Ieri, 25 marzo, c’è stato l’incontro
programmato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla vertenza ex
Fiat Termini Imerese (ex Blutec) lunga oltre 12 anni (dalla definitiva chiusura
voluta da Marchionne il 31 dicembre 2011).
Come si sa, dopo il fallimento della ex Blutec, sono stati fatti
diversi bandi per il rilancio dell’area industriale, tutti andati a vuoto. Ieri,
però, i commissari straordinari hanno trovato nel gruppo Pelligra Holding
Italia S.r.l. il “soggetto aggiudicatario” dell’ultimo bando. Ross Pelligra è
un padrone italo-australiano, conosciuto già in Sicilia per aver comprato il
Catania calcio. Di che cosa si occupa la Pelligra holding? di costruzioni e
ristrutturazioni edilizie. Che cosa c’entra con la produzione industriale? Niente!
Ma questo è sembrato un fatto secondario al ministero: nella sostanza Pelligra dovrebbe (quando
entrerà definitivamente in possesso dell’area, alla fine della procedura prevista dal bando) “bonificare e attrezzare l’area per consentire poi l’insediamento nell’area di attività produttive alcune delle quali saranno direttamente collegate all’attività portuale” (dal Sole 24 Ore), insomma rimettere in sesto tutti i vecchi edifici dello stabilimento e farne un “nuovo parco industriale” pronto, cioè, a sua volta per essere affidato ad altre aziende che dovrebbero produrre qualcosa…E i soldi chi li mette? C’è un “Accordo di Programma che vale 105 milioni” e
poi “A disposizione
ci sono anche 70 milioni di euro stanziati dall'ultima Finanziaria del governo
Musumeci…”, insomma la Regione Sicilia che in più, attraverso l’Assessorato al
Lavoro, per le “politiche si passive che attive” ha a disposizione 30 milioni!
Chiaramente questo progetto è stato condito con paroloni sulla costruzione
dell’Interporto di Termini Imerese “che consentirà di combinare differenti modi
di trasporto (strada, ferrovia, mare) ed essere baricentro di un’ampia zona di
produzione (che) renderanno l'area nuovamente attiva e attrattiva per nuovi
investimenti produttivi.”
E gli operai? Questo progetto di ristrutturazione edilizia prevede “l'assunzione
di 350 dipendenti, attualmente in cassa integrazione, con garanzia di impiego
per i prossimi 24 mesi.”
350 su 556 per due anni! E dopo? Potrebbero rientrare anche loro nella “società di scopo” ed essere… accompagnati alla pensione.
Mentre “Per i 180 operai che
rimarrebbero fuori dal perimetro delle assunzioni (altri 40 possono andare in pensione
subito) le ipotesi sono diverse: la prima riguarda il riconoscimento del lavoro
usurante e su questo il ministro Calderone avrebbe mostrato disponibilità ad
approfondire; la seconda prevede un periodo di altri due anni di Naspi allo
scadere della cig per poi essere accompagnati alla pensione; la terza prevede
la costituzione di una newco di scopo interamente pubblica che potrebbe
assorbire i lavoratori ancora in carico a Blutec.”
Questa riunione “presieduta dai
ministri Adolfo Urso e Marina Elvira Calderone … con il Sottosegretario al
Mimit, Fausta Bergamotto, i Commissari straordinari dell’azienda Giuseppe
Glorioso, Fabrizio Grasso e Andrea Bucarelli, la Regione Siciliana, il Comune
di Termini Imerese, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale
e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali” è servita sostanzialmente
per trovare un modo per risolvere definitivamente la questione degli operai
dell’ex Fiat, mandandoli in pensione in un modo o nell’altro! E naturalmente può
essere considerata un grande spot pubblicitario in vista delle elezioni
europee. E infatti anche l’attuale presidente della Regione ha voluto dire la
sua salutando il “piano industriale”.
E i sindacati confederali? Ricordano
che ci sono ancora 200 dell’indotto per i quali non si è deciso niente ed esprimono,
come sempre, qualche “perplessità”, vista la “complessità” della questione, ma nella
sostanza sono d’accordo, basti la dichiarazione di quelli della Fiom-Cgil: “Progetto
di reindustrializzazione, pensionamenti e società di scopo sono tre elementi
fondamentali per dare una soluzione a tutti i lavoratori”.
No, proprio no. Gli operai in
cassa integrazione da 12 anni, conditi da promesse e chiacchiere a non finire
sulla “prossima reindustrializzazione” e perdita di salario, non hanno avuto
nessuna “soluzione” se non quella a perdere…
Comunque, visto che i passaggi
previsti per la messa in pratica di questi accordi si dovrebbero concludere
entro il 4 novembre prossimo, data della definitiva scadenza di tutti gli
ammortizzatori sociali, gli operai hanno il tempo per analizzare e ragionare
sulla proposta e prendere le proprie decisioni!
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