I venti di guerra che portano ad una
nuova aggressione imperialista nei confronti della Siria hanno preso
a soffiare forte dopo il reciproco sconfinamento militare e
abbattimento dell'aereo turco. La Turchia ha assunto ora il ruolo di
prima fila in questa nuova aggressione, spinta dagli USA e dalla
Nato, ma a sua volta trainante USA e la Nato, perchè trasformare un
incidente sia pur grave in una richiesta di attuazione dell'accordo
Nato che prevede che quando uno dei paesi membri è fatto segno di
un'azione militare tutta la Nato della reagire è evidentemente una
forzatura che si spiega solo con la determinazione e la volontà di
arrivare all'aggressione anti Siria. La Nato, quindi, viene a
riunirsi in seduta straordinaria per fare un atto dovuto.
All'interno della Nato, però, diversi
pesi imperialisti, tra cui l'Italia, non sembrano avere molta voglia
di imbarcarsi in una nuova avventura militare del tipo Libia, tenendo
conto anche dei gravi problemi che attraversano USA, Nato, Italia in
Afghanistan.
Nella storia e negli ultimi tempi si è
visto molto spesso come alcuni fatti si producano al di là della
stessa volontà dei contendenti per il complesso di azioni e reazioni
e per lo stato incandescente della situazione in Siria e di tutta
l'area. Su due punti però occorre avere una posizione chiara:
la Siria non è la Libia e il legame
Siria/Russia è ben più consistente di quello con la Libia. Chi
interviene in Siria scherza col fuoco e può trasformare questo
focolaio in un incendio dispiegato. Per questo il comunicato
congiunto dei maoisti franco italiani ha segnalato l'importanza delle
contraddizioni interimperialiste.
Noi siamo contro l'aggressione
imperialista alla Siria e contro il ruolo che il nostro paese può
avere in essa come membro della Nato e come potenza imperialista
allineata a chi oggi ancora domina la Nato, l'imperialismo USA. Il
governo di Monti come i governo che lo hanno preceduto può
trascinarci in una nuova avventura militare scaricandone i costi sui
proletari e le masse popolari già vessate dallo scaricamento della
crisi.
Essere contro l'aggressione
imperialista e combatterla non può voler dire, come insistono
sezioni comuniste ml antimperialiste, essere dalla parte del regime
siriano nella contesa interna, e considerare la rivolta popolare in
atto in questo paese da diversi mesi come manovra dell'imperialismo.
Il regime siriano non è un regime antimperialista, è un regime
reazionario socialfascista, legata da sempre al socialimperialismo
sovietico prima e con l'imperialismo russo oggi.
Noi marxisti leninisti maoisti ci
battiamo affinchè i proletari e le masse popolari siriane si
liberino di questo regime, autonomamente, e costruiscano una
Repubblica di Nuova Democrazia realmente antimperialista e realmente
dalla parte dei proletari e delle masse arabe in tutta l'area.
Certo, la mancanza di forze
autenticamente comuniste e antimperialiste autonome dal regime
siriano pesa nell'orientamento della rivolta in corso in Siria e
facilita il ruolo dell'imperialismo nell'intervenirvi e cercare di
utilizzare la rivolta a fini dell'aggressione alla Siria. Questo
rende quanto mai complessa e difficile la situazione.
Ma una cosa è la situazione difficile
in cui orientarsi per fare la cosa giusta di fase in fase in questa
vicenda, altra cosa è il revisionismo che è la sostanza delle
posizioni che appoggiano il regime siriano anche all'interno del
paese.
Proletari comunisti-PCm Italia
26.6.12
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