“Clima troppo acceso si sposti il processo –
gli imputati contestano i cartelloni appesi all’esterno del tribunale in
occasione della celebrazione del processo”;
“Suicida
dopo lo stupro, l’imputato: “ho paura di essere linciato”;“Ho paura, spostate il processo – la clamorosa richiesta ai giudici di uno degli imputati. Deciderà la Cassazione”;
“Violenza su Carmela, giudici ricusati – battaglia in aula”;
“uno degli uomini accusati di aver abusato di Carmela si sente minacciato”; ecc.
Si lamenta che “sussistono gravi situazioni locali tali da turbare il regolare e sereno svolgimento del processo e la mia libera determinazione nella partecipazione allo stesso”; della “campagna mediatica organizzata dal padre di Carmela, attraverso alcuni blog; che “davanti al Tribunale si raduna un’agguerrita folla di manifestanti che non solo espone cartelli ingiuriosi nei miei confronti e degli altri imputati firmati dal Movimento femminista proletario rivoluzionario, ma soprattutto mi impedisce di raggiungere il tribunale liberamente costringendomi addirittura a celare le mie vere sembianze per timore di essere riconosciuto e quindi aggredito”.
Ebbene
sì, noi vogliamo che gli stupratori abbiano paura della lotta delle donne!
Carnevale
e gli altri due non hanno avuto nessuna remora nel novembre 2006 a violentare
in due occasioni Carmela, che allora aveva 13 anni!, attirandola con una scusa
all’interno di un camper e approfittando di una sua situazione psicologica
difficile.
Ora
pretendono “un clima sereno”, la salvaguardia della loro “libertà”… Ma se lo scordino! E la Magistratura non si facesse complice, dopo che di fatto in tutti questi anni ha anch’essa offeso Carmela non arrivando ancora ad una condanna di uno stupratore!
Dopo
l’udienza del 22 giugno durante la quale sono stati sentiti 4 testimoni, di
cui, però, un medico che aveva visitato Carmela dopo lo stupro e due ispettori
di polizia, hanno fatto dichiarazioni vergognose: dal “non ricordo” dei
poliziotti, al “escludo segni di rapporti sessuali violenti” del ginecologo che
all’epoca aveva fatto a Carmela una visita superficialissima, senza eseguire
gli esami microscopici; il prossimo processo sarà il 21 settembre. Sarebbe
giusto e necessario che non solo le compagne, le lavoratrici, disoccupate del
Mfpr ci fossero, come sempre, e più di prima, ma altre compagne, altre donne si
unissero. Vogliamo la condanna degli stupratori e attraverso questa lo
smascheramento di istituzioni e magistratura; ma vogliamo anche, ebbene sì, che
la mobilitazione delle donne non sia solo una testimonianza ma una realtà “pericolosa”!
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