da un lato sul piano industriale fa "ponzio
pilato", e con la scusa di aspettare il piano industriale non dà
un giudizio su ciò che già è chiaro; dall'altro giustifica e
sostiene l'Ilva nel suo "recupero di quote di mercato"
(chiedendo solo, quasi per piacere, di non prevedere un abbattimento
dell'occupazione, ma un pò di esuberi, sì?), e infine dà credito
all'azienda che i soldi per la messa a norma bastano... (ndr)
Il
dirigente della Uilm ha espresso «forte preoccupazione» per due
aspetti: il primo riguarda «i contenuti dell'Aia che prevedono la
riduzione della capacità produttiva e quindi bisogna capire quali
conseguenze ci possono essere per sviluppo e occupazione»; il
secondo è «capire quali investimenti l'azienda è disposta a
mettere sul piatto per innovazione, salvaguardia degli impianti e
della sicurezza». Il discorso, quindi, «è rinviato e quando
affronteremo questi temi potremo dare un giudizio. Non siamo disposti
a fare sconti sui livelli occupazionali per Taranto nè per gli altri
stabilimenti - ha concluso - non accetteremo mai un piano che riduca
anche di una sola persona i livelli occupazionali».
La
Uilm fa la parte di "sinistra" - se lo può permettere
perchè è il più coerente alleato dell'azienda, e le parole tanto
non costano nulla. Ma la "preoccupazione" è in realtà
tutta degli operai. Perchè al di là delle assicurazioni, questo
insistere della Uilm soprattutto (che ripetiano essendo la più
vicina all'azienda sa maglio e più direttamente i fatti)
sull'occupazione, fa capire che i tagli del "ristrutturatore"
Bondi ci saranno eccome. (ndr)
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