domenica 24 giugno 2012

pc 24 giugno - il punto della situazione


Il Vertice europeo tenutosi a Roma ha rappresentato un davvero pallido tentativo di unità nell'intervento nella crisi onde evitare che si aggravi. Il segnale politico venuto dalle elezioni greche, insieme ai precedenti segnali venuti dalle elezioni spagnole e francesi  mostrano che, sia pur con qualche contraddizione, i governi nazionali restano allineati alla soluzione tedesca della crisi e le pressioni sulla Merkel non cambiano la sostanza del problema, la palla ritorna sempre e comunque ai governi nazionali che cercano di gestire le soluzioni nazionali scaricando la crisi sugli operai e le masse popolari, sui lavoratori del Pubblico Impiego e sullo Stato sociale.
Anche la politica di Hollande potrà cambiare le forme ma non la sostanza dei problemi.
Comunque le aperture dell'ultimo Vertice verso ulteriori fondi da immettere nel circuito e l'accenno alla Tobin tax servono a rafforzare l'unità e l'immagine di questi Vertici per consentire ai vari governi di contenere la crisi di consenso.E' sulla crisi di consenso che ora fondamentalmente si lavora.
Le borghesie imperialiste europee  fronteggiano un problema interno. Quello rappresentato dall'estrema destra sia esplicita, Le Pen, Alba dorata greca che implicita, molto più pericolosa, interna alle attuali maggioranze e che nell'accentuarsi della crisi e delle contraddizioni verrà ancora più allo scoperto in ognuno dei paesi, nelle forme adatte. Nel nostro paese questa estrema destra si chiama e continua a chiamarsi Silvio Berlusconi, che lungi da essere un cane morto come si sono affrettati a dichiarare tutti, è lì a sostenere il governo tecnico, come la corda sostiene l'impiccato.
La dittatura dei tecnici fa leva sulle contraddizioni nella maggioranza governativa per marciare decisa nelle riforme richieste dalla borghesia e nella loro estensione in tutti i campi della società – vedi articolo sull'ultimo numero di giugno di proletari comunisti - ma chiaramente accentuandosi con questo agire la crisi di consenso verso le masse popolari e divenendo il PD di Bersani il suo principale puntello, apre la strada al riemergere dell'estrema destra berlusconiana come soluzione. Berlusconi da causa vuole trasformarsi in soluzione. E in questo filone confluiscono, che lo vogliano o no, l'antipolitica e il grillismo.
 Monti e PD stendono un tappeto dorato a questa situazione.
Questi  movimenti interni alla borghesia hanno nei confronti delle masse popolari un solo e unico sbocco: moderno fascismo come sistema di trasformazione dello Stato, fascismo padronale e neo corporativismo, Stato di polizia per contenere e reprimere le lotte proletarie, i movimenti di opposizione.
La mancata assunzione della categoria del moderno fascismo come fenomeno globale, dalla fabbrica allo Stato, dallo Stato alla fabbrica, dal sociale al politico e dal politico al sociale, è l'elemento debole delle forze che sono effettivamente all'opposizione della borghesia, del suo Stato e dei suoi governi, così pure del sindacalismo di base e di classe e dei movimenti. La visione di quest'insieme di forze dell'attuale stato della situazione risulta complessivamente edulcorata e l'orizzonte resta complessivamente riformista e socialdemocratico, anche quando la denuncia è forte, la lotta è vera e gli obiettivi dichiarati più radicali.

Per i comunisti conseguenti e le avanguardie proletarie coscienti non si tratta certo di giudicare e stare a guardare, ma di agire con determinazione su tutti i piani, ideologico, teorico, politico, culturale, organizzativo, ponendosi alla testa e non alla coda delle lotte e dei conflitti comunque in corso in tutti i campi, per costruire con spirito critico e senso pratico gli strumenti necessari all'obiettivo della guerra di classe e della 'nuova Resistenza' per il potere proletario.
Questa linea vale per la costruzione del Partito, per lo sviluppo del Fronte Unito, per l'organizzazione della Forza combattente.

Proletari comunisti / PCm – Italia. 
24 giugno 

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