Al presidio al Tribunale di Melfi dove il giudice deve pronunciarsi sul licenziamento dei 3 operai della Fiat Sata, tra cui due delegati Fiom.
(da Il Quotidiano della Basilicata del 4 agosto).
Dall'articolo “in attesa “del regalo” di nozze”:
“E' la vigilia di quello che per tutti è il giorno più bello della propria vita (la vigilia del suo matrimonio – ndr). Ma Antonio Lamorte insieme a Giovanni Barozzino e Marco Pignatelli è uno dei tre operai “cacciati” dalla Sata, perchè accusato di aver bloccato un carrello robotizzato nel corso di un corteo interno... il prezzo da dover pagare per aver “portato avanti con coscienza e coerenza i propri ideali”... ora siamo sicuri che vedremo riconosciuti i nostri diritti. Ecco perchè – spiega ancora – quando è arrivata la notizia del licenziamento non abbiamo mai pensato di mettere in discussione i nostri progetti per il futuro. Matrimonio compreso. Maria “mi conosce bene e soprattutto sa cosa significa essere rappresentante sindacale in una grande fabbrica come la Fiat... Ad ogni modo non avremmo mai consentito alla Fiat di interferire anche nella nostra vita privata”.
Al matrimonio ci saranno anche molti colleghi della Sata. “E' la loro solidarietà che ci è stata data fin dai primi giorni, che ci ha dato la forza di andare avanti in questi giorni”. Oggi molte tute blu della Fiat di Melfi saranno davanti al Tribunale...”
Dall'art. “Ecco il dono del padrone” a firma sul quotidiano della basilicata di Campennì, Caputo, Della Corte):
“... il piano strategico d'attacco sembrava perfetto, almeno in astratto. In effetti, quel che l'azienda non ha tenuto in debita considerazione è che i delegati Fiom licenziati hanno un seguito tra i lavoratori Sata che va ben al di là delle sigle e delle appartenenze sindacali... abbiamo avuto modo di parlare con diversi operai... i quali ci hanno espresso la loro forte solidarietà rispetto ai colleghi licenziati, non tanto perchè delegati Fiom ma per la loro quotidiana disponibilità nel lottare per la soddisfazione delle esigenze e dei bisogni di tutti i lavoratori. Del resto anche il 12 luglio, giorno del presidio della Confindustria di Potenza e del corteo alla Regione, nel momento in cuii qualcuno ha cercato di accostare al problema dei licenziamenti anche quello del mancato pagamento, da parte della Fiat, del premio di produzione, abbiamo sentito gli operai urlare in coro: “In questo momento non ce ne frega niente del premio, che la Fiat se lo tenga pure, insieme a tutto il resto, glielo regaliamo, ma deve ridarci i nostri compagni, rivogliamo i nostri colleghi in fabbrica con noi, al nostro fianco”. Ecco quel che non ha calcolato la Fiat: non si tratta di numeri, di macchine, di individui, ma di esseri umani in carne e ossa e per di più di persone con una spiccata soggettività, con un forte carisma e con un enorme seguito.
Ma forse abbiamo frainteso tutto, forse si tratta di un dono del padrone: giovedì 5 agosto Antonio Lamorte (uno dei due delegati licenziati) si sposerà e la Fiat ha deciso di regalargli la libertà, l'emancipazione da un lavoro alienante e privo di prospettive”.
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