proletari comunisti esprime la massima solidarietà agli antifascisti arrestati sempre e si unisce alla campagna per la libertà dell'antifascista napoletano
pubblichiamo lo stato delle cose da un testo che appare su Yndimedia e la posizione della rete campana
Dal 26 luglio Tonino si trova in carcere. La questura di Napoli lo ha arrestato per gli scontri avvenuti al margine del corteo del Primo Maggio. Quel giorno infatti, durante la manifestazione, un gruppo di camerati di CasaPound mise in atto una palese provocazione presentandosi al corteo. Alla provocazione seguì un'immediata risposta dei manifestanti. Durante gli scontri uno dei fascisti venne colpito con un coltello.
Tutto questo avviene in un periodo di grossa tensione a Napoli, dopo l'occupazione dello stabile di salita San Raffaele si erano susseguite diverse aggressioni in città contro studenti, compagni e spazi sociali: un ragazzo dell'istituto superiore Margherita di Savoia fu colpito con mazze e cinghie all'interno del cortile della scuola fino a procurargli la rottura delle costole, un universitario di Lettere fu mandato in ospedale con uno pneumatorace, contro il centro sociale Insurgencia furono lanciate bottiglie incendiarie e altri gravi episodi. In questa cornice si va ad inserire quello che e' avvenuto al margine del corteo del Primo Maggio.
La storia, comunque, sembra concludersi pochi giorni dopo il Primo Maggio, l'autore del gesto, infatti, si presenta spontaneamente alla polizia e dichiara agli inquirenti di aver agito accecato dalla rabbia e di non avere rapporti né organizzativi e né di conoscenza con i partecipanti al corteo. Dopo tre mesi, il 26 luglio, appunto, Tonino viene incarcerato con l'accusa di "concorso in reato" dato che alcune riprese di telecamere di sicurezza lo riprendono nello stesso luogo dove si svolge la colluttazione. E' chiaro che la magistratura, con l'aiuto della Digos, non ha sparato nel mucchio. Durante questi tre mesi hanno lavorato in maniera certosina per trovare la loro vittima! Tonino, infatti, e' sempre stato in prima linea nelle lotte contro la devastazione ambientale, e' un'Antifascista ed e' un Anarchico.
Questi tre fattori ne hanno fatto il mostro perfetto da dare in pasto ai Mass Media.
Non a caso i comunicati della questura ricordano ai mass media come Tonino sia coinvolto anche nell'inchiesta sulla lotta contro la discarica di Pianura del 2008. Insomma si fa intendere che è un personaggio "pericoloso e recidivo".
All'arresto di Tonino non si e' fatta attendere la reazione di tutti gli antifascisti napoletani e non solo, subito in città è stata messa in piedi una campagna di solidarietà (vedi www.toninolibero.org) iniziata con un presidio sotto il carcere
COMUNICATO
Le vicende del primo maggio hanno avuto ancora risvolti assai gravi con gli arresti del 26 luglio! E il nostro sconcerto cresce giorno per giorno.
Ricordiamo che il primo maggio una situazione di caos si produsse dentro un corteo a seguito della incredibile provocazione messa in atto da un gruppo di fascisti in una manifestazione cui partecipavano centinaia di studenti, lavoratori e disoccupati. Quella che seguì non fu, come si è scritto sui giornali, l'azione di un "branco", ma la reazione spontanea di tante persone di fronte a una situazione del tutto inaspettata. Il gruppo di neofascisti aderenti al circuito di camerati di Casapound erano del resto ben noti per aver dato vita, per mesi e in totale impunità, ad una lunga serie di aggressioni ed attentati incendiari contro studenti, compagni e spazi sociali, della maggior parte dei quali è possibile rinvenire documentazione stampa: nessuno di noi può dimenticare il pestaggio dello studente medio dell'istituto Margherita di Savoia colpito con mazze e cinghie all'interno del cortile della scuola (costole rotte), lo studente di lettere all'ospedale con uno pneumatorace o le bottiglie incendiarie lanciate contro il centro sociale Insurgencia, e le cronache sono piene di testimonianze degli agguati di vario tipo ai danni di chiunque rifiuti le loro logiche razziste e xenofobe.
