Un giorno dopo la notizia dei primi licenziamenti, chiamate
uscite volontarie, la Stellantis torna alla carica annunciandone altri 1.087
esuberi: «In particolare 500 a Melfi, 424 a Pomigliano, 121 a
Termoli, 30 a Cento, 12 a Verrone. In questo modo in due
giorni «si arriva a un totale di 3.597 uscite», denuncia la Fiom. (dal
Manifesto di oggi)
I numeri aumentano ad ogni incontro “stabilimento per
stabilimento” e “Mancano ancora le richieste aziendali sugli stabilimenti di Modena
e di Atessa e dunque il computo potrebbe ancora aumentare”
“Lo stabilimento simbolo di Pomigliano – quello da cui partì la «rivoluzione di Marchionne nell’ormai lontano 2010 – è tra i più penalizzati: «La direzione del Giambattista Vico Stellantis ha
ufficializzato il personale in esubero pari a 360 lavoratori. Se a questi si sommano i 5 di Fca Security, i 5 del Crf, i 5 di Fca Item, i 39 degli Enti centrali e i 10 dei commerciali di Pomigliano e Napoli, gli addetti totali interessati all’esodo incentivato salgono a 424 addetti».Quindi “Dopo due giorni di incontri fra Stellantis e i
sindacati siamo arrivati a quasi 3.600 esuberi su un totale di circa 42.700
dipendenti in Italia, pari a oltre l’8,4%.”
«Stellantis sta dimostrando di volere proseguire nella sua
strategia di svuotamento degli stabilimenti e di disimpegno dal nostro paese”
spiega in una nota Lodi, segretario nazionale Fiom. E che fa la Fiom davanti
a questa arroganza del padrone? Si appella alla Meloni! “La premier
Giorgia Meloni intervenga e convochi un incontro a Palazzo Chigi con l’ad
Carlos Tavares perché è ora che tutti si assumano le proprie responsabilità per
salvare l’automotive in Italia”.
E ancora, lamentandosi che Tavares con loro non parla: «Con
gli americani di Uaw e i francesi della Cgt abbiamo un rapporto consolidato e
richieste comuni: Tavares però non hai mai parlato direttamente neanche con
loro».
Ma Lodi “dimentica” che se anche Tavares non parla, grazie
agli scioperi degli operai che hanno messo in crisi la produzione negli
stabilimenti americani, la Stellantis è stata costretta ad aumentare i salari!
La lotta
stabilimento per stabilimento ora come ora non paga, alimenta la concorrenza
tra i lavoratori e li fa perdenti in ogni stabilimento e a livello generale.
Serve una
piattaforma operaia nazionale, approvata e garantita dal potere delle assemblee.
Serve un
nuovo contratto nazionale dei metalmeccanici che faccia da cornice e
riferimento per l’unità degli operai delle fabbriche a livello nazionale, da
Stellantis ad ex Ilva, ecc.
Serve
uscire dal lungo inverno per una primavera di ripresa e un nuovo autunno caldo.”
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