lunedì 9 agosto 2010

pc quotidiano 9 agosto - Berlusconi ..ma cos'è questa crisi ..

La scissione nel PdL si è consumata, la nuova formazione di Fini, alleata con Casini e Rutelli, si è astenuta in occasione del voto di fiducia su Caliendo.
Questo ha fatto parlare diversi commentatori e in particolare gli esponenti dell'opposizione parlamentare di crisi del governo in atto, dato che sommando astensione e voti contro si delineerebbe un governo in minoranza.
Si tratta di giochi che appassionano i giornali e che in un certo senso coinvolgono quella fetta di opinione pubblica che considera i giochi che si fanno in parlamento come la politica vera e non più semplicemente come delle inevitabili convulsioni dentro un percorso di regime in formazione, regime di cui a loro modo tutte le forze presenti in parlamento fanno parte.
Ma esiste un confine programmatico su cui si riconoscono tutti. E' naturale quindi che si pensi di arrivare a governi tecnici, a un Tremonti da “unità nazionale”, affinchè la marcia del regime possa andare avanti. Considerare questo parlamento né più né meno che parlamento dei tempi della Democrazia Cristiana e di ciò che in quel parlamento avveniva è come minimo essere ciechi e sprovveduti, ma, più probabilmente, essere complici.
Questo parlamento o si allinea alla marcia imposta da Berlusconi o va a casa, per dare vita ad un parlamento ancora più nero di questo.
Questo governo, questo parlamento, questa marcia può essere sbarrata e messa in crisi solo dal possente ingresso della lotta operaia e sociale, della lotta politica e di massa, per cui occorre lavorare, a partire dai punti alti e discriminanti: la Fiat e il fascismo padronale, il lavoro, lo scaricamento della crisi sulle masse, l'antifascismo, l'antirazzismo, l'antisessismo, la volontà di spazzare via un governo, uno Stato del malaffare, della corruzione, della guerra, della illegalità antidemocratica fatta a regola.
Coloro in questo momento si dilettano nel prefigurare nuove alleanze, nuove liste elettorali, nuovi governi sono inutili e dannosi; inutili alla lotta reale da fare qui ed ora contro il governo, dannosi alla ricostruzione del movimento operaio e proletario di massa, del partito comunista necessario alla lotta rivoluzionaria e per il potere proletario.



Rispetto a tutti i sostenitori di nuovi governi come esito delle alleanze elettorali del voto, vi è una teorizzazione, apparentemente ben motivata in ben 8 punti, di un “Governo di ricostruzione democratica” di cui scrive Asor Rosa ne Il Manifesto del 8 agosto; di essa va presa in considerazione il nono punto, unico brandello di lucidità, quando Asor Rosa scrive:
“Se poi come penso questa ipotesi (il governo per la ricostruzione democratica – ndr) non andasse in porto, non resta a noi... che unirci a quella tendenziale maggioranza di italiani che non sta più al gioco e promuovere per il prossimo voto, vicino o lontano che sia, una grande campagna a favore di una astensione di massa, politicamente irrilevante forse, ma di grande significato etico-politico... e può darsi in definitiva, al di là persino dei nostri penosi sforzi di elaborazione intellettuale, che questo vuoto della rappresentanza possa essere coltivato come il luogo in cui qualcosa di veramente nuovo è destinato a rinascere”.
Appunto, forse è il caso di cominciare da subito.

proletari comunisti
9 agosto 2010

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