domenica 24 marzo 2024

pc 24 marzo - L'attentato di Mosca

L'orribile attentato di Mosca è di matrice imperialista Usa/Europa, Ucraina - gli autori chiunque siano, servono la campagna di guerra contro l'mperialismo russo - in corso da parte di Usa e Vertici europei/Nato - Italia compresa.

Esso è tutto dentro l'accelerazione dei preparativi di guerra interimperialista mondiale che costruisce e cerca pretesti per accelerarla

Esso vuole giustificare all'interno dei paesi imperialisti, Italia compresa, misure 'antiterrorismo' e pro guerra per imporre le decisioni e l'azione dei governi e dei parlamenti e colpire l'opposizione proletaria, popolare, antimperialista e rivoluzionaria alla guerra

proletari comunisti/PCm Italia

24 marzo 2024

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 Alcune prime osservazioni tratta da Contropiano

“Ha stato l’Isis, e basta”. 

L’ordine di scuderia per i media occidentali è partito direttamente dalla Casa Bianca.

La vicepresidente Kamala Harris, con un’intervista a Abc news ha detto che “non c’è nessuna prova che Kiev sia dietro l’attentato. Quello che sappiamo è che l’Isis-K è responsabile di quanto accaduto“.

Il Cremlino dice l’esatto opposto, ma sulla base di qualche dato decisamente più concreto, anche se

naturalmente da confermare, ecc. In fondo ha preso i quattro indiziati su una Renault mentre correvano dalle parti di Bryansk.

Dai video pubblicati su diversi canali si vede un primo fermato che risponde alle domande dopo aver subito più di qualche schiaffo. In un altro, un uomo “proveniente dal Tajikistan” ma entrato dalla Turchia, afferma di esser stato pagato 5.000 euro, come anticipo, per partecipare all’azione.

Impossibile dire, da qui (ma anche dalle redazioni dei media mainstream) se le dichiarazioni corrispondono al vero o sono state estorte, ma – appunto – un po’ di sangue freddo nell’esaminare “le prove” sarebbe consigliabile.

E invece no. “Ha stato l’Isis, l’Ucraina non c’entra, è Putin che vuole usare anche questo attentato per legittimare la guerra.

Certamente ci sono precedenti che spingono per trovare il colpevole nell’Isis o qualcosa che gli somigli. Molte altre volte da islamisti ci sono stati attacchi contro obiettivi russi; le stesse modalità dell’assalto sono quasi un marchio di fabbrica; la nazionalità dei fermati – o almeno di uno di essi – porterebbe alle repubbliche ex sovietiche di fede islamica.

La stessa Isis ha diramato una rivendicazione con tanto di video dei quattro attentatori. Ma sicuramente è un video “strano”, fuori dalla tradizione e dal “marchio di fabbrica”.

In primo luogo i volti sono oscurati in modo da renderli irriconoscibili. Il che è alquanto inutile, oltre che senza precedenti (un po’ di gloria ai “martiri” è sempre d’obbligo), visto che l’assalto al Crocus City Hall è stato condotto a viso scoperto, sotto lo sguardo di decine di telecamere di sorveglianza e di cellulari accesi ai primi spari. Insomma, i quattro del video Isis potrebbero benissimo essere degli “attori” camuffati alla bell’e meglio.

Un’analisi dettagliata è stata fatta però da Toni Capuozzo, ex inviato di guerra, Mediaset, in ogni caso attento conoscitore del mondo islamico “hard”. E fa notare anche lui parecchie incongruenze: Qui bisogna essere prudenti, perchè l’Europa è sull’orlo della guerra che si sta combattendo in Ucraina. Ma la fotografia della rivendicazione dell’Isis ha qualcosa che non mi convince. Passi per i cappellini da baseball, passi per la “shuhada”, il versetto stampato sulla bandiera, troppo stretta per contenerla. Quello che non torna è l’indice alzato a indicare l’unicità di Dio. Lo abbiamo visto in mille foto, ma è un gesto fatto con la mano destra. La sinistra nell’ Islam è impura, destinata a compiti più umili, tanto che persino i mancini vengono esortati a utilizzare la destra. E qui il gesto sacro viene compiuto con la sinistra. Cosa spiegabile solo con un selfie, scattato dal primo a destra. Un po’ artigianale per un gruppo che sta per compiere un’azione del genere.