A seguito delle informazioni fornite dai legali delle due persone arrestate abbiamo potuto constatare ancora una volta i metodi inquisitori e la tendenza a costruire teoremi contro i movimenti sociali!!
Infatti, abbiamo appreso che benchè uno degli indagati abbia spiegato agli inquirenti di non avere rapporti né organizzativi e né di conoscenza con i partecipanti al corteo e di non aver mai svolto militanza politica, e queste affermazioni siano state perfino riscontrate nella stessa indagine, nell'ordinanza e nelle agenzie di stampa inviate dalla Procura lo si descrive al contrario come un militante politico "organico alle strutture delle aree antagoniste". Rileviamo questo non certo per l'esigenza di fare la "radiografia" di questa persona. Ma perchè secondo noi (e secondo gli avvocati) questa invenzione giudiziaria è il perno di un teorema ben preciso ed ha un triplice obiettivo:
1)Aggravare nettamente la sua stessa posizione, al fine di costruire un'immagine (dal "loro" punto di vista) di "pericolosità del soggetto". Una persona che per altro si è presentata spontaneamente dal giudice per rispondere delle accuse già nel mese di maggio, per cui il suo avvocato fa giustamente notare l'incomprensibilità della misura cautelare due mesi dopo, se non per spettacolarizzare l'inchiesta.
2) Strumentalizzare meglio l'accaduto in modo da criminalizzare i movimenti sociali (è sufficiente leggere i giornali per capirlo);
3) Infine, accreditare anche per Antonio, il compagno arrestato per i medesimi fatti, la contestazione accusatoria più grave tramite l'ipotesi del "concorso nel reato" solo perchè sarebbe stato presente al momento dell'accaduto. Una grossa forzatura che sarebbe stata molto più ardua se dovevano tenere conto delle dichiarazioni dell'altro imputato! In altri termini, hanno messo Antonio nel "tritacarne", per punirlo non tanto in rapporto a qualcosa che abbia fatto, ma per quello che è: un compagno attivo in tante battaglie, come quelle in difesa del nostro territorio dalla devastazione!
Peraltro sui giornali non mancano fantasiose invenzioni che non sono nemmeno contestate nelle carte processuali (il neofascista "aggredito mentre era a terra" ecc) per supportare un'accusa comunque gravemente spropositata rispetto ai fatti, e per contribuire a generare un clima di attacco generalizzato ai compagni e alle lotte cittadine!
Del resto come mai se la dinamica era così chiara, con tanto di filmati delle videocamere, hanno poi aspettato tre mesi? Se non per decidere la costruzione che noi denunciamo contro gli imputati e la strumentalizzazione politica contro i movimenti. Se non per aggiungere un ulteriore tassello a quella feroce ondata repressiva che colpisce in maniera sempre più indiscriminata operai, disoccupati, movimenti per la difesa del territorio e chiunque si opponga alle politiche di precarietà e di povertà rese ancora più feroci dalla gestione padronale della crisi.
Noi non accetteremo tutto questo, rifiutiamo il tentativo di ingabbiare la lotta antifascista e antirazzista nello schema mediatico-giudiziario degli "opposti estremismi" e della "guerra tra bande" e venerdì 30 luglio parteciperemo al presidio contro gli arresti fuori al carcere di Poggioreale, continuando a mobilitarci e a denunciare la montatura che stanno effettuando gli inquirenti.
E proseguiremo a costruire mobilitazioni di massa contro i rigurgiti neofascisti, le politiche xenofobe, le pratiche sessiste e omofobe.
Liberi tutti!
Rete napoletana contro il neofascismo, il razzismo e il sessismo
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