E qui chiedo aiuto a chi ne sa più di me: la scritta sulla bandiera è giusta. Se la fotografia è speculare dovrebbe rovesciarsi anche la scritta, no?

Sicuramente sì, a meno che ci sia stato un gran lavoro di montaggio video (completamente inutile, come per i volti oscurati).

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Tornando agli uomini in carne e ossa fermati dalle parti di Bryansk, Mosca afferma che stavano andando in Ucraina, mentre Kiev giura che erano diretti in Bielorussia (la macchina aveva la targa di quel paese), accennando quindi a una possibile operazione “false flag” (in pratica: “l’attentato se lo sono fatto i russi da soli).

C’è da ricordare che questo è il ritornello ucraino per tutti gli attentati anti-russi. Hanno detto la stessa cosa per il camion bomba sul ponte di Kersh, per il gasdotto NordStream fatto saltare nel Baltico, per l’omicidio della figlia di Dugin, ecc. Salvo poi rivendicare a se stessi il merito di quelle operazioni.

Carte stradali alla mano, da Mosca a Bryansk si può andare in entrambi i paesi, visto che la città si trova quasi al confine di entrambi. E se è certamente vero che il confino russo-ucraino è fortemente sorvegliato causa guerra, quello con la Bielorussia (paese alleato di Mosca) lo è molto meno. E così anche per il confine tra Minsk e Kiev.

Dunque è teoricamente possibile che i quattro stessero andando in Ucraina via Bielorussia, anziché dritto per dritto. In ogni caso anche chi ha provato a discolpare gli Zelenskij-boys ricorrendo alla geolocalizzazione precisa del punto in cui i quattro sono stati fermati ha dovuto arrendersi all’evidenza: quella strada lì porta proprio – e solo – in Ucraina…

Ipotesi, certo. Ma per fortuna i quattro sono vivi e stanno parlando con gli inquirenti. Che sono russi, certo. Chi altri avrebbe il diritto di farlo?

In realtà sull’attentato di Mosca quelli che hanno qualcosa di serio da spiegare sono gli statunitensi, e in generale, gli euro-atlantici.

Come ricorda persino l’ineffabile ministro degli esteri italiano, Antonio Tajani, “lattentato di Mosca era nell’aria, tanto che noi avevamo avvertito i nostri connazionali sul sito della Farnesina di non recarsi in Russia e comunque, se sul posto, di non partecipare a eventi già l’8 marzoEra nell’aria…”. Un ministro degli esteri di un paese Nato non fiuta il vento per ricavarne un’informazione, ma si legge i report che gli mettono sul tavolo i servizi di intelligence (quelli italiani dipendono strettamente dalla Cia). Quindi era stato anche lui informato dagli Stati Uniti poco prima che venisse diramato dall’ambasciata a Mosca quell’ormai famosa nota che avvertiva i propri cittadini nella capitale russa che “estremisti hanno piani imminenti per prendere di mira grandi raduni a Mosca, inclusi i concerti, e i cittadini statunitensi dovrebbero essere avvisati di evitare grandi raduni nelle prossime 48 ore.

L’informazione è troppo precisa – “suicida”, avevamo scritto – per esser frutto di un “sentito dire”. Come minimo presuppone qualche “gola profonda” molto ben inserita nel gruppo che sta preparando l’azione. Come massimo, quel gruppo è ai tuoi ordini (o di uno dei tuoi alleati più fedeli).

La nazionalità della “carne morta” mandata ad uccidere e rimanere uccisa conta solo per giustificare una rivendicazione “islamista”, che allontani i sospetti da chi in questo momento è in guerra con Mosca. Non mancano in effetti gruppi fondamentalisti che hanno buone ragioni per rendersi disponibili ad attaccare il Cremlino

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